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Da "Umanità Nova" n.10 del 19 marzo 2000

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Trieste per non dimenticare Pedro

Sono passati 15 anni da quando, la mattina del 9 marzo 1985 l'autonomo padovano Pietro Greco detto "Pedro" fu assassinato da un gruppo di agenti del SISDE e della digos a Trieste in via Giulia 39. Pedro era latitante perché inquisito per fatti minori nell'inchiesta-montatura del 7 aprile 1979 contro l'autonomia operaia. Non vi fu nessun conflitto a fuoco quella mattina, Pedro stava semplicemente uscendo di casa, quando, nell'atrio del palazzo gli agenti hanno sparato. Uscito dal portone ferito andò in strada urlando: "Mi ammazzano!" prima che un altro colpo di pistola lo raggiungesse. Ovviamente gli sbirri che spararono sono ancora in servizio, alcuni sempre nella squadra politica della Questura di Trieste.
Quindici anni dopo un gruppetto di una decina di compagne e compagni (anarchici e non) si ritrovata davanti al portone di via Giulia per affiggere un cartello in ricordo di Pedro e posare dei fiori. Appena i compagni se ne sono andati agenti della digos hanno immediatamente rimosso il cartello.
Evidentemente la morte di Pedro pesa ancora.
Un compagno

Reggio Emilia Storie di anarchici e di anarchia

È stato davvero sorprendente trovare sulla via Emilia uno striscione, con la riproduzione dello sguardo di Camillo Berneri, che annunciava la esposizione "Storie di anarchici e di anarchia" nella Sala Giardino dei Musei civici. Ed è stata una sorpresa felice trovare più di un centinaio di persone che affollavano i locali della mostra ascoltando attentamente la presentazione del compagno Alberto Ciampi. Egli ha ricordato i legami di Camillo con Reggio Emilia, dove conobbe il socialismo umanitario di Camillo Prampolini prima di approdare, grazie ai serrati dibattiti con Torquato Gobbi, al movimento anarchico. Al tempo stesso Ciampi ha evocato il peso dell'ambiente toscano, e in particolare di Firenze, nella formazione intellettuale di Berneri, caratterizzata da un acuto spirito critico che superava, in ogni campo culturale e politico, gli schematismi e le approssimazioni, le facili risposte e la pura riproposizione degli autori classici.
La mostra ospita più di duecento pezzi tra lettere, riprodotte e in originale, opuscoli, giornali, disegni, oggetti e riproduce ottimamente la varietà dei materiali che fanno parte dell'Archivio Famiglia Berneri - Aurelio Chessa, ormai stabilmente insediato nei locali comunali di via Tavolata 6 (aperto giovedì, venerdì e sabato per appuntamento : tel. 0522-439323). Ora l'Archivio è animato da Fiamma Chessa, figlia di Aurelio, che sta contribuendo al complesso lavoro di catalogazione e di ampliamento con l'acquisizione di nuovi fondi. Tra questi meritano almeno un cenno quelli di Leda Rafanelli, originale e rilevante figura nel movimento fino all'avvento del fascismo e una delle poche donne anarchiche con un forte impegno intellettuale, e di Vernon Richards, nome inglese di Vero Recchioni, compagno di Maria Luisa Berneri e tuttora vivente a Londra. Richards è l'autore del fondamentale volume di interpretazione dell'anarchismo spagnolo durante la guerra civile, "Gli insegnamenti della rivoluzione spagnola", un lavoro scritto nel 1953 e che tuttora offre numerosi spunti da approfondire.
Tra i partecipanti all'inaugurazione della mostra, oltre ai parenti della Rafanelli, a Carla Gobetti di Torino, erano presenti i compagni dell'Archivio Pinelli di Milano e dell'Archivio FAI di Imola. Particolarmente emozionante è stata la partecipazione dell'anziano Raffaele Pedone, già responsabile, con Ettore Di Rosa, della Commissione di Corrispondenza della FAI dopo il congresso di Rosignano Solvay del 1961. Non sono mancati i numerosi amici e compagni del periodo pistoiese di Aurelio Chessa il quale, malgrado il carattere alquanto burbero e polemico, era molto stimato per la schiettezza, l'onestà e la dedizione alle idee anarchiche e all'Archivio. Una partecipazione promettente è stata quella di vari giovani laureandi, impegnati in ricerche che si svolgono sui preziosi materiali depositati a Reggio Emilia.
Un ricco catalogo di quasi cento pagine, con fotografie rare e inedite, affianca la mostra e rende conto delle possibilità di ulteriori lavori, di auspicabili pubblicazioni e di incontri di studio che possono ruotare attorno a questa struttura ormai consolidata che ha superato positivamente un periodo burrascoso, e di quasi paralisi, dovuto alla scomparsa di Aurelio nell'autunno del 1996. La soluzione trovata, al di là di alcuni limiti e condizionamenti oggettivi, permette di valorizzare il ricco patrimonio di documenti e di pubblicazioni dando un effettivo contributo alla quasi impari lotta tra la memoria anarchica e le mistificazioni e l'oblio promossi dal potere.
Claudio Venza

