Da "Umanità Nova" n.8 del 5 marzo 2000
San Remo: i politici allo specchio
Sono solo canzonette
La kermesse, non solo canora, svoltasi la scorsa settimana nella ridente
località rivierasca che porta il nome del santo più famoso d'Italia,
come sempre ha cercato di offrire uno spaccato di una indefinita ed
indefinibile "società italiana" ad uso e consumo dell'industria
cultural-politica e dei suoi ammaestrati saltimbanchi dello spettacolo
mediatico. Ma mai -- come in questa circostanza -- ha mostrato tutta la propria
incapacità.
Si sa che le canzoni sono gli umori, la colonna sonora, il rumore di fondo del
vissuto quotidiano. Esse impregnano il gioire ed il patire della vita di tutti
i giorni, al punto da scandirne il ritmo, rallentandolo od accelerandolo a
seconda delle circostanze e delle situazioni. Per questo -- e da sempre -- sono
state oggetto di colonizzazione da parte di chi ha la pretesa di dirigere
l'Orchestra.
Senonché la capacità di assorbire e sintetizzare la realtà
quotidiana, è andata via via scemando al punto che il trapasso tra
"Volare" e le attuali canzonette sanremesi non è dato dalla qualità
rappresentativa, ma piuttosto dalla loro inessenzialità. In altre parole:
non bastano più, perché non sono in grado e neppure all'altezza del
compito di raggrumare -- attorno ad un "motivetto" -- il sentire degli
italiani.
Lo prova il fatto che il 50simo Festival della canzone italiana ha
finito per essere una autorappresentazione dello scassato baraccone
cultural-politico alle prese con una crisi d'identità da credere che
ciò che il pubblico vuole sono solo canzonette. Quelle canzonette che la
premiata Ditta Fazio & C., propina settimanalmente dal tubo catodico della
televisione di Stato, convinta di rappresentare i buoni sentimenti degli
italiani paciosi ed eroticamente suggestionabili dalle imprese degli eroi
calcistici e dalle scollature generose delle vallette. Se poi a tutto questo si
riesce ad aggiungere anche un umanitario e disinteressato impegno verso chi
soffre (ed il rap di Jovanotti altro non è che la versione canora della
"Missione Arcobaleno"), il gioco è fatto.
Il problema è che questi tipi di canzonette sono ormai dei vuoti
contenitori che soltanto la grancassa dei media -- a gran fatica -- riesce
ancora a distribuire all'interno del proprio inflazionato circuito simbolico
attraverso continue e reiterate autocitazioni. Al punto che di questo passo --
possiamo scommetterci -- le prossime canzonette sanremesi vedranno protagonisti
canori D'Alema, Berlusconi & Company rivolgere un accorato appello a
Orietta Berti ed a Iva Zanicchi affinché si possa felicemente ritornare ai
bei tempi di "Zingara" e "Fin che la barca va".
Jules Èlysard
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