Da "Umanità Nova" n.8 del 5 marzo 2000
Controllo sociale
Pronto chi spia?
Il "Grande Fratello" è un personaggio di "1984", il noto romanzo di
George Orwell che descrive una società da incubo, completamente
controllata da un Potere assoluto attraverso tecniche di spionaggio e
manipolazione delle coscienze dei cittadini. Un po' come quella nella quale
viviamo oggi...
Il timore di essere continuamente sotto controllo si può prendere
terribilmente sul serio, come fanno di solito i fanatici della "Teoria del
Complotto" (un buon esempio sono i protagonisti dei telefilm della serie
"X-Files"), oppure con più filosofia constatando che, dopotutto, passare
la vita a preoccuparsi che qualcuno ci stia spiando è la strada
più veloce per sviluppare sindromi paranoiche.
Secondo una vasta letteratura facilmente accessibile, soprattutto su Internet,
il "Grande Fratello" esiste davvero ed ha anche un nome: "Echelon", si
chiamerebbe così un complesso e capillare sistema di sorveglianza creato
allo scopo di controllare tutti i tipi di comunicazione basandosi
principalmente su una lista di parole chiave. Se nel messaggio intercettato
è presente uno di tali vocaboli allora esso viene registrato, ed
eventualmente utilizzato successivamente per indagini di tipo più
tradizionale. Se un sistema di spionaggio globale del genere esista davvero o
meno è ancora argomento di dibattito, anche se il Garante italiano per
la legge sulla privacy ci crede sicuramente visto che nel suo "Comunicato n.2"
(del 3 marzo 1999) plaudiva all'apertura di una inchiesta della Procura di Roma
sul sistema spionistico in questione.
"Echelon", creato dopo la II Guerra Mondiale, sarebbe sotto il controllo di
alcuni paesi occidentali: Usa, Gran Bretagna, Australia, Canada e Nuova Zelanda
e sotto la supervisione della famigerata "National Security Agency" (NSA),
l'agenzia statunitense preposta alla sicurezza nazionale. Ovviamente gli
interessati negano tutto, al massimo ammettendo scontati accordi di
collaborazione fra i vari servizi di spionaggio. Il caso è balzato per
la prima volta agli onori della cronaca qualche anno fa quando un ricercatore
(ma alcuni lo definiscono un giornalista) ha scritto una serie di articoli
sostenendo di aver trovato - dopo aver analizzato una serie di documenti di
pubblico dominio - la prova "indiretta" dell'esistenza di un sistema di
sorveglianza globale. A questo ha fatto seguito uno studio commissionato dalla
Comunità Europea che confermava tali conclusioni e che viene comunemente
citato come principale "prova" dell'esistenza di "Echelon".
Il sospetto di essere spiati è vecchio quanto il mondo ed è stato
sicuramente alla base della creazione e del sempre maggior potere che gli
organismi preposti allo spionaggio hanno assunto nell'attuale struttura sociale
basata sullo sfruttamento. Periodicamente delle anime candide sollevano il
problema dello spionaggio "indiscriminato" e la recente discussione al
Parlamento Europeo rientra in questo filone, ma, come in tutti gli altri casi,
tale clamore si risolverà probabilmente in un nulla di fatto: la
creazione di qualche commissione di inchiesta, la deprecazione verso chi
è sospettato di utilizzare sistemi del genere per acquisire vantaggi
commerciali piuttosto che per garantire la sicurezza dei cittadini e la
coscienza dei democratici di tutto il mondo sarà a posto. Fino alla
prossima volta.
Contro l'esistenza di un sistema di spionaggio in grado di intercettare tutte
(ma proprio tutte) le comunicazioni, dai fax ai messaggi di posta elettronica e
che abbia la capacità di operare - in modo più o meno automatico
- una selezione, seppure grossolana, di quelle "interessanti", si sono levate
le voci di chi, basandosi soprattutto sulle conoscenze degli attuali livelli
della tecnologia ritengono tale sistema difficilmente gestibile. Soprattutto
perché, se pure sistemi di filtraggio automatico delle comunicazioni
sono facilmente immaginabili, resta però il fatto che non basta far
archiviare tali dati da un programma e da una macchina, ci vogliono poi degli
esseri umani in carne ed ossa capaci di discriminare il messaggio nel quale la
parola "anarchia" (uno dei termini che "Echelon" filtrerebbe) compare come
sinonimo di caos da quello nel quale si fa riferimento al suo significato di
dottrina sociale. Ed un lavoro del genere richiede o un numero impressionante
di addetti o un tempo molto lungo per essere portato a termine.
D'altra parte è pure possibile ipotizzare l'esistenza di diversi livelli
di controllo della comunicazione: uno più generale e diffuso
capillarmente che però serve solo a costruire un archivio da utilizzare
quando se ne presenti la necessità ed un altro - mirato su un numero di
persone e di flussi comunicativi significativamente più piccolo - che
è soggetto ad un monitoraggio in tempo reale.
A favore dell'esistenza di "Echelon" gioca sicuramente il fatto che operazioni
di questo genere sono coperte sempre da un segreto impenetrabile, che
può prolungarsi nel tempo anche per molti anni; basti pensare
all'operazione VENONA messa in piedi nel 1943 dall'esercito Usa con lo scopo di
decifrare i messaggi che si scambiavano le spie del KGB, struttura che rimase
segreta anche quando i suoi risultati furono utilizzati nello storico processo
per spionaggio contro i coniugi Rosemberg. L'operazione VENONA durò,
stando alle date ufficiali, fino al 1980, ma la sua storia e l'esistenza di
quella base nascosta nel Maryland dove avvenivano le intercettazioni divenne
nota solo nel 1995, quando la NSA declassificò e quindi rese di pubblico
dominio alcuni dei documenti intercettati e decifrati.
Alcuni compagni hanno notato che, esista o meno "Echelon", dando troppo credito
e spazio a teorie complottiste si rischia di distrarre l'attenzione delle
persone dai problemi reali; quello che è certo è che una
struttura come "Echelon" svolge comunque egregiamente una funzione di
spauracchio per tutti coloro che si scambiano messaggi che possano in qualche
modo essere considerati pericolosi per l'ordine costituito.
Soluzioni definitive per sfuggire ad una sorveglianza totale non ce ne sono,
oltre al sabotaggio dei sistemi di controllo più accessibili si
può utilizzare la crittografia per proteggere le comunicazioni che
avvengono via telefono, fax o posta elettronica, ma nessuno potrà mai
garantirci che simili mezzi non siano tecnicamente meno sofisticati di quelli
usati dagli addetti alle intercettazioni e comunque in tal modo si corre sempre
il rischio di eleggere la scienza a nuova religione. Resta comunque sempre la
possibilità di adoperare, quando possibile, la cara, vecchia menzogna
per rendere - anche se solo in piccola parte - inaffidabile ed inutilizzabile
anche il più sofisticato sistema di spionaggio che il Potere
riuscirà mai a inventare.
Pepsy
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