Palermo Nasim è morto

Venerdì 10 marzo è morto Nasim: con lui giungono a sei le vittime del rogo scoppiato a fine anno nel lager "Serraino Vulpitta" di Trapani. Riportiamo alcuni passaggi del comunicato emesso dai Coordinamenti per la pace ed antirazzisti siciliani che in questi mesi si sono mobilitati per la chiusura dei lager di stato e in solidarietà con le vittime dell'incendio nel "Centro di permanenza temporanea": "Nasim è morto oggi nel reparto grandi ustionati dell'Ospedale Civico di Palermo.
Era l'ultimo dei superstiti del tragico rogo scoppiato il 28 dicembre dello scorso anno nel centro di detenzione Serraino Vulpitta di Trapani.
Nasim se ne è andato in un giorno di sole: chissà quante immagini di luce si saranno alternate davanti ai suoi occhi alle tragiche scene del rogo, mentre giaceva nel suo lettino di ospedale legato al resto del mondo da un filo di microfono con il quale comunicava con i volontari che ogni giorno lo andavano a trovare.
Nasim se ne è andato mentre si inasprisce la politica delle espulsioni forzate decisa dal governo, ed altre vite sono appese ad un filo in Italia e nei paesi dove gli immigrati vengono espulsi.
Intanto al Serraino Vulpitta hanno imbiancato le pareti, installato qualche estintore, rifatto i pavimenti, e promesso un campo si basket.
Tutto questo non basta a far dimenticare.
Ci si continuerà a battere per la regolarizzazione generalizzata e per la chiusura di tutti i centri di permanenza temporanea per stranieri espellendi, a partire dal Serraino Vulpitta.
Ci si continuerà a battere anche per l'accertamento di tutte le responsabilità istituzionali per quanto è accaduto quella tragica notte di dicembre a Trapani, e nessun muro di gomma potrà fermare la
richiesta di verità e di giustizia."
Red.

Palermo piovono denunce

La risposta del governo alle mobilitazioni antirazziste in Sicilia ed alla grande manifestazione per la chiusura del lager per migranti "Serraino-Vulpitta" del 29 gennaio a Trapani non si è fatta attendere. In quell'occasione i partecipanti al corteo furono oggetto di violente cariche della polizia, del forte getto degli idranti e dell'annesso lancio di lacrimogeni. Negli ultimi giorni sono fioccate numerose denunce a carico di studenti indicati dalle "forze dell'ordine" come responsabili degli scontri. In un proprio comunicato il Coordinamento palermitano per la pace dichiara che: "...responsabili sono il governo che detiene migliaia di immigrati nei lager di stato, questura e prefettura di Trapani che hanno recluso persone come animali senza la minima norma di sicurezza provocando la morte dei sei maghrebini nel rogo del Vulpitta, responsabili sono le forze dell'ordine che hanno premeditatamente attaccato i manifestanti con gli idranti per poi sparare numerosi lacrimogeni ad altezza d'uomo sui manifestanti bagnati fradici".
Red.

Bologna contro i campi lager

Bologna 18 - 19 - 20 marzo 2000 - Tre giorni di iniziative contro la repressione
Prenderà il via con una manifestazione la tre giorni contro la repressione a Bologna. Obiettivi: impedire l'apertura del centro di detenzione di via Mattei (ex-caserma Chiarini); coordinare l'attività contro le politiche "sicuritarie" del governo; segnalare che, ancora una volta, la questione sociale viene discussa in tribunale. Si apre infatti, lunedì 20 marzo il processo agli occupanti di via Rimesse che, sgomberati dalla forza pubblica, occuparono la basilica di San Petronio e, da qui, via del Pallone e via Altura. I lettori di UN ricorderanno le nostre cronache in merito.
La manifestazione di sabato 18 marzo inizierà alle ore 16 con concentramento nel piazzale della stazione centrale di Bologna per facilitare la partecipazione dei compagni della provincia e della regione. Gran parte degli immigrati "extra-comunitari", che si annunciano numerosi alla manifestazione, vivono nell'hinterland e nella provincia. Potranno quindi raggiungere la manifestazione con i treni locali e le corriere che arrivano nelle vicina autostazione. L'obiettivo della manifestazione é impedire l'apertura del centro di detenzione per "immigrati clandestini destinati all'espulsione" che é in fase di allestimento in via Mattei. Anche di questo lager ricorderete le notizie che abbiamo pubblicato nei mesi scorsi.
Le novità sono date dal pronunciamento del consiglio comunale bolognese che ha approvato l'apertura del centro di detenzione dando quindi l'avallo politico all'operazione sicurezza. Le procedure sono però ancora lunghe: deve esprimersi la regione, poi dovrà essere indetta una gara d'appalto per la messa in opera e la gestione del lager. Le elezioni amministrative alle porte consigliano prudenza alla maggioranza regionale ulivista che, avendo fatto l'accordo con Rifondazione Comunista non può sbattergli la porta in faccia, e approvare celermente l'apertura del "centro di permanenza temporanea". Rifondazione gioca la sua partita elettorale cercando di cavalcare la contingenza ben sapendo che a urne chiuse l'iter di approvazione e appalto dell'opera andrà avanti visto che la politica repressiva non é prerogativa del solo centro destra che governa il municipio ma parte integrante della strategia di governo del centro sinistra che Rifondazione stessa si appresta a sostenere.
Questo per la cronaca.
Rimane comunque importante dare risalto e forza alla mobilitazione contro i "centri di permanenza temporanea". Domenica 19 si svolgerà un'assemblea aperta (con la partecipazione di delegazioni di altre città) con inizio alle 10 a palazzo Dei Notai (piazza Maggiore).
redb



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