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Da "Umanità Nova" n.02 del 23 gennaio 2000

Oreste Benzi contro la libertà delle donne
Arroganza clericale

Apprendiamo con limitato stupore dal quotidiano "Il corriere di Rimini" di domenica 5 dicembre '99, alla rubrica "Per chi suona la campana" tenuta da don Oreste Benzi (Associazione Papa Giovanni XXIII) che la Azienda USL di Pesaro "ha risposto positivamente alla nostra richiesta di una presenza nei consultori portando a termine la modalità di questa presenza. La USL di Rimini non potrebbe fare altrettanto? Non sa che noi quasi tutte sono nella fede cattolica? Perché ci si impedisce di incontrarla per ridare loro la gioia di una vita liberata finalmente dall'aborto? E cosa costa all'USL di Rimini rispettare quello che la legge rende possibile?" (la citazione è integrale, gli errori di sintassi sono riportati come sul testo originale, nda). Tralasciamo, per rispetto della sensibilità di chi legge, il resto del pezzo: "Fermiamo la strage degli innocenti", "Quando siamo lì, sentiamo su di noi una grande sofferenza per ciò che a pochi passi da noi sta per compiersi", "Per la gente e per i farisei, era una cosa giusta e doverosa eliminare Gesù", ecc.

Dunque, dopo i ripetuti picchetti di preghiera che da diversi mesi la Associazione Papa Giovanni XXIII ripete davanti alla clinica "Villa Assunta" di Rimini, il "prete dei poveri" decide di mostrare i muscoli, suoi e della legge. Purtroppo, abbiamo seri sospetti che il concordato fascista rettificato da Craxi e ben condito dal governo D'Alema offrirà ancora una volta alla chiesa cattolica i mezzi e gli strumenti per imporsi ed imporre i propri dogmi, dispiegando nella sua più autentica veste la vera essenza della religione, delle religioni: annichilimento dell'individuo e della libertà di scelta a tutto vantaggio del potere di giudizio morale, potere evidentemente assoluto ed incontrollabile dal momento che è fatto discendere direttamente dall'esistenza di un presunto essere superiore - la divinità -. E la sagra di quelle che oramai per tutti dovrebbero essere banali ovvietà, si rende ancora una volta tristemente necessario ricordare.

Dopo secoli di atrocità e barbarie, persecuzioni conosciute e sconosciute, appoggio incondizionato fornito ad ogni sorta di brutale dittatura (come dimenticare l'amicizia di Pinochet con il Papa e le frequentazioni vaticane del dittatore cileno durante gli anni più bui del suo potere? Come dimenticare il silenzio durante gli anni del nazifascismo, con quell'eccezione di padre Kolbe, talmente eccezionale da doverne poi fare un martire?), non è ancora possibile per un uomo ed una donna vivere pienamente la propria condizione, già compromessa dall'esercizio di altri poteri (economico, militare, repressivo).

Per precauzione, avvisiamo i distratti dell'ultima ora di non affaticarsi nell'elencare le repressioni subite dai cristiani dalla dittatura sovietica: noi, gli anarchici, possiamo purtroppo dar lezioni a chiunque quanto a persecuzioni e stragi subite in Unione Sovietica ed in tutti i paesi dell'est, nessuno escluso. Ma la storia, si sa, la fanno i vincitori: le chiese ortodosse e cattoliche sono state restituite e riaprono i battenti, le sedi degli anarchici dovranno come sempre essere riconquistate al prezzo delle lotte politiche.

Ci fermiamo qui. Raccontare tutte le nefandezze in cui la chiesa cattolica - e certamente anche altre religioni - si è generosamente adoperata nei secoli ed ai giorni nostri richiederebbe volumi interi.

Non può bastare, non ci bastano, le dichiarazioni di Papa Woytila in cui si ammettono errori e colpe del passato. Non ci basta a maggior ragione perché tutt'oggi un signor Oreste Benzi continua la propria crociata, questa volta contro l'aborto. Non siamo favorevoli all'aborto (e chi lo potrebbe essere?) come non siamo contrari. Si tratta di disquisizioni viziate da un presupposto, quello per cui sia giusto e possibile giudicare i comportamenti e le scelte altrui: noi non giudichiamo nessuno, se non chi utilizza un qualunque potere per prevaricare e soffocare le libertà altrui.

