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Da "Umanità Nova" n.02 del 23 gennaio 2000

Senza Frontiere. Brevi dal mondo

Perù - occupazione delle terre

Tensione alle stelle a San Juan de Miraflores (Distretto di Lima, Perù), dove continua il braccio di ferro tra la polizia e circa 200 famiglie indigenti, intenzionate a proseguire l'occupazione di una proprietà privata di circa 10 Km<=, situata nel settore di Pamplona Alta. Nelle prime ore dell'8 gennaio, un centinaio di agenti ha tentato nuovamente di sgomberare la tenuta, con l'utilizzo di bombe lacrimogene e sparando colpi di ama da fuoco in aria, ma gli occupanti hanno resistito. Dopo il fallimento dell'operazione, che ha causato una dozzina di feriti, i poliziotti si sono ritirati. Bertha Carbajal Quintana, portavoce degli occupanti, ha ribadito che la protesta delle famiglie proseguirà fino a che non sarà concesso loro un pezzo di terra dove stabilirsi

Ecuador - sciopero generale il 15 gennaio

Proseguono e si intensificano in Ecuador le proteste di massa contro il Presidente Jamil Mahuad. La mobilitazione più significativa sarà quella del prossimo 15 gennaio, giornata scelta dai principali sindacati del Fronte Popolare e dalla Confederazione delle Nazionalità Indigene (Conaie) per indire uno sciopero generale. Organismi politici e sociali dell'opposizione hanno invocato a gran voce la destituzione di Mahuad, indicato come principale responsabile della più grave crisi economica mai affrontata dal Paese andino negli ultimi 70 anni.

Colombia - si allargano le proteste per la costruzione di una mega-diga

Gli Embera, indigeni della Columbia vedono la loro terra minacciata da inondazioni provocate dal mega progetto di una diga nella area nord di Urra.

Parecchi capi del movimento sono stati assassinati. Indigeni e agricoltori sono stati dislocati.

Un mese fa il ministro dell'ambiente ha dato il via a questo mega progetto che inonderà l'intera area.

Gli Urra hanno marciato da Medelin a Bogotà (700 km. !) e giunti nella capitale hanno emesso il seguente comunicato stampa :

"L'impresa idroelettrica Urrá S.A. sarà responsabile della morte per annegamento di 200 indigeni Ebéra Katío che si trovano sotto la Protezione Indigena dell'Alto Sinú nell'area di inondazione della diga Urrá. L'impresa continua crudelmente il riempimento del bacino artificiale senza dare importanza alla vita di questi fratelli, né alla nostra cultura.

Gli indigeni delle comunità di Dozá, Beguidó, Âborromîa e Sâbudó si negano ad abbandonare le proprie terre perché l'impresa non ha concertato con il popolo Ebéra e i suoi Rappresentanti dei fiumi Sinú e Verde e ha imposto alle comunità danni tremendi, come la distruzione dei pesci che ci hanno alimentato per secoli.

In questa situazione, delegati dalle nostre comunità, 168 Ebéra sono giunti a Bogotá tra il 13 e il 14 dicembre dopo aver percorso 700 chilometri.

Esigiamo dal governo di concordare senza inganni. Esigiamo da Urrá, dal presidente Pastrana e dai suoi Ministri dell'Ambiente, delle Miniere e dell' Interno di riparare ai danni fatti reintegrando alla nostra Protezione il territorio tradizionale che non ne fa parte. Che si prendano misure pratiche per risolvere la distruzione del fiume Sinú e si passi da programmi di carta a fatti, per salvare l'ambiente della regione ed esigiamo un precedente per difendere il futuro di altri popoli indigeni che, così come ordina la Corte Costituzionale, il governo riconosca concretamente la partecipazione delle comunità ai benefici un'opera genera e non solo i suoi terribili danni.

I colombiani e la comunità internazionale possono impedire che si commetta un genocidio nell'Alto Sinú, appoggiando la nostra lotta simboleggiata dai 168 compagni che sono a Bogotá, parte dei quali sono già stati repressi dalla Polizia mentre si trovavano nel Ministero dell'Ambiente per esigere i loro diritti. Trenta pescatori non indigeni del fiume Sinú sono arrivati a Bogotá per accompagnare gli Ebéra nella Città Universitaria. Lì attendiamo altra compagnia solidale e giustizia.

Non si inonderà la vita né la dignità Ebéra!"

Rappresentanti maggiori e minori dei fiumi Sinú e Verde e di Beguidó



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