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Da "Umanità Nova" n.8 del 5 marzo 2000

Spionaggio Fiat: archiviata l'inchiesta
Le spie del padrone

Trascinatosi sempre più stancamente, tra un'aula giudiziaria e l'altra, tra i tentativi di insabbiamento e il trasferimento dalla pretura al tribunale, il processo contro gli spioni della Fiat, ossia gli addetti alla sicurezza che controllavano sindacalisti e operai di Mirafiori e dell'Alfa di Arese, si è chiuso con una generale assoluzione. Anzi, con un'archiviazione da parte del giudice torinese che se ne è occupato. In realtà, si è concluso con molto di più di un'archiviazione: con una sentenza perfettamente in linea con i tempi. Diciamo questi tempi scanditi dai referendum liberticidi dei radicali e del padronato, che puntano ad azzerare i più elementari diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.

Il giudice infatti ha ritenuto, in parole povere, che spiare negli armadietti personali di operai e impiegati non sia reato. Come non dovrebbe essere reato, nelle intenzioni di Pannella, Fossa & soci, la libertà di licenziamento. Ha scritto il magistrato nella sentenza che "gli armadietti degli operai non sono luoghi di privata dimora penalmente tutelati. Lo Statuto vieta soltanto le ricerche e le verifiche sulla persona del lavoratore". D'ora in poi, pertanto, qualsiasi datore di lavoro si sentirà autorizzato ad aprire gli armadietti o i cassetti delle scrivanie dei dipendenti, visto che questa singolare interpretazione della privacy lo permette. E il garante per la privacy, che si è mosso in passato per tutelare Cesare Romiti (contro quei pochi giornalisti che scrivevano dei suoi guai giudiziari), che cosa ha da dire in tutto ciò? Crediamo che non dirà un bel niente. Rispetterà la privacy degli spioni.

Anche fotografare il contenuto degli armadietti in questione era lecito. Il giudice torinese sostiene che quei controlli "anti-furto" rientravano nella "tutela del patrimonio aziendale". E le intercettazioni telefoniche? "Solo vaghi indizi contraddittori". E le dichiarazioni di uno spione Fiat pentito come Salvatore Camerlengo? Da ritenersi "inafidabili". Un pentito inaffidabile, guarda caso, nel paese in cui proliferano i pentiti. Ma se è un pentito-Fiat, la musica cambia.

Enne



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