Il signor Oreste Benzi, e supponiamo gli aderenti della sua associazione, lamenta un mancato accesso ad una struttura pubblica dove sono erogate prestazioni sanitarie, e dove chiunque può aver necessità di ricorrere. Appellandosi alla più meschina delle contraddizioni democratiche - le utenti del servizio sono quasi tutte cattoliche - accampa una sorta di diritto. Un diritto ad un estremo tentativo nel voler far recedere una donna dalla propria intenzione di non avere un figlio. Un diritto che giustamente il signor Don Oreste Benzi ritiene di avere: perché è convinto che così voglia il suo dio, perché è un prete della chiesa di Roma, perché lui è nel giusto e la scelta di quella donna è sicuramente sbagliata; perché è immorale e criminoso che un ente pubblico sostenga quella scelta. Perché lui è LA MAGGIORANZA, così come quella donna lo è. Un diritto il cui esercizio è estremamente doveroso, visto che si tratta di riportare nel giusto una "pecorella smarrita".

Che dire delle icone e dei crocifissi presenti, malgrado leggi e divieti, in quasi tutti gli enti pubblici, ospedali compresi? Che dire delle chiese e delle cappelle, anch'esse unica presenza non sanitaria ammessa negli ospedali? Del libero accesso di cui i religiosi godono in tutte le camere d'ospedale, sempre e ad ogni ora, per portare "conforto agli ammalati"? Addirittura nelle carceri, nelle peggiori sezioni dove si vive in condizioni inumane, manca di tutto ma non manca mai il cappellano. Per niente di tutto ciò è stato chiesto permesso: lo Stato del Vaticano esiste ancora e si prende ciò che vuole, perché è suo DIRITTO.

Poco conta se nell'ostentato numero di fedeli figurano uomini e donne portati in completa incoscienza al battesimo cattolico a pochi mesi di vita, uomini e donne che non frequentano da anni la chiesa né praticano alcuna funzione religiosa. Poco conta se le parrocchie si svuotano di giovani dopo che questi sono stati obbligati per convenzione sociale all'ultimo indottrinamento canonico dell'adolescenza, la cresima. Poco conta se per i figli di chi decide di "non avvalersi" dell'ora di religione non esistano quasi mai le ore di attività alternative, ragion per cui la stragrande maggioranza dei genitori decide di "avvalersene" per non veder stigmatizzati i propri figli.

La chiesa cattolica ha appreso bene e presto come muoversi all'interno delle contraddizioni della democrazia: loro sono LA MAGGIORANZA, non devono chiedere nulla. Chi deve chiedere - e deve combattere - per i propri diritti, sono tutti gli altri. Ci dispiace dover rifiutare la compagnia di chi condivide spesso questa esperienza con noi, atei e agnostici: musulmani, testimoni di geova, evangelisti ed altre religioni, abbiamo purtroppo il fondato sospetto che si comporterebbero potendo allo stesso modo della chiesa cattolica.

Dobbiamo una volta di più ed ancora lottare per ciò che dovrebbe essere normalmente riconosciuto ad ogni essere umano: il diritto, perlomeno in un servizio pubblico, a non essere giudicati nelle nostre scelte personali, a non dover essere costretti ad intavolare dibattiti politici o minacciar esposti in situazioni dove il dolore ci dovrebbe dar diritto al sostegno ed alla tutela della dignità. Non siamo, caro Don Oreste, carne da macello per le tue campagne religiose: tu hai già le tue chiese e privilegi di ogni genere. Ti definiscono il "prete dei poveri", ma cosa si sa delle strutture dove accogli i sofferenti psichici, i tossicodipendenti, i portatori di handicap? Cosa si sa delle rette giornaliere che ti sono pagate dagli enti pubblici per queste persone, per servizi dove è certo lo spessore spirituale degli operatori quanto incerta la presenza di operatori professionali? Perché mai io, se dovessi cadere in una situazione di dipendenza o di disturbo psichico, dovrei essere costretto a vivere in una struttura circondato da tanti buoni e bravi volontari e volontarie che ritengono necessario per la mia cura sottopormi varie volte al giorno a canti, preghiere e funzioni religiose?

