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Da "Umanità Nova" n.02 del 23 gennaio 2000

Inform@zione

Trapani: frontiera della Fortezza Europa

Trapani, città di frontiera situata sull'estremo lembo occidentale della Sicilia, rappresenta la porta d'ingresso dell'Europa per chi proviene dal Nord-Africa in cerca di fortuna.

Questa è una terra di passaggio, di solito chi arriva dal Maghreb non intende restare: il flusso migratorio ammonta a circa 40mila presenze annuali tra chi va e chi viene. Il porto di Trapani è considerato più che altro come una testa di ponte per chi è diretto nel nord Italia o in altri paesi europei.

Proprio per questo carattere "transitorio" dell'immigrazione, a Trapani è sorto dieci anni fa un centro di prima accoglienza (gestito dalla diocesi) che con i suoi 60 posti letto offre il soccorso più immediato ai numerosi tunisini, marocchini e algerini che arrivano a Trapani con pochi soldi e qualche indirizzo utile per raggiungere amici o parenti già residenti in altre regioni.

Dopo di che, il vuoto.

Le istituzioni pubbliche si sono mostrate sempre molto indifferenti al problema, rispecchiando fedelmente quell'apatia che da anni permea il tessuto della società civile (?) locale.

L'unica azione rilevante è stata quella di istituire due anni fa il famigerato centro di permanenza temporanea presso alcuni locali del "Serraino Vulpitta" che di fatto è una comune casa di riposo per anziani. Già un anno fa c'erano stati dei momenti di tensione all'interno del "Vulpitta". Le prime rivolte, le prime denunce che facevano capire che qualcosa non andava e che il centro era stato concepito e organizzato come un vero e proprio luogo di detenzione forzata. Come da prassi, c'è voluta la tragedia per sollevare il caso. Ben cinque ragazzi sono morti per l'ultimo, disperato tentativo di liberarsi dalle catene dello stato italiano. Un incendio appiccato affinché quelle sbarre si aprissero, un incendio come extrema ratio. Ma l'intervento del personale (militare e non) non è stato di certo tempestivo, e su questo bisognerà fare chiarezza.

Il dato ancor più sconcertante è che sull'identità delle vittime c'è ancora mistero. Le autorità italiane fanno ancora fatica a risalire alle generalità dei cinque ragazzi anche perché la collaborazione da parte delle sedi consiliari dei paesi coinvolti è davvero risibile.

Morti senza nome, dunque, poiché dei diritti degli immigrati non importa a nessuno.

Il 9 gennaio è stata organizzata una manifestazione per la chiusura del centro di Trapani e di tutti i centri in Italia promossa dall'associazionismo locale e alla quale erano presenti alcuni compagni della FAS di Palermo. La reazione dei trapanesi rispetto all'iniziativa è stata, come al solito, nulla a dimostrazione del fatto che questa città si è inquietantemente anestetizzata al marcio che regna fuori e dentro di essa. Ci si chiede dove fossero il sindaco e il presidente della provincia durante il dibattito che si è tenuto dopo il corteo, ma la loro assenza è forse la risposta più esauriente.

Il potere costituito, comunque, non resta con le mani in mano: chiudere i centri? Neanche per sogno! Ne verrà costruito un altro, più grande e capiente e sorgerà nell'area demaniale dell'aeroporto di Milo: una zona sufficientemente periferica, lontana dagli occhi indiscreti di chi vuole fermare questa barbarie di stato.

Un'ultima considerazione. Chi ha partecipato alla manifestazione di Trapani avrà senz'altro ascoltato le urla degli "ospiti" del centro aggrappati alle sbarre che gridavano "libertà!" e ringraziavano di cuore i manifestanti per quella dimostrazione di solidarietà.

Constatare che ci siano persone rinchiuse in una gabbia (in barba alla stessa normativa vigente!) per il solo fatto di volersi costruire un futuro migliore, dovrebbe far vergognare chiunque si ostini a decantare le lodi della democrazia liberale dell'Occidente.

