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Da "Umanità Nova" n.41 del 19 dicembre 1999

Pietrasanta
La lotta contro l'inceneritore. Fermare il mostro

Il 9 ottobre 1997, dopo mese e mesi di squallidi giochi politici, prese in giro e false promesse, ci presentammo uniti e decisi di fronte ai cancelli del cantiere per opporci alla costruzione dell'inceneritore del Pollino, nel comune di Pietrasanta. Quel giorno fu la violenza delle forze di polizia a permettere ai fabbricanti di diossina di dare avvio alla loro nefasta opera. Dieci manifestanti, tra cui chi scrive, furono trascinati via con la forza, sbattuti su un cellulare con le manette ai polsi per più di due ore ed accusati di resistenza e oltraggio. Sette persone finirono al pronto soccorso e ben tre ambulanze giunsero al Pollino per soccorrere contusi e persone anziane vittime di malori causati dalle cariche poliziesche. A queste violenze seguirono 88 denunce per blocco stradale, interruzione di pubblico servizio, resistenza alla forza pubblica, oltraggio, lesioni e via incriminando. 88 persone "colpevoli", quel mattino di ottobre, di essere rimaste sedute per terra, tenendosi per le braccia, a testa alta e determinate ad opporsi ad un impianto inquinante e nocivo.

Oggi, a due anni di distanza, è in corso il processo al Tribunale di Lucca, con 77 imputatati e la prima udienza rinviata al 26 aprile del 2000.

Intanto, mentre i lavori al Pollino vanno avanti, continua l'indecoroso spettacolo istituzionale che vede come attori principali Regione, Provincia, Comune e relativi esponenti politici e partitici. A questo spettacolo è necessario porre fine. I responsabili delle violenze, delle denunce e del processo non sono sulla luna, ma ricoprono cariche politiche e di governo e non solo in Regione. I responsabili della costruzione dell'inceneritore non vanno cercati soltanto in Regione, ma anche a Pietrasanta.

Consorzio Etruria e Termomeccanica, le due imprese che lavorano alla realizzazione dell'impianto, avrebbero dovuto terminare la bonifica dell'area del Pollino per poi tornarsene a casa. Questa era la parola data alla popolazione degli amministratori del comune di Pietrasanta. Così non è stato: lor signori dovevano cominciare a costruire l'inceneritore e questo inizio d'opera lo hanno chiamato bonifica.

Preoccupati per il veloce sviluppo della costruzione dell'inceneritore e in vista del processo abbiamo deciso di incontrarci di nuovo per manifestare solidarietà a chi viene processato per riprendere la lotta che si era interrotta. Fra di noi del Coordinamento contro gli inceneritori e la repressione c'è chi era presente quella mattina di sue anni fa e ci sono compagni sensibili alla questione o che hanno sempre lottato in prima persona per la difesa della salute e dell'ambiente.

Il 18 settembre scorso siamo andati alla casa del popolo di Solaio (frazione di Pietrasanta) dove c'era grande festa per l'arrivo di Bertinotti e abbiamo distribuito un volantino contro l'inceneritore ed i politici (fra gli altri quelli di Rifondazione) che ne permettono la realizzazione. Per tutta risposta, avendo messo in imbarazzo i presenti del circolo di R. C. di Pietrasanta, veniamo accusati di qualunquismo visto che Rifondazione stava per uscire dalla giunta comunale. Non lo ha ancora fatto.

Il 2 ottobre abbiamo organizzato un presidio nella piazza principale di Pietrasanta che ha visto una buona partecipazione ed è spontaneamente sfociato in un corteo (non autorizzato) per le vie del centro, corteo volutamente ignorato dalla stampa locale.

Nel frattempo la crisi politico-amministrativa pietrasantina, che aveva tra i motivi scatenanti proprio il problema inceneritore, si concludeva con la conferma della coalizione DS - PPI - Verdi - RC. Ai primi di novembre questi partiti, con purtroppo al seguito il Comitato del Pollino, hanno la faccia tosta di inscenare la farsa di una manifestazione - passerella a Firenze in occasione di una riunione della giunta regionale. Dalla "giornata di lotta" a Firenze nasce l'ipotesi "riconversione": da inceneritore a generatore a metano; ipotesi suffragata anche dal piano provinciale sui rifiuti che non prevede inceneritori. Intanto, senza dare troppo risalto alla cosa, viene siglato un accordo tra Comune di Pietrasanta e ditte costruttrici per la vendita all'ENEL dell'energia prodotta dalla combustione dei rifiuti, al fine di abbassarne il prezzo. Per quanto riguarda la riconversione dell'impianto è facile capire come questa sia comunque una scelta che implica lo sperpero di denaro pubblico. E la fabbrica di diossina del duemila fra non molto sarà pronta e funzionante.

La denuncia e la rabbia contro questo stato di cose ha trovato spazio e condivisione il 26 novembre ad una iniziativa del Coordinamento contro gli inceneritori e la repressione. Oltre un centinaio di persone hanno seguito un video che documenta in modo accurato i vari momenti della lotta contro l'inceneritore. Al termine della proiezione, come Coordinamento, abbiamo lanciato ai presenti la proposta di una manifestazione, nell'organizzazione della quale attualmente ci stiamo impegnando. Per fermare il mostro che avanza in Versilia.

Giovanni Rossi del Coordinamento contro gli inceneritori e la repressione



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