Da "Umanità Nova" n.39 del 5 dicembre 1999 Senza Frontiere. Brevi dal mondoPapua Occidentale - 1 dicembre 1999, manifestazioni di massa Come era prevedibile, dopo Timor Est, anche altri popoli sottomessi al ferreo regime dell'Indonesia nell'ultima metà di questo secolo stanno dando vita a movimenti per la conquista dell'indipendenza. Ora che Aceh ha ottenuto di far svolgere un referendum, anche in Papua Occidentale (Irian Jaya) i nativi si fanno avanti semplicemente chiedendo a Giakarta di riconoscere la loro bandiera (la Stella del Mattino), il loro parlamento, la loro costituzione e l'inno nazionale che l'amministrazione olandese riconobbe 38 anni fa, il 1 dicembre 1961, al momento di lasciare l'isola. Migliaia di persone (da tre a diecimila, a seconda delle stime) sono confluite nei giorni scorsi a Sentani, 75 km da Port Numbay (Jayapura, in indonesiano) ed hanno deciso di organizzare per il 1 dicembre varie manifestazioni di massa su tutto il territorio. Nel sud dell'isola, a Timika, l'organizzazione della protesta è condotta da un prete cattolico, Isak Onawame, ed ha raccolto circa 8.000 papuasiani davanti alla chiesa ove è stata innalzata la Stella del Mattino. Le richieste sono rivolte alle nuove autorità indonesiane ed in particolare al presidente Wahid, perché venga sul posto ad avviare un processo di riconoscimento dell'autonomia ed a ricontrattare le concessioni della Freeport McMoRan, che dalle montagne dell'isola sta estraendo migliaia di tonnellate di rame e oro nel più bieco dispregio di ogni equilibrio ambientale. Fino allo scorso anno manifestazioni di questo genere sono state immediatamente e duramente represse dall'esercito indonesiano, ogni volta causando morti, feriti e magliaia di persone che si rifugiavano nella foresta per sfuggire ai massacri. Da un comunicato stampa di John Ondawame, trad. A. (Per maggiori informazioni sulla realtà indonesiana, vedi U.N. 28/1999)
Brasile - duri scontri per l'occupazione delle terre Gli indigeni Pataxò si sono ripresi 2000 ettari di terreno, occupato da 9 latifondisti, la reazioine non si è fatta attendere : un drappello militare è stato mandato nella zona, sono seguiti duri scontri in cui sono morti 2 militari. Tredici indigeni sono stati arrestati e si teme per la loro sorte.
Brasile - sgombero di un accampamento di sem terra Alle 3:00 del mattino (ora locale) di sabato 27 novembre, la polizia militare brasiliana ha attuato con violenza lo sgombero di un accampamento allestito, da circa 800 agricoltori lavoratori senza terra, di fronte al palazzo Igaçu di Curitiba, la capitale del Paraná (Brasile). Molte persone sono rimaste ferite, anche se non è ancora disponibile un bilancio ufficiale. Un'azione poliziesca che peraltro, non poteva essere condotta nottetempo. La legge, infatti, vieta espressamente gli sgomberi nelle ore notturne. Questo non ha evidentemente fermato più di mille poliziotti armati che, con armi di grosso calibro, hanno realizzato una mega-operazione di rimozione dell'accampamento, montato 6 mesi fa per rivendicare soluzioni al problema agrario dello stato. Alle 3 del mattino i poliziotti hanno invaso l'accampamento, situato nella Piazza Madonna della Salete. Hanno svegliato i senza terra puntandogli le armi alla testa e obbligandoli ad alzarsi e ad andarsene. Inoltre, hanno fotografato e filmato le persone. Gli uomini sono stati divisi dalle donne e dai bambini. Sono stati poi caricati su degli autobus e trasportati verso destinazioni ignote. Nelle ore successive sono stati abbandonati qua e là, sui bordi delle strade del Paraná e lontano dal luogo di origine di ciascuno. Secondo un comunicato diffuso assieme dal Mst, a seguito di tale operazione molti fra bambini e adolescenti risultano dispersi.
Bangladesh - scioperi e scontri Continuano gli scioperi per costringere alle dimissioni il primo ministro, Hasina Wajed, accusata di corruzione e di mal governo. Già in questo mese sono stati indetti vari scioperi a singhiozzo, a Dhaka, la capitale, in tutte le città più importanti del Paese e nei centri industriali, che sono rimasti completamente paralizzati. Domenica 28/11, a Dhaka, gli scontri tra polizia e dimostranti hanno causato, ancora una volta, vittime, incendi e distruzioni di edifici. Molti quartieri della città sembrano un campo di battaglia, tutti i negozi e piccoli mercati sono fermi, le scuole sono chiuse, la gente non circola liberamente, ogni tanto si sentono esplosioni di bombe. La polizia e l'esercito intervengono con bombe lacrimogene e pallottole di gomma, e molti sono stati gli arresti.
Nigeria - l'esercito all'opera Il governo nigeriano ha dato il via ad un'operazione dell'esercito, di vaste proporzioni, nella turbolenta regione petrolifera del Delta. In seguito a ricorrenti fatti di violenza, decine di camion militari, con a bordo reparti di fanteria, sono stati segnalati in diversi centri del Delta del fiume Niger. La situazione appare estremamente tesa nella città di Odi (Stato di Bayelsa). Alcuni testimoni oculari hanno raccontato che negli ultimi due giorni sono stati effettuati rastrellamenti a tappeto e udite incessanti sparatorie nell'area circostante la città. La strada che collega la città di Warri a Port Harcourt, sabato scorso, è stata interrotta dai militari, causando notevoli disagi alla circolazione. Va ricordato che la Regione del Delta è una delle aree geografiche della Nigeria dove le ingiustizie sociali e la povertà penalizzano fortemente la popolazione autoctona.
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