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Da "Umanità Nova" n.3 del 30 gennaio 2000

In nome del padre

Dopo la morte improvvisa Bettino Craxi è stato ricordato sia da esponenti del governo che dell'opposizione in termini che ne hanno evidenziato il ruolo pubblico, sottacendo sulle vicende che lo avevano fatto cadere in disgrazia e portato a trascorre gli ultimi anni in Tunisia.

Esule o latitante, uomo di governo o capo dei quaranta ladroni, su Craxi, al pari di Jules Élysard, parafrasando la celebre frase di Krauss su Adolf Hitler, non abbiamo nulla da dire.

Ricordiamo però il furto della scala mobile e il nuovo concordato stipulato con la chiesa cattolica, che è quasi riuscito a farci rimpiangere quello stipulato nel 1929 da Mussolini. Ma questi non sono reati contemplati dal codice penale.

Quello che si è consumato nell'aula di Montecitorio il 20 gennaio è stato un rito strano, non tanto perché veniva commemorato un ex capo del governo morto contumace all'estero dopo diverse condanne definitive per latrocini vari, ma per la singolare convergenza tra governo e opposizione sia nei pudori, sia nei riconoscimenti. Scrostata la sottile patina di vernice che ricopre gli uni e gli altri, si finisce con lo scorgere una sostanziale somiglianza tra destra e sinistra, una somiglianza non casuale perché gli uni e gli altri trovano le loro radici, il loro terreno di coltura negli anni '80 di Craxi. Solo gli sciocchi possono pensare che la cosiddetta seconda repubblica veda la luce dopo tangentopoli, dopo lo scandalo del finanziamento illecito dei partiti, che aveva fatto saltare i partiti e la maggior parte dei politici che avevano governato l'Italia per quasi mezzo secolo. Certo tangentopoli ha rappresentato un terremoto nel sistema di potere dell'epoca, pensionando parecchi protagonisti della stagione precedente e portandone in auge di nuovi e nuovissimi come Berlusconi, tuttavia l'Italia degli anni '90 con paradosso solo apparente non è figlia di tangentopoli ma del craxismo degli anni '80. Il Partito Socialista di cui Craxi è stato segretario per 16 anni ha rappresentato il vero spartiacque tra due diverse concezioni della politica: da un lato una politica di stampo spiccatamente ideologico, dall'altro una politica spiccatamente antideologica, in cui la versatilità delle posizioni e delle scelte (nonché dei vari fronti di alleanza) viene messa sul mercato come segno di un'attitudine programmatica pragmatica. La sinistra nuova di cui è alfiere il buonista kennediano Walter Veltroni si differenzia dalla destra imprenditoriale e calcistica del Cavalier Berlusconi solo sul piano dell'immagine elaborata dai vari uffici stampa, perché le scelte politiche concrete appaiono del tutto intercambiabili. L'affermazione di un modello antiideologico, fondamentalmente racchiuso nella categoria dell'estetico trova le sue radici nel craxismo. In questa prospettiva tangentopoli, oltre che un regolamento di conti interno alla classe politica, non rappresenta che un'accelerazione di un processo già in atto, un'accelerazione che, curiosamente, brucia la carriera proprio all'uomo che maggiormente aveva incarnato questo processo.

Così la cerimonia imbarazzata celebrata in parlamento il 20 gennaio è stata una sorta di tardivo rito di passaggio, in cui i politici di oggi hanno preso commiato da un'epoca della quale sono i figli più legittimi. Dopo il parricidio politico, la scomparsa fisica del padre ha consentito la riconciliazione.

Tutti insieme, in nome del padre.

Rosa Saponetta



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