unlogopiccolo

Da "Umanità Nova" n.11 del 26 marzo 2000

Astensionismo in crescita
Il teatrino delle alleanze

I sondaggi (per quanto valgono) hanno dato un loro primo responso: l'astensionismo è in crescita. Regionali o referendum che sia, il popolo delle urne pare deciso a perdere ulteriori pezzi. Disgusto per l'indecenza dello spettacolo (altro che teatrino della politica!), non identificazione negli schieramenti in campo, senso di inutilità, tutto si mischia e si coalizza per tenere a riposo masse crescenti di ex elettori. Ben se ne sono accorti i marpioni del parlamento, alla ricerca affannata di qualche mezzuccio in grado di attrarre l'attenzione di qualche punto in percentuale. La ripulitura degli elenchi elettorali, reclamata a viva voce dalla Bonino, è un sintomo del confine sul quale si sta camminando; quando ci si preoccupa dei morti e degli emigrati per rosicchiare qualche decimo di punto per abbassare il quorum richiesto per vincere il referendum, vuol dire che ci si sente alla canna del gas. E questi vorrebbero fare la rivoluzione liberale e 'libertaria' in grado di ridisegnare il paese come lor signori comandano, con una manciata di voti, avendo contro la maggioranza del paese: è questa sarebbe la concezione autentica della democrazia!

Ma anche l'improvvisa sensibilità 'sociale' del governo, sbandierata a più non posso dal potere mediatico amico, con i provvedimenti sull'inflazione, il blocco del concorsone per gli insegnanti, le promesse sulla diminuzione delle tasse, non è casuale. Coscienti che l'astensione colpisce soprattutto, in maniera crescente, un popolo della sinistra sempre più disilluso e disorientato, cercano disperatamente di arginare la frana con qualche misura, qualche segnale, qualche giustificazione per poter pensare che non tutto è perduto. Se dovessimo fare un qualche richiamo storico, il pensiero non può che andare a Nanni Moretti ed alla sua invocazione "D'Alema dì qualcosa di sinistra; insomma D'Alema dì qualcosa". Basterà questo qualcosa dell'ultimo momento a riportare nell'ovile l'elettore deluso? Intanto i materiali più scottanti, come l'ennesima modifica del sistema pensionistico, sono spariti dai tavoli decisionali; per il momento. Come Berlusconi ha intimato ai suoi di non parlare di aborto in campagna elettorale, c'è da essere certi che analoghe direttive, su temi cari alla sensibilità 'di sinistra', sono state prontamente diramate. Ma c'è da dubitare che queste furbizie saranno in grado di recuperare una credibilità ampiamente spesa sul piano dei mercanteggiamenti di vertice.

La vicenda del candidato presidente della regione Campania è stata esemplare a questo proposito, laddove l'intreccio e la contrapposizione degli interessi affaristici sul territorio hanno costretto ad una mediazione faticosissima, tenuta insieme non si sa ancora come, ma i cui effetti si rovesceranno sulle popolazioni molto probabilmente secondo logiche clientelari e camorristiche.

Che dire poi delle alleanze tra Berlusconi e Bossi, tra il Polo ed i fascisti dichiarati di Rauti in ben quattro regioni, il mercato (fallito) con i radicali? Per uno (il cavaliere) che ha pubblicamente dichiarato (a TeleLombardia) che la politica gli è estranea e che i politici tutti, amici o nemici che siano, non gli piacciono ma che è costretto a conviverci per il 'bene supremo del Paese', non è male.

Con un contesto del genere è evidente che l'astensionismo non può che crescere. C'è da esserne lieti perché vuol dire che in questo territorio esistono sempre più persone in grado di capire la miseria della classe dirigente, la sua voglia di potere, comunque e con chiunque.

max



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