Alberto La Via

S. Benedetto del Tronto: manifestazione contro lo sgombero del C.S.O. Totem e Tabù

Il 6 gennaio si è svolta a S. Benedetto del Tronto una manifestazione contro lo sgombero del C.S.O. Totem e Tabù, una casa colonica occupata e autogestita dal 1993.

Il 4 dicembre il sindaco Perazzoli si è presentato al C.S.O. per "proporre" il suo ultimatum, portando a conoscenza i compagni del Totem del definitivo progetto del Comune: ristrutturazione della casa colonica per adibirla a sala prova ed incisione (piano terra) con uffici per associazioni o per l'informa giovani (piano superiore) da realizzare a partire dal gennaio 2000. Con questo progetto l'amministrazione di centro sinistra di S. Benedetto ha dimostrato di non volere il dialogo e il confronto con i ragazzi del C.S.O., contattandoli esclusivamente per metterli al corrente della loro definitiva decisione (con il ricatto dell'uso della forza), senza contare i sette anni di autogestione e le persone che con impegno e determinazione l'hanno realizzata. Questo progetto del Comune è solo un pretesto per porre fine all'esperienza libertaria, antifascista, autogestita e di contropotere territoriale del C.S.O. Totem e Tabù, anche perché esistono altri spazi nella città che possono essere utilizzati per quello scopo e con minor spesa. Strano che Perazzoli e la sua corte in 7 anni non ci abbiano pensato. In realtà l'amministrazione comunale non tollera più un'esperienza nata dal basso per soddisfare le esigenze di socializzazione al di fuori del mercato e per elaborare una politica e una cultura al di fuori del controllo autoritario e gerarchico delle istituzioni che non sia omologazione ma impegno individuale. Basti pensare che i compagni del Totem durante la guerra dei Balcani hanno occupato la sede dei DS per denunciare la vergognosa partecipazione del governo italiano al conflitto. Tornando alla manifestazione: ci siamo trovati in 400 davanti al Comune di S. Benedetto. Hanno aderito e partecipato: Punto Rosso (Fermo), USI-AIT (Ancona), individualità antagoniste libertarie (Civitanova), CPA Obelix (Pescara), Collettivo Il Fortino (Giulianova), Cozze Amare del litorale fermano, Centro Studi Libertari "L. Fabbri" (Jesi), Antagonismo Studentesco (Teramo), Collettivo universitario "A. Gramsci" (Macerata), CSA via delle Terme (Ascoli), Collettivo T'nT (S. Benedetto del Tronto).

Il corteo colorato, vivace, con artisti di strada e il sound system del Totem e Tabù ha avuto una forte connotazione libertaria. Inizialmente alcuni compagni del C.S.O. hanno discusso animatamente con la digos per l'eccessivo dispiegamento delle forze dell'ordine e per la presenza dei carabinieri con i fucili che non sono stati comunque allontanati. Il corteo scandito da slogan contro il sindaco Perazzoli, contro lo sgombero, contro le repressione ha percorso la via principale, viale De Gasperi ed infoltendosi mano a mano è confluito in piazza Giorgini dove la manifestazione si è conclusa con alcuni interventi per spiegare ai cittadini di S. Benedetto la delicata situazione del Totem. Molte persone si sono incuriosite ed alcuni hanno chiesto informazioni. La giornata di lotta si è conclusa con una cena e una festa popolare al C.S.O.

Il bilancio della manifestazione è più che positivo sia per il buon numero di compagni ma anche perché alcuni giorni prima si è costituito un coordinamento anticapitalista tra collettivi e individualità delle Marche e dell'Abruzzo da estendere ad altre realtà e situazioni che ha partecipato alla sua organizzazione. Tale coordinamento ha lo scopo di difendere il Totem e Tabù, di rilanciare la lotta per gli spazi occupati e autogestiti, di lottare contro la repressione e la mercificazione della società. Si spera quindi di aprire spazi di libertà anche in altre realtà presenti nel coordinamento attraverso dei momenti di lotta comuni. 10, 100, 1000 Totem e Tabù.

Coordinamento anticapitalista Abruzzo e Marche



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