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Da "Umanità Nova" n.12 del 2 aprile 2000

Terminato il viaggio papale in Medio Oriente
Abbassa quella radio!

Si é conclusa la missione politico-diplomatica-teologica di JP2 nella "terra santa". I portavoce vaticani non possono astenersi dal definirla "un successo". Termine eufemistico per definire che un evento c'è stato e che tale evento ha avuto "buona stampa". Ciò non implica necessariamente che gli esiti di tale evento siano positivi o negativi.

Come buona parte degli eventi giubilari anche questa missione ha concretizzato ben poco. Non vi é stato nessun ecumenismo. Non solo ebrei e mussulmani hanno rivendicato la loro alterità rispetto al cristianesimo ma anche le altre chiese cristiane si sono ben guardate dal riconoscere il primato vaticano. Tradotto in soldoni, l'afflato ecumenico di JP2 si realizza se altre chiese accettano di riconoscere la Chiesa Cattolica Apostolica Romana come "fonte di verità". Nei temi religiosi tali riconoscimenti sono più devastanti che in politica essendo la ragione sociale di queste associazioni il fondamento sulla "verità". Una verità vera per ognuna di esse e, quindi, una verità particolare o per dirla in breve, una menzogna. Il papa vorrebbe che nel mondo moderno i credenti monoteisti potessero smentire questa banale contestazione della teocrazia. Ciò non gli é possibile non solo per la pervicacia con la quale ogni clero difende i propri privilegi e le proprie prerogative, soprattutto perché la proposta vaticana presuppone di affermare la propria a scapito delle altre.

Sul piano più squisitamente politico la riconciliazione con gli ebrei é stata del tutto insufficiente non avendo JP2 voluto contraddire il dogma dell'infallibilità papale e quindi se da una parte ha deprecato l'olocausto subito dagli ebrei, ha criticato l'azione dei nazismi e fascismi europei della prima metà del '900, si é ben guardato dal proferire alcuna parola di critica o di biasimo nei confronti dei papi dell'epoca che come ben sanno tutte le persone che abbiano un minimo di conoscenza storica sono stati artefici di quei nazismi e di quei fascismi. Migliori relazioni JP2 le ha avute con l'autorità palestinese per la sua posizione, ribadita, della legittimità di uno stato palestinese nell'area del Giordano. Buone relazioni con la polizia di Arafat ma pessime relazioni con i proletari arabi che non hanno mancato di utilizzare le loro pietre contro l'imponente servizio d'ordine messo a protezione del monarca vaticano.

L'altro dato significativo, messo in evidenza in questa circostanza più che in altre, é la natura arrogante e di puro dominio delle visite papali. I dati sono esemplificativi: 16.000 poliziotti sono stati impiegati per garantire l'ordine pubblico; dei 70.000 giovani presenti alla collina delle benedizioni 50.000 erano stati importati direttamente dall'Europa; nella domenica cristiana é stata imposta la serrata al mercato arabo di Gerusalemme per impedire qualsiasi forma di contestazione. Ciò alla faccia dei bagni di folla che surrogano il battage massmediatico che accompagna sempre queste azioni politico-diplomatiche-teologiche.

Dulcis in fundo: nella piccola contesa della piazza nella quale sorge la Basilica dell'Annunciazione a Nazareth il papa ha voluto ribadire la sua contrarietà alla pari dignità di tutte le credenze religiose invitando le autorità israeliane a "rivedere" l'autorizzazione concessa ai mussulmani di erigervi una moschea. Più ecumenico di così!

WS



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