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Da "Umanità Nova" n.11 del 26 marzo 2000
informa@zione
Spezzano Albanese comizio della Federazione Municipale
La Federazione municipale di Base, la sera dell'11 marzo 2000 ha tenuto nella
locale Piazza Matteotti una pubblica manifestazione con comizio alla quale
hanno partecipato con vivo interesse centinaia e centinaia di cittadine/i.
Antonio Nociti e Domenico Liguori hanno relazionato sulle problematiche
territoriali non risparmiando critiche sia agli attuali amministratori comunali
che all'opposizione consiliare.
Sono stati messi a nudo gli intrallazzi e le speculazioni nel campo
dell'urbanistica, il saccheggio ambientale, la precarietà dei servizi,
la disoccupazione dilagante e proposte sono state avanzate alla comunità
per una risoluzione autogestionaria delle problematiche sociali attraverso
l'azione diretta municipalista.
Ampio spazio è stato dedicato alla questione riguardante la costruzione
del nuovo edificio liceale, questione che continua a vivacizzare il dibattito
comunitario, in preda com'è a speculazioni politiche ed economiche che
in maniera trasversale interessano settori della maggioranza e della minoranza
consiliare. La FMB ha ribadito in merito il suo pieno appoggio a studenti,
docenti e genitori che a gran voce chiedono che il liceo venga costruito nei
terreni dell'IPAA e non laddove gli interessi delle lobby economiche e
politiche vorrebbero vederlo sorgere.
Alla fine del comizio in molti fra cittadine e cittadini si sono avvicinati al
palco e manifestando il loro vivo interesse per la proposta comunalista hanno
espresso la volontà di impegnarsi nella FMB chiedendone l'adesione.
L'incaricato
Padova morire di ordine pubblico
Se fosse vero che la polizia ha il compito istituzionale di garantire la civile
convivenza e la sicurezza dei cittadini, a seguito dei drammatici fatti
avvenuti lo scorso 9 marzo a Padova, il questore di questa città sarebbe
stato quantomeno rimosso dall'incarico e il ministro dell'Interno avrebbe
già rassegnato le proprie dimissioni.
Non esistono infatti spiegazioni accettabili per quanto accaduto: almeno 120
uniformi, tra Celere e Carabinieri, mobilitate per affrontare in assetto
antiguerriglia una trentina di manifestanti che, sotto il palazzo del Comune,
protestavano per ottenere acqua e gas nelle case occupate; due cariche
violentissime; decine di feriti, 25 denunce e un innocente pensionato deceduto
a seguito della grave frattura riportata nel corso degli incidenti.
D'altra parte era solo una questione di tempo: prima o poi, con questa
concezione dell'ordine pubblico e con questo esecutivo di centro-sinistra
impegnato a far concorrenza alle destre, ci sarebbe scappato il morto e
così è stato.
In un anno infatti non si contano neppure le circostanze in cui, nelle piazze
italiane, si è potuto constatare quanto le forze dell'ordine hanno avuto
mano libera (e pesante) nei confronti dell'opposizione sociale: Torino,
Firenze, Napoli, Roma, Milano, Bologna, Genova... lo sanno bene.
Ed anche se, a differenza di quelli de "Il Manifesto", non abbiamo alcuna
nostalgia per Jervolino, va osservato che con Bianco al ministero dell'Interno
il secondo governo D'Alema è decisamente passato dalla pacificazione
blindata ad un'aggressiva linea repressiva con evidenti connotati spettacolari
e sta conoscendo un'accelerazione pre-elettorale, con grande gioia di fascisti,
leghisti e forza-italici che su quel campo sanno di giocare in casa.
Soltanto comprendendo questo, è quindi possibile smascherare un potere
costituito che, di emergenza in emergenza, ha famelicamente bisogno del
disordine per legittimare la sua esistenza ed usare lo stato di polizia come
strumento di propaganda, giungendo persino a fomentare, a provocare e
preordinare lo scontro ogni volta che questo può diventare un elemento
di stabilità e di controllo.
Corrispondenza da Padova
Bologna 18 marzo 2000
Contro la carcerazione e le politiche di controllo sociale
Oltre 1000 persone hanno partecipato alla manifestazione svoltasi sabato scorso
a Bologna di cui avevamo dato annuncio sul precedente numero del giornale.
Partito dalla stazione centrale, il corteo ha raggiunto piazza Maggiore,
sfilando lungo via Indipendenza affollatissima per il mercato del sabato. In
piazza, di fronte alla sede municipale un cordone di polizia impediva
l'ingresso nel palazzo comunale dove una delegazione degli occupanti di via
Saffi voleva incontrare l'assessore alla politiche sociali Pannuti. La risposta
istituzionale é stata coerente con la linea della "tolleranza zero":
niente dialogo e polizia schierata.
