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Da "Umanità Nova" n.10 del 19 marzo 2000
"Il Tua culpa" di Wojtyla
Gli abiti nuovi dell'inquisizione
Nelle comunicazione esiste quello che si chiama "effetto annuncio": si annuncia
di voler fare una cosa, gli si dà un ampio risalto mediatico, i
comportamenti dei destinatari dell'annuncio si modificano come se la cosa
annunciata fosse effettivamente avvenuta e poi... l'annunciatore non fa
assolutamente nulla di quanto annunciato.
Questa tattica è utilizzata (ed anche teorizzata) come una delle forme
di intervento nei mercati borsistici da parte dei governatori delle banche
centrali quando ritengono che le borse stiano salendo troppo in fretta.
Annunciano di voler alzare i tassi d'interesse (o, in alternativa, si mostrano
preoccupati per l'inflazione o per altri eventi che hanno come conseguenza il
loro intervento al rialzo sui tassi), la borsa scende temendo l'aumento, e loro
non fanno nulla, avendo risolto il problema solo con l'annuncio.
Questo metodo è usatissimo anche in politica, generalmente quando ci si
deve difendere da accuse conclamate, non si hanno altri argomenti e non si ha
intenzione di fare nulla.
Questo è il metodo adoperato dalla chiesa cattolica per fare il
cosiddetto "mea culpa" sui crimini da lei commessi negli ultimi 2000 anni.
Se uno si dovesse basare sul clamore mediatico scatenato sull'iniziativa si
sarebbe aspettato chissà quali ammissioni di colpa.
Una commissione vaticana, presieduta dal cardinal Ratzinger, ha addirittura
lavorato per tre anni alla stesura di un documento, intitolato "Memoria e
riconciliazione: le colpe del passato", che è servito da base teorica al
mea culpa.
Insomma, tanta attesa per dire nulla. Eppure la chiesa cattolica ne avrebbe di
cose da farsi perdonare dall'umanità intera, ma di tutte queste
responsabilità, non c'è traccia, oltre che nella parole del papa
e nei suoi documenti, neanche nei suoi comportamenti odierni.
C'è una proclamazione di potenza, il continuare a definirsi "santa" ed
"illuminata dallo spirito santo", depositaria della "verità" che fa
rabbrividire chi pensa a cosa abbiano combinato. Non c'è alcun travaglio
o alcuna sofferenza per la consapevolezza dei crimini perpetrati, quello che
emerge da queste azioni è solo la volontà di reiterazione dei
crimini stessi.
Addirittura c'è nostalgia per il passato, per il papa-re, per i sovrani
per grazia divina: "prima dell'avvento dell'illuminismo esisteva una sorta di
osmosi tra chiesa e stato, fra fede e cultura, tra moralità e legge".
Si considerano individuali la maggior parte delle nefandezze (neanche citate)
compiute da papi, cardinali e vescovi. Della maggior parte dei crimini commessi
non se ne parla, se ne sminuisce la portata senza citarli e si rimanda alla
difficoltà di conoscenza della realtà storica.
Si tace completamente sulla totalità degli argomenti di attualità
su cui avrebbero dovuto chiedere scusa, in primo luogo agli omosessuali e agli
atei. Si fanno solo delle vaghe scuse, al passato, su temi considerati ormai
trascorsi e storicizzati. Non vengono mai citate le streghe. L'unico passaggio
in cui si citano esplicitamente crociate ed inquisizione non è nel
discorso papale, ma nel documento: "Si può investire la coscienza
attuale di una 'colpa' collegata a fenomeni storici irripetibili, come le
crociate e l'inquisizione? Non è fin troppo facile giudicare i
protagonisti del passato con la coscienza attuale, quasi che la coscienza
morale non sia situata nel tempo?". Ne parlano sempre indirettamente come colpe
commesse "al servizio della verità". La loro è sempre la
verità assoluta, quelle delle popolazioni indigene schiavizzate, quella
degli eretici, quella degli altri, è la menzogna. Ironicamente affermano
"il mancato discernimento di non pochi cristiani rispetto a situazioni di
violazione dei diritti umani fondamentali". Adesso cosa fanno? L'appoggio dato
a Pinochet, a Castro, a Tudjiman ha comportato qualche rispetto di diritti
umani?
