![]() Da "Umanità Nova" n.40 del 12 dicembre 1999 Cecenia: cenni storiciFra l'indifferenza generale centinaia di migliaia di ceceni stanno subendo morte, miseria, distruzione e deportazioni. Decine di migliaia di morti e feriti, centinaia di migliaia di profughi costretti a rifugiarsi nelle vicine Inguscezia e Daghestan, decine di migliaia di profughi bloccati alle frontiere in fredde tendopoli costruite tra neve e fango. Ma della Cecenia non si sa quasi niente. Tranne poche eccezioni i media occidentali hanno messo la sordina sulla tragedia caucasica. Sembra quindi utile fornire in po' di notizie su questo martoriato lembo di terra, grande circa 15.000 kmq - poco più della Lombardia - abitata da circa un milione di persone (60% ceceni, 32% russi, 2% ingusci e 6% altre etnie).
1791 - 1828: si compie la conquista zarista del Caucaso nord-orientale. La Cecenia del nord si converte all'Islam. 1824: scoppia la rivolta di Ismail Samir che porta alla sostanziale indipendenza dell'emirato del Caucaso del Nord, che dura fino al 1859 (cattura di Samir). 1864: la Russia conquista il Caucaso nord-occidentale. 1900: scoperta di giacimenti di petrolio in Cecenia, dove arrivano massicciamente tecnici e operai russi. 1917: rivoluzione russa. I bolscevichi proclamano i diritti dei popoli della Russia. Appello ai musulmani della Russia e dell'Oriente. 1918: proclamazione della Repubblica democratica del Caucaso del nord. 1919: settembre: Huzun Haji proclama la ricostituzione dell'emirato del Caucaso del Nord; dicembre: le armate bianche del generale Denikin distruggono l'emirato e ne conquistano la capitale. Alcuni esponenti ceceni riparano in Turchia, altri in Germania. 1920: l'Armata rossa e le truppe di Huzun Haji liberano il Caucaso del Nord. Fuga di Denikin. 1921: alla presenza di Stalin si riunisce il Congresso dei popoli montanari del Nord del Caucaso. Musulmani e bolscevichi concludono un compromesso che da vita alla Repubblica socialista sovietica della montagna. 1922: all'interno della Repubblica della montagna vengono costituite le repubbliche autonome di Cecenia e Inguscezia. 1924: la Repubblica della montagna viene dissolta. La Cecenia diviene regione autonoma della Repubblica federale socialista di Russia. 1929: rivolta cecena contro la collettivizzazione e la deislamizzazione, iniziate nel '28. 1931-1936: nuova rivolta cecena, seguita all'epurazione dei comunisti ceceni, accusati di aver aderito al partito per opportunismo. 1938: la lingua cecena è costretta ad adottare l'alfabeto cirillico. 1942: le armate tedesche penetrano nel Caucaso del nord ma si fermano alla frontiera cecena. Vasti settori della popolazione collaborano con i nazisti. I caucasici collaborazionisti costituiscono una legione i cui resti verranno catturati sulla Carnia dagli inglesi nell'estate 1944. Nella regione si sviluppa anche la lotta partigiana antifascista. 1944: Stalin decide la deportazione in Siberia di ceceni, ingusci, balcari, caraciai e calmucchi, accusati di collaborazionismo. In totale circa un milione di persone sono colpite dal provvedimento. 1957: quattro anni dopo la morte di Stalin, un decreto del soviet supremo riabilita le popolazioni deportate. 1958: i ceceni ritornano in gran parte alle loro terre. Gravissimi scontri con le popolazioni russe che intanto si erano insediate nella regione: caccia al ceceno. 1960-1985: la Cecenia rimane tranquilla e si segnala solo una certa attività delle sette musulmane. 1991: agosto. Fallisce il golpe antiGorbachov dei comunisti conservatori. Le repubbliche sovietiche dichiarano l'indipendenza. Settembre: al comando di un gruppo di nazionalisti armati, il generale dell'aviazione sovietica Dudaev prende il potere a Grozny, scalzando il vecchio gruppo dirigente comunista, favorevole ai golpisti. Ottobre: un referendum popolare approva la dichiarazione di indipendenza della Cecenia dalla Repubblica federale di Russia. Mosca lo considera un atto incostituzionale. 1992: l'Inguscezia si separa dalla Cecenia e si autoproclama repubblica facente parte della Federazione russa. 1993: aprile. Scontri a Grozny tra nazionalisti e oppositori appoggiati da Mosca. Dudaev scioglie governo e parlamento e assume pieni poteri; ottobre: Eltsin vince il braccio di ferro con il parlamento e fa approvare una nuova Costituzione che gli garantisce vasti poteri. 1994: ottobre. Fallisce il tentativo di golpe dell'opposizione cecena, sostenuta dall'aviazione russa; dicembre: l'esercito russo invade la Cecenia. 1995: gennaio. Al prezzo di 20mila morti e almeno 30mila profughi i russi arrivano alla periferia di Grozny, senza però riuscire a conquistarla definitivamente. "È indescrivibile lo scempio che i russi hanno portato e continuano a portare in questa città abitata solo da cadaveri in putrefazione, fiammate di gas che brucia donne e bambini che cercano inutile rifugio in scantinati gelidi" scrive il 6 gennaio il corrispondente di "Repubblica". Aprile: un comando ceceno, comandato da Samil Basaev, occupa un ospedale di una località distante 120 km dalla Cecenia e prende in ostaggio mille degenti. La reazione delle forze speciali provoca circa 300 morti. Basaev e i suoi uomini ottengono un salvacondotto verso la Cecenia dove riusciranno a far perdere le loro tracce. 1996: aprile: Dudaev viene ucciso durante un bombardamento alla sua roccaforte nelle montagne. Agosto: Eltsin affida al generale Lebed il compito di risolvere la questione cecena. Lebed e il capo di stato maggiore ceceno Maskhadov concludono un accordo di pace che mette fine a ventun mesi di combattimenti. La guerra è costata almeno 12.000 morti ai russi e forse 70.000 morti, in gran parte civili, ai ceceni. 1997: gennaio: i russi si ritirano definitivamente dalla Cecenia mentre Maskhadov vince le elezioni presidenziali con largo margine. M. B.
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