La manifestazione si é svolta pacificamente ed ha visto una buona
partecipazione di "extracomunitari" delle diverse realtà sociali e di
lotta (via Saffi, via Stalingrado, comunità pakistana, etc.). La parola
d'ordine degli immigrati autorganizzati era "Sanatoria, libertà per
tutti". La richiesta di sanatoria si riferisce all'annoso problema dei visti e
della regolarizzazione dei permessi di soggiorno. Avere "le carte in regola"
é il primo obiettivo di questi soggetti, punto di partenza per
rivendicare dignità e libertà.
Altra parola d'ordine della manifestazione era "le lotte sociali non si
processano" relativamente al processo per occupazione, resistenza e
associazione a delinquere che si apre lunedì 20 marzo a carico di 79
persone (la stragrande maggioranza extracomunitari) denunciate a seguito delle
occupazioni di via Rimesse poi sfociate nell'occupazione di San Petronio.
Infine, anche se la più importante, la parola d'ordine "il lager di via
Mattei non si deve aprire" che ha caratterizzato la manifestazione in senso
nettamente antagonista rispetto alle "anime belle" della sinistra "sociale" che
sui centri di detenzione vuole costruire "agenzie" di gestione. La
manifestazione non ha goduto dell'attenzione dei media anche se la sua
visibilità era evidente proprio per i contenuti radicali che esprimeva.
Sempre di più il movimento dovrà fare i conti con l'ostracismo
dichiarato dei mass media "di sinistra", ciò mano a mano che le
posizioni al suo interno assumeranno chiarezza e radicalità.
Segnalavamo la settimana scorsa l'ambigua presenza di Rifondazione Comunista
che ha partecipato alla manifestazione con un centinaio di aderenti
"sconcertati" dalle dichiarazioni ufficiali di Vasco Errani (esponente DS,
presidente uscente e ricandidato alla presidenza della giunta regionale
emiliano romagnola per i colori dell'Ulivo) che ha voluto sottolineare come i
"centri di permanenza temporanea" vadano aperti in Emilia Romagna e come quello
di via Mattei a Bologna sia il primo delle strutture regionali di controllo
della questione sociale della clandestinità e dell'apartheid.
Rifondazione Comunista partecipa alle elezioni regionali sostenendo questo
candidato.
Redb
Marghera: occupazione multietnica
Sabato 19 marzo, a meno di un mese dalle scadenze elettorali, la zona
industriale di Marghera (VE) ha visto quella che si può senz'altro
definire la prima occupazione multietnica del Nord Est. L'occupazione dell'ex
stabilimento SAPLO in via dell'Azoto è stata promossa dalla Rete
Antirazzista di Venezia e ha visto il protagonismo di circa un centinaio di
persone (150 secondo la stampa locale), in gran parte immigrati - sia regolari
che "clandestini" - provenienti da varie aree geografiche (Senegal, Nigeria,
Bangladesh, Magreb...), tutti accomunati dal bisogno sia di una sistemazione
abitativa che di uno spazio di aggregazione e socialità; all'iniziativa
hanno inoltre portato la loro attiva solidarietà compagni e compagne
dell'Associazione per la pace di Venezia, de CSA Toñita di Chioggia e
della SHARP.
La vasta area della fabbrica, dismessa da una decina di anni e già
brevemente occupata circa un anno fa da un gruppo punk, è risultata
necessitare di molti lavori di pulizia e di risistemazione, a partire dalla
palazzina degli uffici ricuperabile per uso abitativo, a questo punto è
stata lanciata l'idea di alcune giornate di lavoro collettivo a cui saranno
pubblicamente invitate tutte le persone e tutte le realtà cittadine
solidali; comunque l'entusiasmo non manca, rafforzato anche dalla
consapevolezza della dirompente importanza sociale che tale occupazione esprime
in un momento in cui, dietro e rispettive maschere di destra o di sinistra,
partiti e politici veneti vanno promettendo legalità e città
più vivibili, sostegno per i bisognosi e difesa di imprecisati valori,
proprio in una regione in cui benessere diffuso e "miracolo" economico sono
anche frutto dello sfruttamento della manodopera extracomunitaria.
Infine - per la cronaca - in serata, presso il teatro Aurora a Marghera al
termine di uno spettacolo teatrale, vi è stato un applaudito intervento
della Rete Antirazzista che ha annunciato e spiegato al nutrito pubblico le
ragioni della propria "campagna elettorale".
marco
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