![]() Da "Umanità Nova" n.38 del 28 novembre 1999 Ferrovie: un accordo di ristrutturazione selvaggiaMercoledì 17 maggiori organizzazioni sindacali delle ferrovie, più lo SMA (macchinisti autonomi) e l'UGL, hanno apposto la loro firma all'"Accordo sul risanamento e lo sviluppo delle ferrovie". Hanno rifiutato di firmare i tre sindacati aderenti all'ORSA (Comu, Fisafs e UCS). L'accordo sancisce il calo definitivo della mannaia padronale sui lavoratori delle ferrovie e sulla resistenza che i settori più avanzati hanno sostenuto per anni contro la ristrutturazione. Il 23 novembre si passerà alla firma definitiva, dopodiché il contratto 2000/2003 sarà praticamente già fatto prima della scadenza naturale del 31 dicembre: un vero record! A meno che... Infatti la mancata firma da parte dell'ORSA rappresenta un ostacolo importante sulla via della pacificazione chiesta a viva voce da Cimoli, Dematté e Treu; anche tra gli altri sindacati di base del settore il rifiuto è netto, motivo per il quale l'annunciato sciopero del 12/13 dicembre, se non interverranno imprevisti dell'ultima ora, promette di essere una nuova giornata di pesante scontro, accompagnata dal terrorismo psicologico dei mass-media, e dalle minacce della Commissione di Garanzia. L'accordo in questione contiene delle perle davvero singolari, delle pillole amare, delle polpette avvelenate che davvero nessun lavoratore potrà accettare. Si comincia colla riduzione del costo del lavoro del 18-20%, attraverso interventi (tagli) alle ferie, ai permessi e ai giorni festivi ed un "riordino della retribuzione accessoria" e di alcuni elementi "distorcenti" della retribuzione, più una riduzione del 30% dello straordinario. Su quest'ultimo punto occorre dire che continuando a tagliare posti di lavoro (siamo oltre i centomila, e con quest'accordo se ne prevedono altri ventimila), lo straordinario è spesso l'unico modo per tenere in piedi treni e servizi; quindi è pura demagogia parlare di riduzione dello straordinario, a meno che non si vada ad una drastica riduzione dei treni, com'è prevedibile. Ai tagli salariali (nel salario del ferroviere le competenze accessorie sono una voce preponderante), si accoppia l'altra perla di questo accordo, ossia la differenziazione economica tra gli attuali ferrovieri ed i futuri assunti: si creano, cioè, le gabbie salariali interne, si discrimina tra lavoratori, si preannunzia l'era del ferroviere senza diritti, che man mano va a rimpiazzare il "vecchio" ferroviere. Una prima applicazione di tale discriminazione avverrà con la distribuzione di un assegno ad personam, detto "eri" (elemento retributivo individuale), i cui contorni sono poco chiari ma che in linea di massima corrisponderà alla differenza economica tra nuovo e vecchio contratto, non spettante a tutti coloro che verranno assunti dopo il 1deg. gennaio 2000. I proventi per pagare tale assegno verranno recuperati attraverso la vendita di beni immobili delle FS, motivo per cui il pagamento non ha neanche una data certa, è verrà saldato entro il 2003. Infine, è prevista per la prima volta la partecipazione azionaria dei dipendenti alla Società FS, unita (chissà perché) ad una configurazione di regole più stringenti di disciplina degli scioperi. Come si vede, un accordo tipicamente reazionario, filo padronale, accolto con entusiasmo dai maggiori leader sindacali, a suggello di quella spaccatura che in questa categoria ha assunto ormai toni e forme vistose. Per questo l'accordo avrà sicuramente una vita difficile, e se le lotte dovessero realmente riuscire a partire, potrebbe essere rivisto e modificato in alcune sue parti. Vanno tenuti, infatti, presenti alcuni elementi di valutazione: l'eterogeneità che caratterizza i sindacati dell'ORSA, sia tra essi che al loro interno, per cui i settori più corporativi sono preoccupati di perdere, non firmando, alcuni privilegi e molte concessioni, ovvero di essere esclusi dalle trattative; l'avere, l'ORSA, nel proprio statuto, ammesso la possibilità della partecipazione azionaria dei lavoratori (su questo punto potrei essere smentito qualora l'assemblea costituente dell'ORSA, svoltasi il 5 novembre scorso, avesse apportato delle modifiche sostanziali alle bozze di statuto, anche se non ho ragioni per crederlo). Ma questi sindacati, così come quelli minori presenti nel settore (FLTU-CUB, SLAI-Cobas, Sin Cobas, RdB, ecc.), hanno tutto l'interesse a prendere la palla al balzo per rigettare un accordo che è già odiato dalla base e per rilanciare la lotta contro la privatizzazione, la divisionalizzazione, la ristrutturazione selvaggia delle condizioni di lavoro, normative, salariali, che da anni portano avanti, spesso subendo la frustrazione di vedere la Società andare avanti lo stesso nella propria direzione di marcia. Pippo Gurrieri
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