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Da "Umanità Nova" n.41 del 19 dicembre 1999
Ricordando mio zio Gianni Furlotti
Nel giorno del suo settantaquattresimo compleanno, vorrei ricordare la figura
del compagno Gianni Furlotti, scomparso il 24/09/999 CA, in una calda giornata
dai sapori ancora estivi.
Nato a Parma 14/12/925 da famiglia popolana, oltretorrentina.
L'oltretorrente Parmigiano, fucina di grandi personaggi, e grandi moti, lo
stesso papà Ubaldo, ardito del popolo e partecipante attivo alle
barricate del ventidue, è lì, che cresciuto, in quell'ambiente
che trasuda così prepotentemente di Parmigianità, di valori come
uguaglianza e libertà.
Personaggio di un'anarchia che fu, ebbe in Paini un maestro e compagno,
narratore storico, scrittore, giornalista, custode di quel pensiero anarchico
dove il sentimento (che non è sentimentalismo) e la ragione si fondono
in uno splendido connubio di memorie e poesia, dove il significato d'anarchia
va ben oltre le A maiuscole cerchiate scritte sui muri o su zainetti di scuola,
è un concentrato di valori quasi sconosciuti ai più, ma di grande
spessore umano e morale.
Nel cimitero di Marore dove è tumulato, sul marmo vi è messa una
piccola targa, che passa quasi inosservata, nome, cognome, nascita, morte,
unito al figlio Giordano prematuramente scomparso; targa di una
semplicità estrema, quasi a ricordarci che così com'è
vissuto, così è scomparso, con la stessa semplicità.
Chi scrive, non ha perso solo un compagno, ma anche uno zio, così vorrei
ricordarlo, con una poesia scritta da Virgilio Mazzoni in memoria ad un
cavaliere errante, Pietro Gori, personaggio a lui molto caro.
E' freddo marmo, è ver, questo che quivi
potè le care immagini ritirar:
ma nelle anime nostre ancor son vivi
gli affetti che sapesti suscitar.
Anche quando nel tempo, la bandiera rossa nera dell'anarchia continuerà
a sventolare libera, sarà anche dote Tua, grazie quell'enorme patrimonio
di vita che hai lasciato e donato.
Ciao compagno Furlotti
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