Da "Umanità Nova" n.11 del 26 marzo 2000
Solidarietà internazionalista
Contro la guerra in Cecenia
Il segretariato dell'Internazionale di Federazioni Anarchiche, nel
diffondere l'appello stilato dal giornale antifascista 'Chelovechnost' di Mosca
(il primo che ci è pervenuto dalla Russia), fa proprio l'impegno di
un'iniziativa contro la feroce aggressione dell'esercito russo nei confronti
della popolazione cecena ed invita alla mobilitazione internazionalista.
All'inizio del XXI secolo, la società russa si è dovuta
misurare con l'infame vicenda della sanguinosa guerra coloniale nel Caucaso
settentrionale. L'intero potere dello stato 'democratico' russo è stato
messo in campo nel tentativo di soggiogare un piccolo popolo che non ha mai
voluto aderire né agli imperi zarista e stalinista e nemmeno alla
'Federazione' di Eltsin. Decine di migliaia di assassinati e di mutilati,
fisicamente o psicologicamente; masse di individui impoveriti o trasformati in
rifugiati senza alcun diritto; città e villaggi ridotti a macerie -
questo è il prezzo pagato per soddisfare le ambizioni politiche di una
classe dirigente russa tendente a rafforzare e a raddoppiare il proprio
potere.
Questa guerra, cinicamente presentata come una 'operazione contro il
terrorismo', è infatti un atto di terrorismo di stato su larga scala
condotto dai dirigenti russi che, a sua volta, provocherà la vendetta
armata del disperato popolo ceceno che è stato spogliato di ogni bene e
che ha perso parenti ed amici.
Le forze armate federali, devastando e bruciando ogni cosa sul loro cammino,
non stanno 'sradicando il fondamentalismo', ma stanno precipitando la Cecenia,
socialmente ed economicamente, nel medio evo, creando così le condizioni
affinché le forze politiche reazionarie islamiche aumentino la loro
influenza.
L'aggressione scatenata contro la Cecenia, il genocidio del suo popolo, porta
con sé la minaccia di un regime politico militare, la repressione dei
diritti civili e la prospettiva di vivere in una situazione simile alla
Bielorussia di Lukashenko o a qualche dittatura latino americana, per lo stesso
popolo russo. "Un popolo che sopprime un altro popolo non può essere mai
libero": queste parole di Friedrich Engels acquistano oggi un significato
particolare.
Questa guerra è satura di conseguenze sociali ed economiche non meno
catastrofiche. Fare la guerra ed installare un regime di occupazione richiedono
ampie risorse - e queste possono essere estorte solo a chi lavora, a chi
cioè è già stato condannato alla povertà. Mentre
molti milioni di persone vivono nel bisogno, decine di bilioni di rubli sono
spesi in morte e distruzione. Il cinismo della classe dirigente e dei suoi
politici rappresentativi - i Putin, i Chubaise, gli Ziuganov , in lotta tra di
loro per conquistarsi il ruolo di boia - non conosce limiti!
I crimini dell'imperialismo russo contro tutti i popoli che sono stati gettati
nella sua avventura militare devono essere fermati, prima che sia troppo tardi.
Noi ci impegniamo per:
- la fine immediata delle operazioni militari ed il ritiro delle forze di
occupazione dal territorio ceceno;
- il diritto del popolo ceceno di decidere autonomamente il proprio futuro; lo
'status' della Cecenia deve essere deciso liberamente dalla sua stessa
popolazione, con le garanzie offerte dagli osservatori delle organizzazioni
internazionali per i diritti umani;
- il versamento di un adeguato compenso a tutte le vittime della guerra,
indipendentemente dalla loro nazionalità,
- la punizione dei criminali di guerra a tutti i livelli.
Non possiamo contare sulla buona volontà dei politici russi. E sarebbe
egualmente ingenuo fidarsi dei circoli dirigenti occidentali - che condannano
solo verbalmente le azioni della macchina bellica russa e non hanno mai
modificato i loro progetti e la loro collaborazione con i governanti russi per
difendere le vite e i diritti di quelli che stanno soffrendo. La barbarie
militare può essere fermata solo dalla crescita di un movimento sociale
di protesta nella stessa Russia. Una soluzione democratica al conflitto nel
Caucaso settentrionale può essere raggiunta solo per mezzo dell'azione
popolare dal basso.
Iniziare tale azione, e fare qualsiasi cosa per aiutare il suo sviluppo,
è il compito di tutti i progressisti, i democratici, gli antiautoritari
che prendono posizione - in sintonia con gli ideali di libertà,
eguaglianza sociale e rispetto per ogni essere umano - contro lo sfruttamento e
gli interessi dei poteri forti che stanno conducendo questa guerra.
Noi sollecitiamo tutte le persone di convincimento progressista, di buona
volontà e di buon senso a fare tutto quello che possono per dare aiuto,
compreso l'aiuto materiale, alle vittime dell'avventura imperialista nel
Caucaso, e di prendere parte alla campagna di solidarietà concreta con
il popolo ceceno - una campagna contro la guerra.
Le alternative per il nostro futuro sono semplici: o si manifesta una
società civile a carattere umanitario in Russia, o noi saremo oppressi
da uno stato poliziesco dai forti poteri, pronto a nuove guerre e capace dei
più mostruosi crimini. È tempo di fare una scelta!
Chi desidera sostenere la nostra campagna è invitato a mettersi in
contatto con noi. Fax (095)2926511, Box 385. Indirizzo postale: 127434 Moscow,
P.O.Box 32, Russia.
La redazione del giornale antifascista 'Chelovechnost'
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