![]() Da "Umanità Nova" n.39 del 5 dicembre 1999 11 e 12 dicembre. Scuola e ferrovie: sciopero!Sabato 11 manifestazione a Roma contro il finanziamento alle scuole private L'anno politico si avvia alla fine, senza nulla escludere, con due scioperi in settori strategici dal punto di vista della trasformazione del quadro sociale. L'11 dicembre vi sarà uno sciopero della scuola in primo luogo contro i finanziamenti alla scuola privata, indetto dall'assieme dei sindacati di base del settore ed il 12 sciopereranno i ferrovieri contro un piano di riassetto delle ferrovie che prevede un secco taglio dell'organico e delle retribuzioni. Nel secondo caso, lo sciopero è stato indetto da un cartello di sindacati autonomi, l'ORSA, ma vedrà la mobilitazione anche del sindacato di base che ritiene di poter dare un taglio più incisivo e radicale alla lotta. La difesa della scuola pubblica nei termini consueti è, evidentemente, non scontata per noi. Da una parte vi sono forze sociali potenti, la chiesa ed la Confindustria in primo luogo, che premono per ottenere massicci finanziamenti alla scuola privata e che godono dell'appoggio, non sempre lineare, per la verità, della maggioranza di governo e di quello senza riserve dell'opposizione di destra. Dall'altra, si muovono soggetti politici che fanno della difesa del dettato costituzionale sull'inammissibilità dei finanziamenti statali alla scuola privata l'orizzonte della propria azione accanto a forze sociali più radicali che combattono l'introduzione di una logica aziendale nella scuola, il rafforzamento della gerarchia interna, il controllo padronale e statale sulla trasmissione della cultura. Questi e non altri sono oggi i termini dello scontro in atto ed è rispetto a questa situazione che dobbiamo operare con determinazione ed intelligenza. Credo che le ragioni per guardare con attenzione e simpatia alla mobilitazione dell'11 dicembre siano vari:
- La scuola pubblica realmente esistente è, in realtà, una scuola statale sottoposta al controllo di una burocrazia mediamente ottusa e di interessi corporativi detestabili ma è anche il terreno di un conflitto che vede settori non irrilevanti di studenti e lavoratori operare per allargare gli spazi di libertà, di sperimentazione, di critica, di autodeterminazione; - Il partito del finanziamento alle scuole private vuole spazzare via quanto di disfunzionale vi è in questa scuola rispetto agli interessi padronali ed ecclesiastici accelerando un processo di degrado della formazione, di spartizione delle risorse destinate alla formazione fra i soggetti sociali dominanti. Questo partito va battuto nelle sue manifestazioni di destra e di sinistra non per difendere la scuola così com'è ma per sviluppare con forza ancora maggiore una critica agli aspetti privatistici della scuola attuale. - Battere il partito della privatizzazione significa operare perché la scuola non si trasformi in un sistema di aziende che vendono la formazione su di un mercato determinato dagli interessi delle imprese, delle corporazioni professionali e che selezionano la propria clientela sulla base del reddito e del potere. In altri termini, una scuola effettivamente pubblica deve avere dei caratteri di effettiva gratuità, di garanzia del diritto allo studio, di possibilità per i soggetti che vi vivono di determinarne l'andamento sottraendolo al controllo dei poteri economici e politici che vogliono piegarla ai loro interessi. - Deve, inoltre, essere chiaro che i fautori della "libertà" della scuola sono gli stessi che negano ai lavoratori della scuola il diritto di sciopero, di assemblea, di decidere nel merito delle rivendicazioni e dei contratti. La loro libertà, insomma, è quella della merce non certo quella dei soggetti sociali concreti. L'ultimo esempio di quale sia la loro concezione della libertà l'abbiamo avuto all'inizio dell'anno scolastico con una nota ministeriale che informa i lavoratori della scuola che il diritto di assemblea è riservato solo a CGIL-CISL-UIL, SNALS e Gilda e cioè ai sindacati amici dell'amministrazione.
Lo sciopero dell'11 dicembre inevitabilmente è anche espressione del rifiuto del monopolio della rappresentanza sindacale e di riaffermazione del diritto per i lavoratori di decidere nel merito delle proprie rivendicazioni.
Considerazioni in pare analoghe si possono fare per lo sciopero dei ferrovieri. Le ferrovie vengono privatizzate al fine di garantire profitti importanti per il sistema delle imprese nel mentre le normative antisciopero nel trasporto divengono sempre più restrittive. Crediamo, insomma, sia evidente come le privatizzazioni siano, in regime capitalistico, non il prodotto di un ridursi del controllo statale sulla società ma l'occasione per rafforzarlo in quello che gli è specifico: il potere di controllo, di veto, di manipolazione. Legare queste due mobilitazioni, segnalarne i caratteri comuni, operare perché si estendano forme di lotta fuori dal controllo dei sindacati di stato è importante. Non dobbiamo, fra l'altro, dimenticare che lo stesso governo che taglia le risorse per la scuola pubblica e per le ferrovie, come per gli altri servizi sociali e che prepara un nuovo taglio delle pensioni ne trova per finanziare le scuole private, per accontentare la chiesa, per garantire risorse per gli straordinari dei poliziotti, per garantire i profitti delle imprese. Non ci stupiamo certo del fatto che un governo di sinistra faccia una politica di destra ma proprio perché siamo consapevoli che solo l'azione diretta dei lavoratori, dei disoccupati, degli sfruttati può permettere di cambiare la situazione e perché non deleghiamo nulla alla sinistra statalista, vediamo nella mobilitazione dei lavoratori contro le privatizzazione un'occasione politica importante nella direzione di un'autonoma capacità di iniziativa e di organizzazione. Il fatto che in particolare lo sciopero della scuola veda la presenza dell'assieme del sindacalismo di base è, ovviamente, un bene ma non va nascosto il fatto che quest'unità è fragile e, per certi versi, superficiale. Nonostante la situazione difficile, le manovre del governo e dei sindacati di stato, la necessità per i lavoratori di avere un punto di riferimento credibile, i gruppi dirigenti del sindacalismo di base della scuola sembrano chiusi, chi più chi meno, nella cura per il proprio orticello. Si tratta, di conseguenza, di operare con forza, chiarezza, determinazione per favorire l'unità alla base fra tutti coloro che vogliono battersi contro la politica governativa per quel che riguarda la formazione. CMS
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