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Da "Umanità Nova" n.6 del 20 febbraio 2000

Senza Frontiere, Brevi dal mondo

Polonia: protesta contro la guerra in Cecenia

La sera di capodanno per protestare contro i bombardamenti in Cecenia, Dominik Piaskowski, uno tra i cinque partecipanti due anni orsono al "Treno per la Cecenia", si è dato fuoco di fronte al municipio della propria città Lezno (situata tra Poznan e Wroclw). Il fuoco è stato spento rapidamente: le condizioni del manifestante non sono gravi.

(trad. di Amria)

Solidarietà agli scioperanti del Minnesota

La commissione relazioni internazionali dell'USI-AIT ha ricevuto dalla sezione statunitense dell'AIT una richiesta di solidarietà internazionale a favore dello sciopero di 143 lavoratori siderurgici di Gary New Duluth (Minnesota). Questi scioperano ininterrottamente dal 24 agosto scorso chiedendo lo stop agli straordinari obbligatori, previdenza sociale, assicurazione contro malattia e infortunio, sicurezza sul posto di lavoro e condizioni lavorative decenti. Nonostante il velato boicottaggio del sindacato ufficiale di categoria, la United Steelworkers of America, hanno trovato un forte appoggio, anche economico, fra i lavoratori del territorio, attualmente coordinato dai compagni della locale sezione dell'AIT. Addirittura si era mosso in favore degli scioperanti il vescovo cattolico della città, che però, la settimana dopo aver versato loro 5.000 dollari, si è visto notificare dal Vaticano il suo prossimo trasferimento in Alaska.

Ora i lavoratori chiedono la solidarietà internazionale: la loro azienda, la MEI Incorporated/GST/GS Industries, è una multinazionale che tramite la GST Europa ha due filiali in Italia, la prima a Mezzomerico in provincia di Novara, la seconda a Piombino, tramite una joint venture con la Siderurgica Lucchini.

Per contatti: AIT Minnesota, 323 Fourth Street Cloquet, MN 55720-2051 USA:

aitminnesota@hotmail.com
Per protestare e fare sentire la propria solidarietà: GST Europa Spa, Via Marano Ticino 7 28040 Mezzomerico (NO); tel 0321-923010; fax 0321-923141

F.F.

Bolivia - duri scontri a Cochabamba

L'annunciato aumento della tassa sull'acqua ha scatenato la protesta di migliaia di cittadini dell'area di Cochabamba che sono scesi in piazza il 5/2, scontrandosi violentemente con la polizia. Gli agenti hanno esploso proiettili di gomma e bombe lacrimogene, provocando il ferimento di una trentina di dimostranti. Dozzine di manifestanti sono stati arrestati. Il governo del Presidente Hugo Banzer ha annunciato che se la situazione non tornerà in breve tempo all'ordine, sarà necessario proclamare il coprifuoco.

Brasile - ennesimo sgombero di contadini senza terra

Sabato 5/2 è stato eseguito, tra grida disperate e lacrime di anziani e bambini, lo sgombero delle 180 famiglie di Senza Terra della fazenda Taba, latifondo situato nelle vicinanze di Mosqueiro (Stato del Parà, Brasile). I contadini non sono comunque andati lontano, accampandosi sul ciglio della strada, appena fuori la fazenda. All'espulsione hanno preso parte 120 agenti della polizia militare, divisi in un gruppo a cavallo ed una squadra a piedi con l'ausilio di unità cinofile. I Senza Terra hanno radunato le proprie cose e sono usciti dalla tenuta, senza incidenti, sotto gli occhi vigili degli agenti. In un primo momento, il rappresentante del giudice ha tentato di allontanarli anche dalla strada, ma essendo suolo pubblico ha dovuto rinunciare. I Senza Terra sono comunque pronti ad una nuova occupazione della fazenda, la terza, anche se ricordano : "Il latifondista che si arroga ingiustamente la proprietà di Taba è un uomo violento e potrebbe reagire nel vedere che noi ci siamo piazzati vicino all'ingresso della tenuta". Va ricordato che, in base all'analisi della documentazione relativa all'area, effettuata dall'Istituto di Colonizzazione e Riforma Agraria (Incra), è stato accertato che il 90% dell'area è stato ottenuto illegalmente dai sedicenti proprietari

Colombia - massacro di contadini

Sabato 5/2, otto campesinos sono stati uccisi dai paramilitari delle Autodifese Unite della Colombia nei pressi di Urrao, 160 km a sudest di Medellin (Dipartimento di Antioquia). Le vittime sono state massacrate ad un falso posto di blocco della polizia municipale. I Paramilitari hanno anche fatto saltare un ponte che dalla periferia conduce alla zona centrale della città Urrao.

Gran Bretagna - un morto in un Centro di detenzione

Il ministero britannico dell'interno ha confermato che la mattina del 24 gennaio un richiedente l'asilo lituano di 49 anni si è suicidato al centro di detenzione di Harmondsworth, vicino all'aeroporto di Heathrow. La sua morte ha suscitato profonda emozione fra tutti i detenuti, uomini e donne, e la maggior parte di loro non è riuscita a mangiare. Due guardie della sicurezza, traumatizzate, hanno lasciato il servizio per rientrare a casa. Ma, naturalmente, non è stata adottata nessuna misura di sostegno ai detenuti, che in quest'ala sono una sessantina... il ministero non ha voluto rivelare il nome della persona deceduta...

Questo evento conferma la durezza e il cinismo della legislazione sull'immigrazione e sull'asilo nei confronti dei richiedenti l'asilo.

