unlogopiccolo

Da "Umanità Nova" n.11 del 26 marzo 2000

Non piove, Governo ladro!

Si potrebbe fare della facile ironia constatando che ormai da tempo -- almeno dalle nostre latitudini -- non piove più. Perché, se anche il popolano modo di dire: "piove, governo ladro", sembra del tutto depotenziato proprio a causa della preoccupante siccità, è pur sempre vero che a far piovere oppure no la responsabilità è del Governo.

Non certo il governo di D'Alema. Quello Mondiale. Che non è di sinistra e neppure di destra. Tantomeno super-partes. Anzi, a ben vedere, la "parte" -- o per meglio precisare: "l'interesse" -- è così macroscopicamente evidente che non è più un luogo comune qualunquistico ribadire che se per l'appunto qualsiasi cosa va storta e non funziona la colpa, comunque e sempre, è del governo.

Ma di quale Governo mondiale stiamo parlando? Chi sono i suoi "ministri" dal potere così incommensurabile a tal punto da esser in grado di decidere e condizionare un settore volubile e ballerino come quello meteorologico? E poi, esiste davvero questo Governo mondiale?

Di una cosa si può esser certi: l'aumento della temperatura di 2 gradi C in media su scala mondiale, la concentrazione di anidride carbonica superiore di una volta e mezzo rispetto a vent'anni prima, la riduzione progressiva delle risorse idriche a seguito dell'inquinamento e dell'aumento della popolazione, tant'è che oltre un miliardo e mezzo di persone sono prive di acqua potabile, sono gli effetti di una gestione del pianeta -- di un "governo", come si diceva poc'anzi -- che non solo ha da sempre considerato l'ambiente ed i suoi abitanti una materia prima, ma ora ha scientemente deciso di poterli sostituire, reinventandoli ex-novo.

Quello che sta accadendo, ossia la modificazione radicale dell'ecosistema terrestre, appare sempre più la prosecuzione su scala mondiale dell'esperimento iniziato nel 1991 su di un'area di 12.750 metri quadrati in mezzo alla sabbia, i sassi e i cactus dell'Arizona, di quello che fu chiamato -- guarda un po' la combinazione -- "Biosphere 2": un'immensa cupola di vetro e metallo in cui tastare il grado di sopportabilità e di adattamento di sei ecosistemi terrestri da parte di eminenti ricercatori e scienziati ecologi.

Del suo fallimento -- a causa dell'assoluta mancanza di buon senso di un esperimento simile, per il semplice fatto che la "creazione" dello scenario con la conseguente scelta della specie animale e vegetale è del tutto "artificiale" e pertanto impossibilitata ad esperire alcunché di "naturale" -- non si è poi saputo, né conosciuto molto dagli onnipresenti media, sempre pronti ad informarci e documentarci a proposito di quale opinione e giusto e corretto sostenere ed avvalorare.

È dunque logico supporre che quanto sta accadendo abbia molto in comune con lo scenario che negli anni cinquanta venne definito "guerra fredda". Non tanto, o non soltanto, il tentativo di sperimentare sino a quale soglia la tensione fra le due Superpotenze sarebbe giunta prima di esplodere in una Terza Guerra Mondiale, quanto piuttosto il grado di sopportazione e di adattamento dell'intera umanità ad una condizione artificiale di controllo e sfruttamento considerata del tutto ovvia e legittima. Anzi naturale.

Così è oggi di fronte alla natura bizzarra del tempo. Che piove dove è bene che non piova e che invece non piove più dove da tempo ce n'è un gran bisogno. Una scalogna che una volta si cercava di esorcizzare con danze tribali e ammennicoli simili, e che ora invece fa la fortuna di operatori di borsa e banchieri pronti a speculare sulle previsioni del tempo. Dopotutto, il Governo dell'Economia Mondiale -- che piova o non piova -- è sempre e comunque ladro.

Jules Èlysard



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