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Da "Umanità Nova" n.02 del 23 gennaio 2000
Apocalissi da giubileo
Il 2000 è cominciato ed il mondo, incredibilmente non è finito!
Nonostante fior fiore di previsioni fatte da generazioni di indovini, aruspici,
frati, cassandre ed astrologhi siamo ancora qui.
Certo molti si erano ormai disillusi, c'è una lunga storia di profezie
"certe" sulla fine del mondo: secondo Bernardo da Turingia sarebbe dovuta
avvenire nel 992, secondo il fisico Jacques Bernoulli il 19 maggio 1719,
secondo l'alchimista John Dee il 17 marzo 1842, secondo Michele de Nostredame
(più noto come Nostradamus) nel luglio 1999, quest'ultimo evento veniva
addirittura dato per certo, visto che si tratta di una delle poche quartine
datate di questo autore, altrimenti estremamente criptico.
Insomma con tutti questi falsi allarmi, uno pensava che fosse un po' passata la
moda dell'apocalisse; persino i testimoni di Geova, con un'abile operazione di
marketing, hanno modificato il loro slogan classico "la fine del mondo è
vicina" con il più accomodante "sta per arrivare il regno dei cieli".
Certo sopravvivevano ancora pochi illusi, come quel migliaio di seguaci di una
chiesa evangelica statunitense che sono andati in una valle vicino a
Gerusalemme dove, secondo l'"Apocalisse" di San Giovanni, verranno portati
tutti gli abitanti del mondo nel giorno del giudizio. Certo uno può
pensare che, oltre che illusi, sono stati anche stupidi a pagare un viaggio
che, di lì a qualche giorno secondo il loro credo, avrebbero potuto fare
gratis.
Alla fine del mondo qualche persona però ci ha creduto anche in Italia.
Non si spiegherebbe altrimenti il comportamento del sindaco di Roma, Francesco
Rutelli, organizzatore di un tentativo di strage proprio a cavallo del
cambiamento di anno. Ha organizzato un concerto di capodanno, facendo affluire
in una piazza romana un milione e mezzo di persone, senza predisporre alcun
tipo di servizio (dai trasporti a quelli igienici, a quelli sanitari, alle vie
di fuga): d'altro canto non sarebbero serviti a nulla se il mondo fosse finito.
Non si spiegherebbero le sue giustificazioni successive quando, invece di
chiedere scusa alla città, ha detto: "E' andata bene, non è morto
nessuno!"; è chiaro che si riferiva alla mancata apocalisse.
Ci hanno creduto anche i gestori dei fondi per il terremoto in Umbria, che
hanno restaurato prima la basilica di Assisi delle case dei terremotati, ancora
costretti a vivere nei container (in questi casi, si sa, è meglio
ingraziarsi il signore).
Ha creduto all'imminenza dell'armaggedon anche il senatore Romano Misserville,
fascista non pentito che ha votato la fiducia al nuovo governo D'Alema
dichiarando: "Io sono coerente, questo è un governo di destra!". Delle
due l'una: o ha ritenuto opportuno dire la verità (rimettendoci anche un
posto da sottosegretario) alla vigilia del giorno del giudizio, o è un
situazionista che ha costruito tutta la sua carriera politica solo per piazzare
quella battuta!
Ci hanno creduto soprattutto i giornali. Hanno raccontato scenari da tragedia
sul "millennium bug" (interruzioni di acqua e luce, aerei che precipitano,
guerra nucleare), facendo guadagnare miliardi (4.000 solo in Italia) al
già ricco Bill Gates. Non contenti del fatto che non fosse successo
nulla con il cambio di data, stanno affrontando l'annuale (ed abituale)
influenza invernale come se fosse una nuova epidemia di peste bubbonica. Per
fortuna ai giornali non crede quasi più nessuno e sarà difficile
trovare qualcuno che faccia incetta di armi e cibo, come hanno fatto gli
statunitensi per paura del bug.
In una parte del mondo però una piccola apocalisse c'è stata: a
Roma è iniziato il giubileo!
Le apocalissi uno se le immagina sempre con fuoco e fiamme, ma non è
sempre così.
Uno le può vedere sotto le sembianze dei cantieri ancora aperti
(nonostante le promesse e le statistiche del sindaco) lungo le strade di
scorrimento, persino quelle vicino S. Pietro. O la può vedere nei
cantieri mai aperti nella periferia, più degradata che mai. Al Pigneto,
vicino ad una delle nostre sedi, la strada è coperta di fango e sembra
di essere tornati agli anni in cui Pasolini vi girava "Accattone" (nota per i
cinefili: la nostra sede è il bar degli amici di accattone).
Altre volte assume le sembianze del traffico paralizzato da eventi di
autocelebrazione di qualcuno: come quando continuano a far arrivare i
pellegrini in pullman San Pietro (nonostante le promesse del sindaco), o quando
organizzano una maratona solo per far dare il via dal papa.
Le apocalissi sono fatte a volte, di piccoli disagi, come il mio, che devo fare
molta più fila per mangiare alla mensa aziendale perché, visto
che non è lontana da S. Pietro, hanno deciso di farci mangiare anche
preti, suore e dipendenti del Vaticano (senza, ovviamente, potenziarne le
strutture).
Altre volte i problemi hanno un rilievo sociale, come per gli spazzini romani,
per cui è stato decretato, con una legge (G.U. ndeg. 44 del 23/2/99), lo
stato d'emergenza per tutto il 2000, con possibilità di precettazione,
blocco di ferie e permessi, prolungamento dei turni e aumento dei carichi di
lavoro.
Non pensiate che il giubileo sia solo un problema di disagi causati ai romani o
di soldi sottratti alle tasche di tutti (anche degli atei) per finanziare il
giubileo cattolico, l'anno "santo" sta causando anche dei drammi veri. Sette
persone, quelli che, prima che la crisi economica portasse alla
precarietà d'alloggio anche giovani ed immigrati, si chiamavano
"barboni", sono morte per strada dall'inizio del giubileo. Non sono morti di
freddo, il termometro non è mai sceso sotto lo zero, oltretutto il clima
a Roma non è mai particolarmente rigido e negli anni passati ha fatto
raramente vittime: questi sette individui sono stati assassinati.
L'omicidio è avvenuto chiudendo alcuni ricoveri o cacciandoli via dai
posti dove dormire (le stazioni dei treni, alcune della metro, porticati e
monumenti) con la scusa di far trovare la città più "pulita". Una
dei sette la conoscevo di vista, si chiamava Heidi, è morta a 100 metri
dal porticato di San Pietro, dove abitualmente dormiva e dove non è
più potuta andare dopo l'apertura della "porta santa".
La fine del mondo non c'è stata, per sette persone è bastato il
giubileo.
Francesco Fricche
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