Ultimamente tale legislazione è stata resa più restrittiva e prevede misure come:

-dispersione dei richiedenti l'asilo su tutto il territorio;
-distribuzione di buoni-pasto invece di un'indennità;
-riduzione delle possibilità d'appello.

A questo si aggiungerà un ampliamento dei centri di detenzione con la messa in servizio della vecchia caserma di Oakington, nei pressi di Cambridge, e la costruzione di un nuovo edificio a Feltham, dove potranno essere alloggiate anche famiglie. Così, potranno essere rinchiusi anche i bambini. Altri centri sono in funzione a Campsfield, vicino a Oxford, a Haslar, vicino a Gosport, e, soprattutto, il più noto, alla prigione di Rochester, che recentemente è stata oggetto di severe critiche da parte di Sir David Ramsbotham, ispettore capo dei servizi penitenziari.

Brasile - ancora espropriazioni

E' ufficiale l'espropriazione della fazenda Taba (Mosqueiro, Stato del Pará, Brasile). Il sindaco di Belém ha firmato il decreto, stabilendo che il comune esproprierà la parte rivendicata dal latifondista per `fini sociali' e chiederà la devoluzione dell'altra parte dei terreni, già appartenenti allo stesso municipio. Non si hanno per il momento ulteriori informazioni sull'esatta superficie del latifondo destinata alle 180 Famiglie di Senza Terra (Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra, Mst) dell'accampamento "Martires de Abril", che dal maggio scorso rivendicano una parte di Taba, per potervisi stabilire.

Colombia - bambini uccisi dai militari

La "Asociación de Cabildos y autoridades tradicionales ASOU`WA" e il "Consejo Regional CRIA", denunciamo i seguenti fatti: "Oggi venerdi' 11 febbraio 2000, alle 8:15 a.m., sono arrivate forze miste tra polizia ed esercito che sono state trasportate per via aerea, nel posto Canoas, a circa 4 chilometri da Gibraltar (Norte de Santander), posto in cui ci eravamo concentrati circa 450 indigeni tra donne, bambini ed anziani della comunita' Uwa. La forza pubblica, senza alcun avviso, ci ha sgomberato con la forza, con mezzi pesanti e gas lacrimogeni, obbligandoci a lanciarci nelle acque del fiume Cubujón, a causa della persecuzione e ai fatti di forza. Come conseguenza di questi soprusi il saldo è di 3 bambini indigeni morti, bambini e donne feriti e contusi, e indigeni desaparecidos".

Messico - 200.000 persone in piazza

Nella manifestazione più partecipata degli ultimi anni, circa 200 mila persone hanno chiesto a gran voce la liberazione immediata degli universitari prigionieri e hanno offerto appoggio totale al Consejo General de Huelga (CGH). In questa manifestazione, convocata dalla direzione del PRD e a cui hanno partecipato decine di organizzazioni civili, si e' sommato l'appoggio spontaneo di centinaia di persone della societa' che, al passaggio del corteo, manifestavano la loro simpatia per gli scioperanti.

Alla testa del corteo, i genitori che a gran voce hanno chiesto la liberta' per i loro figli, "prigionieri politici".

Dal monumento del Angel de la Independencia fino allo Zocalo capitalino, decine di migliaia di gole si sono unite in un solo grido: "Liberta'!", slogan che per ore hanno sostenuto gli studenti scioperanti, gli elettricisti, i telefonisti, i lavoratori delle delle universita', gli indigeni e contadini, gli ambulanti e le organizzazioni come il Fronte Zapatista e il Frente Popular Francisco Villa (FPFV), deputati del PRD e personalità della cultura.

Mai, nei nove mesi di sciopero nell'UNAM, si era registrata una manifestazione così partecipata come quella di ieri; tali erano le sue dimensioni che quando la testa del corteo entrava nello Zócalo, la piazza che ospita la sede del governo, la coda appena era partita dal monumento dell'indipendenza.

Scarsa la presenza della polizia, e non sono stati scontri.

Perù - rivolta nel carcere di Yanamayo

Domenica 6 febbraio le celle del carcere-freezer di Yanamayo, posto ad un' altitudine di quasi 4000 nelle Ande peruviane al confine con la Bolivia, sono state infiammate dalla rivolta dei prigionieri di guerra : 50 prigionieri del padiglione 4 hanno preso in ostaggio una trentina di guardie

A scatenare la rivolta domenica sera, stando ai resoconti forniti dalla stampa peruviana, è stata l'ennesima irruzione di una sessantina di guardie armate di fucili e pistole lancia-lacrimogeni che hanno assassinato un prigioniero e feriti una ventina.

Per i due giorni successivi, circondati da truppe dell'esercito in assetto da guerra, hanno mantenuto il controllo del loro padiglione, anche dopo il rilascio degli ostaggi nella notte del 7 febbraio, hanno issato striscioni e bandiere fuori delle grate e lanciato in continuazione slogan per gridare le loro rivendicazioni sulla richiesta di status di prigionieri politici e sulla chiusura del carcere-cimitero della Base Navale (vicino Lima), orribile lager con celle interrate e grandi 2metri x 3, sul miglioramento delle condizione di detenzione e presenza di osservatori della Croce Rossa a garanzia dell'integrità fisica dei prigionieri.

Ancora il 12 febbraio, agli osservatori delle organizzazioni per il rispetto dei diritti umani è stato ripetutamente negato l'accesso al carcere e ancora non è certo se e come le forze armate ne abbiano ripreso il controllo.



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