unlogopiccolo

Da "Umanità Nova" n.6 del 20 febbraio 2000

Par condicio: il segreto dell'agitatore

E per fortuna che c'è Haider, altrimenti la campagna politica per le elezioni amministrative in Italia si sarebbe snocciolata attorno alla questione della par condicio.

Non che possiamo esser certi di ciò. Infatti il clamore suscitato dal botta-e-risposta fra Berlusconi e D'Alema della scorsa settimana -- "elezioni moralmente illegittime" versus "c'è un centrodestra permeato di posizioni che ci allontanerebbero dall'Europa" --, sta ad indicare quanto al circo Barnum della visibilità mediatica lo spettacolo di chi la spara più grossa è pur sempre un bel "numero". Soprattutto se copre il nulla ed il vuoto che vi sta dietro.

Del resto, come ebbe a scrivere il grande fustigatore dei politici e dei giornalisti Karl Kraus , "il segreto dell'agitatore è di rendersi stupido quanto i suoi ascoltatori, in modo che questi credano di essere intelligenti come lui". Il che -- per usare una prosa meno preziosa e nobile -- può farci capire il grado massimo di intelligenza ormai raggiunto da chi ancora pervicacemente sostiene la necessità di votare la sinistra per non far vincere la destra!

Ma siccome né ci basta, né ci accontenta il sapere che vi sia più stupidità a sinistra di quanta intelligenza a destra, vogliamo allora credere che attorno alla questione par condicio gli uomini di stato e di partito giochino realmente la partita della loro sopravvivenza. Nel senso che tolta questa "questione", cosa rimane a loro per potersi autolegittimare rappresentanti degli interessi di chi li ha votati?

Fa sempre un grande effetto poter sostenere che si vuole imbavagliare l'opposizione e toglier di mezzo il suo leader carismatico, così come non manca di vis dramatis il ribadire a ogni occasione il "conflitto di interessi" del Cavaliere Silvio Berlusconi. A pensarci bene quale altra presa sugli spettatori della politica gli uomini di stato e di partito, possono mai disporre? Scelte economiche? Sociali? Culturali? Perfino l'intervento dell'Italia in guerra ha dimostrato che non sussiste alcuna differenza É

E allora andiamo, scriverebbe Enzo Jannacci. Andiamo a votare per difendere la libertà di esprimere la propria opinione politica a chi dell'opinione politica non ha mai voluto sentir parlare. Andiamo a votare per tutelare chi in nome del "conflitto di interessi" altrui difende i propri. Andiamo a votare perché la destra ci porta lontano dall'Europa, mentre la sinistra ci porta a sua volta lontano, sì, "ma dov'è che si va?"

Jules Élysard

P.S.: A forza di "andare a votare" si finisce per votare anche Haider. Foss'anche solo Éper vedere di nascosto l'effetto che fa.



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