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Da "Umanità Nova" n.8 del 5 marzo 2000

Guerra di sterminio in Cecenia

La guerra di invasione della Cecenia da parte dell'esercito russo si trascina ormai da tempo, esattamente dal 2 ottobre 1999, quando alcune migliaia di soldati russi attraversarono in più punti il confine con la piccola repubblica secessionista. Insieme ai russi sono entrati in Cecenia gli orrori della moderna guerra di sterminio. Città e villaggi vengono prima distrutti con massicci bombardamenti aerei e terrestri da fameliche "truppe d'assalto" che terrorizzano coloro che non hanno avuto tempo o modo di fuggire. Stupri ed esecuzioni sommarie sono ormai pane quotidiano per queste disgraziate popolazioni, senza dimenticare i cosiddetti "campi di filtraggio", freddo termine tecnico che nasconde la realtà orrenda dei lager dove vengono rinchiusi tanti degli scampati alla carneficina. Questi campi erano già stati "felicemente" sperimentati durante la guerra del 1994 -1996: delle 25.000 persone che vi furono internate solo 7.500 ne uscirono vive. Oltre a questi metodi di guerra, certamente non diversi da quelli di Milosevic che tanto scandalizzarono i benpensanti occidentali solo 12 mesi fa, il nuovo presidente ad interim (il precariato sembra conquistare anche le più alte funzioni dello Stato...) ha chiesto ed ottenuto di introdurre l'insegnamento militare nelle scuole. Nemmeno Stalin era riuscito a tanto!

Mentre i democratici governi occidentali fanno un gran baccano sull'avanzata dell'estrema destra in Austria, Putin, già capo dei servizi segreti russi (ex KGB), applica quello che Haider racconta, suscitando tra i politicanti europei e americani solo qualche discorso indignato fine a se stesso.

In effetti dalla fine del "blocco dell'Est" i dirigenti occidentali non hanno mai smesso di chiudere gli occhi di fronte alle schifezze compiute dai nuovi padroni del Cremlino. Dal 1993 Eltsin, che aveva conquistato il potere con l'uso della forza delle armi, ha potuto contare su un sostegno occidentale incondizionato accompagnato da una moltitudine di prestiti e investimenti economici. Contemporaneamente, tutti hanno chiuso gli occhi sulla caccia allo straniero scatenata a Mosca, sull'alleanza con il fascista Jrinovski, sulla corruzione imperante che arricchisce pochi e tinene gran parte della popolazione nella miseria.

Oggi mentre si tortura e si massacra, i tenutari dell'ordine capitalista salutano con soddisfazione l'arrivo al potere di Putin, "uomo forte" del clan al potere a Mosca: il "Club di Londra" offre un nuovo maxi prestito alla Russia (dieci milardi di dollari) e il segretario della NATO lancia la proposta di nuova cooperazione con la Russia che possa superare le "incomprensioni" della guerra per il Kosovo.

In Italia sulla guerra in Cecenia è calato un silenzio di piombo: poche righe sui giornali e qualche presidio dei pacifisti di fronte all'ambasciata russa a Roma. Il governo italiano tace sui massacri ma conclude ottimi affari con il regime di Putin. È di questi giorni la notizia dell'avvio dei lavori per "Blue Stream": "ENI e Gazprom hanno dato ieri il via ai lavori per il gasdotto dei record che unirà Russia meridionale e Turchia attraverso le profondità del Mar Nero, permettendo a Mosca di vendere 25 miliardi di dollari di gas nei prossimi anni" ("Il Sole - 24 Ore" del 4 2 2000). Il gasdotto, che costerà 2 miliardi di dollari, "servirà da volano per il rilancio dei flussi commerciali e finanziari" tra Italia e Russia, ma permetterà anche all'ENI e all'Italia di candidarsi come maggior alleato della Russia in una regione dove invece gli Stati Uniti cercano di tagliarla fuori con la costruzione di un oleodotto che porti il petrolio caucasico verso il terminale turco di Ceyhan. D'Alema non ha quindi nessun interesse ad indebolire la posizione dei padroni del Cremlino.

Le vicende russe sono il risultato di calcoli economici e politici fatti pagare ai più deboli. Il capitalismo si è sempre accompagnato a guerre e a conflitti dai quali ha sempre cercato di trarre profitto. Sarebbe ora che tutto questo cessasse e alla guerra tra i popoli si sostituisse l'unica guerra giusta: quella per la costruzione di una società di liberi ed eguali.

M. B.



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