![]() Da "Umanità Nova" n.4 del 6 febbraio 2000 Pestaggi Democratici di Sinistra
A Napoli, Genova, Trapani, Firenze, Milano, Roma e Torino le polizie dello stato democratico italiano hanno risposto con la violenza alla protesta di chi in quella giornata aveva deciso di manifestare contro i "centri di detenzione temporanea" per immigrati, moderni campi di concentramento per persone il cui unico reato è la ricerca di una vita migliore. Pestaggi e fermi di massa si sono verificati a Genova e a Napoli contro chi si accingeva a prendere il treno senza pagare il biglietto per andare alle varie manifestazioni; altri pestaggi, con contorno di schedature di massa, anche a Roma sul treno che riportava indietro alcune centinaia di partecipanti alla manifestazione di Firenze. La polizia non ha mancato di menare le mani, caricando brutalmente e sparando centinaia di lacrimogeni, anche durante le manifestazioni di Milano, Firenze e Trapani. Nella notte di sabato a Roma e nel pomeriggio di domenica a Torino, gli immigrati reclusi nei lager bruciavano lenzuola, asciugamani e materassi per manifestare il loro appoggio in solidarietà ai cortei del giorno precedente. A Termini Imerese, nel palermitano, 22 reclusi sono fuggiti e subito è scattata la caccia l'uomo. Il ministro degli Interni Bianco si è subito affrettato ad evocare i fantasmi del terrorismo per isolare i centri sociali dal "mondo variegato, pittoresco e colorato della sinistra tradizionale, dagli ambientalisti, dai sindacati, dai partiti tradizionali" contraddistinti da "una tensione morale molto grande". Bianco inoltre non ha mancato di rispondere alle accuse di Fini che denunciava la presenza in manifestazione anche di pezzi della maggioranza di governo sostenendo che "Bisogna distinguere tra i valori, anche molto spinti, che si raccolgono in queste manifestazioni. Luigi Manconi, per esempio, ha svolto una funzione molto importante tra i manifestanti e il governo". Per una volta siamo d'accordo con il ministro: occorre distinguere. Distinguere tra i valori certo. Ma soprattutto distinguere tra chi con chiarezza persegue l'obiettivo della chiusura dei lager per immigrati e il diritto alla libera circolazione degli individui e chi invece si accontenterebbe di "umanizzare" i centri, lasciando intatto un quadro legislativo fondato sulla regolazione dei flussi (notoriamente affidata agli scafisti). Obiettivo quest'ultimo che vede il governo più che disponibile: lo stesso Bianco ha dichiarato che la chiusura del centro milanese di via Corelli era un fatto già deciso da tempo, a Torino il lager di C.so Brunelleschi sarà probabilmente spostato in località più periferica e meno visibile agli occhi sensibili della sinistra buonista e ipocrita, quella che, veltroniamente, "si preoccupa" (di non perdere voti). Distinguere soprattutto tra chi si scontra con la polizia per chiudere i centri e chi invece organizza la movida per consentire al verde Manconi di fare il mediatore "tra istituzioni e società civile". Di fronte alla manifestazione del 29 gennaio a Milano è infatti difficile sottrarsi all'impressione di trovarsi di fronte ad un copione già letto, ad un film già visto: chi non ricorda la manifestazione dell'autunno del '98 a Trieste che vide le tute bianche dei centri sociali del Nord Est scontrarsi con la polizia davanti al lager locale e il portavoce dello stesso gruppo volare a Roma per incontrare l'allora ministro degli Interni Russo Jervolino? Anche in quest'occasione il ministro degli Interni ha mostrato disponibilità verso la "società civile", dichiarando che i centri di accoglienza temporanea non devono essere "né alberghi, né carceri". Gli scopi del governo sono chiari: rendere "più funzionali" allo scopo (l'eliminazione della manodopera in eccedenza o inutile) i centri di accoglienza, facendo leva sul volontariato, l'associazionismo, le anime belle della sinistra buonista, che parla di chiusura ma lavora per la cogestione. Nel frattempo il ministero degli Interni annuncia nuove procedure: chiusura dei centri ubicati nelle grandi città e spostamento in località più controllabili, istituzione di campi di internamento in Albania, l'assunzione di immigrati-capò per il controllo all'interno dei centri. E poi Ciampi ha il coraggio di dire che il nazista Haider, rievocando i fantasmi del terzo reich, offende i valori su cui si fonda l'Unione Europea! Chissà cosa avrebbe detto Adolf Hitler del trattato di Schengen, dell'Europa delle polizie, dei centri di detenzione... Maria Matteo
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