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Da "Umanità Nova" n.38 del 28 novembre 1999

OMC - WTO: al servizio delle Multinazionali

Alla fine di novembre a Seattle si riuniranno i tecnocrati del commercio internazionale per il terzo meeting ministeriale dell'OMC - WTO, qui di seguito sono riportati alcuni esempi di come questo organismo abbia sinora difeso i diritti delle società a danno di quelli degli esseri umani.

"Sempre più il WTO è sollecitato ad espandere la sua agenda poiché appare sempre più come il

punto focale delle sfide e delle preoccupazioni della globalizzazione."

- Renato Ruggiero primo Direttore generale del WTO

Il WTO è stato creato nel 1995 al termine dei negoziati noti sotto il nome di Uruguay Round. Questi negoziati portarono in dote oltre al nuovo GATT, l'accordo sui servizi (GATS) e quello relativo ai diritti di Proprietà Intellettuale TRIPS.

Prima, il GATT si occupava di tariffe (dazi doganali) e quote d'importazione. Dal '95 le regole si occupano di quello che in gergo si definiscono come barriere non doganali (non-tariff barriers to trade), in pratica leggi sanitarie, regolamenti sui prodotti, sistemi fiscali interni, politiche d'investimenti e qualsiasi altra legge di un paese che in qualche modo può influenzare il commercio di qualche prodotto.

L'influenza del WTO nelle legislazioni interne si è fatta perciò pesante.

Attualmente sono 134 i paesi che ne fanno parte e 33 sono osservatori. Ufficialmente le decisioni sono prese per

consenso ma nella pratica a tirare le fila sono Canada, Giappone, USA ed Unione Europea.

La mancanza di trasparenza e democrazia all'interno del WTO è rappresentata in modo esemplare dal sistema di regolazione delle controversie. Il WTO permette a un paese di chiamarne in giudizio un altro accusandolo di violare le regole del commercio internazionale. Le cause sono risolte da giurie di tre persone che lavorano a porte chiuse.

Il Paese che perde la causa ha tre possibilità:

- cambiare le proprie leggi per adeguarsi alle regole WTO;

- pagare delle compensazioni permanenti al paese vincente o

- affrontare sanzioni commerciali.

La prima è la strada normalmente percorsa.

Tutti gli accordi firmati hanno in comune alcuni punti, ribaditi e ripetuti come una litania in tutti i documenti del WTO, eccoli:

1 Riduzione delle tasse doganali. Con l'eliminazione o la riduzione dei dazi doganali sui prodotti si riducono le spese di esportazione, creando al contempo, nuovi mercati ai produttori.

2 Trattamento di Nazione più favorita. Obbliga ogni Stato a trattare investitori e compagnie straniere allo stesso modo. Per capirci, uno stato non può bandire le importazioni di un prodotto da uno stato se continua a importare quel prodotto da altri, anche se la motivazione potrebbe essere moralmente giusta (es. regimi oppressivi)

3 Trattamento nazionale. Obbliga i governi a trattare le compagnie straniere almeno allo stesso modo con cui tratta quelle nazionali. Questo principio mira ad eliminare la possibilità di incentivi a produttori locali.

4 Eliminazione di quote restrittive. Proibisce l'uso di restrizioni all'import-export delle merci.Piccola Guida all'Organizzazione Mondiale del Commercio

Quando nacque, varie organizzazioni non governative espressero le loro preoccupazioni che le nuove regole e il sistema creato per farle rispettare, avrebbero potuto costituire una seria minaccia per gli abitanti del pianeta. Cinque anni dopo possiamo dire che quei timori erano fondati.

Tutte le Cause hanno avuto come risultato finale un verdetto sfavorevole agli interessi pubblici.

ARIA PULITA

Per conto di una sua industria petrolifera il Venezuela contestò una legge americana, US Clean Air Act, che chiedeva alle raffinerie di produrre un gas più "pulito", con minori emissioni inquinanti. Il Venezuela sosteneva che le nuove regole di fatto mettevano fuori gioco le raffinerie straniere, che avrebbero avuto bisogno di investimenti e tempo per adeguarsi alla normativa statunitense, mentre la maggioranza di quelle statunitense si erano adeguate alle direttive dell'Environmental Protection Agency, l'agenzia per la protezione dell'ambiente americana.

Risultato:

Nel 1997 la giuria diede ragione al Venezuela e l'EPA modificò le norme del Clean Air Act.

LA CARNE AGLI ORMONI

Gli Stati Uniti chiamarono in giudizio l'Unione Europea poiché questa aveva messo al bando le importazioni di carne trattata con ormoni.

Risultato: Nel 1998 il WTO ha accettato la tesi americana, intimando all'UE di eliminare il bando entro il 13 maggio 1999.

In seguito alla non eliminazione del bando, il 12 luglio '99 ha stabilito il valore delle sanzioni applicabili annualmente da USA (116,8 milioni di $) e Canada (11,3 milioni).

Anche in questo caso, il diritto dei consumatori ad avere cibi sani e sistemi di allevamento più naturali sono stati ignorati.

GAMBERETTI E TARTARUGHE

Quattro paesi asiatici citarono gli USA per una loro legge che vietava l'importazione di gamberetti da paesi in cui i metodi di pesca comportavano anche l'uccisione delle tartarughe di mare, specie in via di estinzione.

Risultato: nel 1998 una giuria in appello ha stabilito che gli USA hanno il diritto di proteggere le tartarughe ma in modo da non contraddire le regole del WTO e che perciò dovranno modificare la loro attuale normativa.

La stessa cosa è successa per una legge che metteva al bando le importazioni di tonno catturato con metodi che uccidevano anche i delfini.

LE BANANE DEI CARAIBI

Gli USA accusarono l'Unione Europea (UE) di attuare un trattamento di favore per le banane provenienti dai cosiddetti paesi ACP (Africa, Caraibi, Pacifico). Tale comportamento costituiva un atto discriminatorio rispetto alle compagnie americane produttrici di banane in centroamerica.

Risultato:

Il 9 aprile 1999 la giuria ha stabilito che la normativa UE è illegale e ha quantificato in 191 milioni di dollari le sanzioni applicabili dagli USA fino a che la normativa non sarà modificata.



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