L'unico "mea culpa" che comporterà, forse, qualche modifica
d'atteggiamento da parte della chiesa, è quello nei confronti della
divisione tra cristiani che ha un'origine diversa dagli altri: nasce dal
tentativo del Vaticano di ricomporre lo scisma d'oriente, sottomettendo al papa
i vari patriarcati nazionali e riconquistando un'egemonia numerica in Europa.
Come gli altri, non è un "mea culpa" vero e proprio, è un
"volemose bene", probabilmente concordato preventivamente con gli ortodossi.
Come è stato per l'abolizione dei rispettivi anatemi del 1054, avvenuta
nel 1965, questo presuppone reciprocità da parte delle chiese ortodosse,
per cui c'è da attendersi un analogo passo compiuto dal patriarca di
Costantinopoli (che è persona diversa dal famoso arcivescovo della
stessa città).
Tutti gli altri non sono "mea culpa", sono insulti alla memoria delle vittime,
in cui non c'è il minimo impegno ad impedire la continuazione del
comportamento criminale per il presente.
Si prendano le "scuse" nei confronti degli ebrei. Fanno vaghissimi riferimenti
alla responsabilità della chiesa cattolica nei confronti delle
persecuzioni ebraiche definita "storia tormentata", come persecuzioni si
considera solo l'olocausto (citandolo solo nel documento) e non i millenni di
esodi, pogrom e ghetti di cui la chiesa e cattolicissimi sovrani si resero
responsabili. Si definisce il nazismo "ideologia pagana", quando, come fascismo
e franchismo, furono cattolicissime dittature che godettero l'appoggio della
chiesa (le SS si proclamavano i discendenti dei cavalieri teutonici, Hitler e
Goebbels erano cattolici). L'unica responsabilità dei cattolici è
che "la resistenza spirituale e l'azione concreta non fu quella che ci si
sarebbe potuti aspettare da discepoli di Cristo" e la si contrappone ai "molti
cristiani che rischiarono la vita per salvare ed assistere i loro conoscenti
ebrei". Insieme a queste scuse si vedano i comportamenti d'oggi; la
santificazione di Pio IX che reintrodusse il ghetto a Roma e rapì
bambini ebrei per battezzarli o quella di Pio XII, che fu uno dei maggiori
responsabili, sia dell'olocausto, sia dell'impunità dei gerarchi nazisti
e fascisti.
Uno dei "mea culpa" è addirittura per non essere riusciti ad impedire le
leggi per l'interruzione di gravidanza. Si afferma, senza alcun pudore:
"Connessa con l'eclissi di Dio si incontra una serie di fenomeni negativi,
quali l'indifferenza religiosa, la diffusa mancanza del senso trascendente
della vita umana, un clima di secolarismo e relativismo etico, la negazione del
diritto alla vita del bambino non nato, perfino sancita nelle legislazioni
abortiste.".
Insomma, se una persona normale ci chiedesse scusa in questo modo, non solo non
accetteremmo le scuse, ma ci arrabbieremmo di più. Questi qui non sono
"mea culpa", al massimo si potrebbero chiamare "tua culpa".
A giudicare però dalla copertura mediatica data all'evento, non temete:
l'effetto annuncio funzionerà anche stavolta, i laici si accontenteranno
di questi "tua culpa" e la chiesa potrà continuare a perseguitare donne,
immigrati, zingari ed ebrei, a bandire crociate, a bruciare eretici e ad
appoggiare dittatori, sostenendo di non farlo più.
Francesco Fricche
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