Il solo fatto di essere disperato dopo dieci anni di eroina o di essere schizofrenico fa di me, una volta di più, un soggetto senza diritti, un non-uomo, una non-donna che necessita di qualcuno che giudichi e dirima su cosa è meglio per me. Per me prostituta, per me rom, e così via. Ci sono "sottigliezze" che, al prete dei poveri non interessano: a differenza di alcuni suoi colleghi più coraggiosi, il signor Oreste Benzi sa sbattere i pugni sul tavolo solo quando non gli è concesso di salvare animelle perdute. Sarebbe davvero interessante vederlo all'opera con la lobby degli albergatori riminesi che ogni stagione sfrutta centinaia di persone ponendole in condizioni bestiali, in nero e sottopagate. O con chi affitta appartamenti agli immigrati a 3 milioni al mese per farli poi vivere in dieci in un monolocale. O con gli industriali locali che strillano come aquile ad ogni rinnovo del contratto, licenziando esuberi e facendo ristrutturazioni per sbattere intere famiglie sul lastrico. Salvo poi cavarsela con qualche caritatevole donazione vuoi mai che poi davvero ci sia qualcosa nell'aldilà!

Cosa sarebbe mai il prete dei poveri senza tutta la sua umanità sofferente? Forse disoccupato, forse non apparirebbe più sulla ribalta di giornali e tv. L'importante è garantirsi la materia prima: che nascano! Poi dio provvederà, ma sembra che questo loro padreterno, forse per il surplus di lavoro, provveda piuttosto male.

Chiediamo a tutti i compagni, le compagne, i gruppi e le individualità, gli atei, gli agnostici ed i liberi pensatori, a chiunque in generale si riconosca nelle libertà di pensiero e di espressione, di inviare un messaggio alla Azienda USL Rimini - Unità Relazioni con il Pubblico (e.mail urp-ausl@infotel.it, indirizzo via Coriano 38, RIMINI , tel. 0541-707777 / 707785, FAX 0541-707700), chiedendo che sia interdetto l'accesso agli aderenti di qualsiasi confessione religiosa ai luoghi di transito e attesa dove si operino interruzioni di gravidanza, a tutela delle utenti del servizio e dei più elementari diritti e dignità della persona.

Riteniamo che la Associazione Papa Giovanni XXIII disponga già di più che sufficienti mezzi e spazi per esprimere le proprie opinioni in tutti i contesti della vita cittadina riminese e spesso nazionale, senza dover vedersi accordare ulteriori intollerabili intromissioni nella sfera personale degli utenti di un servizio pubblico.

Qualora dovesse essere accordato l'accesso agli aderenti della Associazione Papa Giovanni XXIII (o di altre associazioni confessionali) ai luoghi di cui sopra, ci attiveremo immediatamente in una opera capillare di propaganda politica anticlericale presso tutte le strutture socio-sanitarie ed ospedaliere della Azienda USL di Rimini.

Al signor Oreste Benzi piace molto la pace, ne infarcisce ogni suo discorso. A noi purtroppo tale condizione di beatitudine personale, relazionale, sociale e civile non è concessa, grazie anche a chi come lui utilizza un potere per avvilire ed annullare chi diversamente pensa e agisce. Poco importa se continuerà a presentarsi ipocritamente come il difensore dei diritti dei deboli e degli oppressi, finché non ammetterà - come già l'evidenza dei fatti dimostra - di tutelare e difendere chi rinuncia ad una parte di sé e della propria dignità per sottomettersi ad una religione, ad una chiesa, ad un uomo qualsiasi. Non vogliamo alcun dialogo a queste condizioni, non vogliamo questa pace. I muri delle ideologie che il coro belante dei potenti sostiene di aver abbattuto ogni volta che sputa sentenze, non ci riguarda, visto che permangono ben altri muri fatti di prevaricazione, autoritarismo e dispregio della libertà dell'altro e dell'ambiente. Su questi muri, che svettano bel alti nel tentativo di convincerci alla ineluttabilità del nostro ruolo di minoranze cui spettano piccole dosi di "diritti medi giornalieri", continueremo ancora e sempre a scrivere quel che disse Malcolm X: "Nessuna giustizia, nessuna pace".

Gruppo Anarchico Libertad Rimini - F.A.I. - Federazione Anarchica Italiana di Rimini



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