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Da "Umanità Nova" n.13 del 9 aprile 2000

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Firenze, sgomberata la Villa

La Villa Okkupata è stata sgomberata dalle forze dell'"ordine" il 23 marzo.
Questa è stata la risposta dell'Amministrazione comunale al lavoro gratuito e volontario di persone che avevano ristrutturato, organizzato e trasformato uno spazio dismesso e bistrattato dal comune in un'area di estrema utilità sociale e libera espressione artistica.
Teatro, concerti, biblioteca, camera oscura per lo sviluppo foto, laboratorio di ceramica artistica, sono le attività stabilmente svolte dalla Villa okkupata e accessibili a tutti (anche con relativi corsi gratuiti), oltre a mostre di pittura, foto, proiezioni e molto altro.
Un immobile ricevuto in eredità dal Comune di Firenze, vincolato a svolgervi attività culturali, e da esso trascurato, sta adesso per essere venduto (o svenduto) dopo essere stato sgomberato per una presunta inagibilità, oscurando uno degli ultimi spazi della città di libera espressione e senza logiche di profitto.
La Villa okkupata risponderà con decisione, sempre in maniera pacifica e non violenta, alla negazione di questi diritti.
Villa Okkupata

Palermo: a una anno dalla guerra nel Kosovo

Venerdì 24 Marzo si è tenuto a Palermo, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, un incontro sulla guerra in Kossovo, ad un anno dall'evento molta gente ha partecipato con interesse all'iniziativa a dimostrazione del fatto che certe nefandezze non vengono facilmente dimenticate. All'assemblea ha partecipato anche Dino Frisullo che in serata si è recato presso la libreria I Fiori Blu dove ha presentato il suo libro "Se questa è Europa": appunti e riflessioni maturati dallo stesso Frisullo durante la sua detenzione nelle carceri turche con la "colpa" di aver difeso la causa curda.
Sabato 25 Marzo ha sfilato per le vie del centro un corteo multietnico organizzato dal Coordinamento Palermitano per la Pace e dal BOXUNO autogestito della facoltà di Lettere. Alla manifestazione, guidata dagli anarchici palermitani, ha partecipato più gente del previsto. Il corteo ha proseguito a ritmo di danza (era presente un sound-system), e durante il percorso si sono tenuti vari spettacoli di gruppi di immigrati di varie culture. L'interazione fra i palermitani e queste comunità è stata una delle cose più piacevoli del corteo, che partito da piazza Politeama si è concluso con uno spettacolo di giocoleria a piazza Bologni.
V. Vizzini "Scintilla"

Milano
Ospedale San Raffaele - lavoratori in lotta

Il 24 marzo nel salone d'ingresso della Direzione sanitaria dell'Ospedale San Raffaele qualcuno aveva aggiunto al motto aziendale impresso sul muro "nulla é impossibile a chi crede", il cartello "nella lotta".
Il salone era affollato da centinaia di lavoratori aderenti allo sciopero che aveva interessato tutte le attività dell'ospedale tranne quelle essenziali per i pazienti.
I motivi della protesta oltre ad essere inerenti alle rivendicazioni economiche legate alla contrattazione aziendale, riguardano il protocollo delle relazioni sindacali, l'adeguamento degli organici e la riduzione degli straordinari.
C'è la sensazione che questa lotta, portata avanti dalla RSU (sostenuta essenzialmente da USI e parte della CISL), segni una svolta nella consuetudine aziendale che ha visto in passato amministrazione e sindacato confederale risolvere materie economiche e non, in modo sommario o addirittura peggiorativo alla contrattazione nazionale.
Consuetudine che già da anni precorreva la logica neoliberista del "non ingessiamo l'azienda e lasciamole mano libera" e che ha portato i lavoratori a salari ridotti rispetto a quelli di altri ospedali e mano libera all'amministrazione su turni e straordinari.

G.L.

Riportiamo di seguito il comunicato stampa emesso dopo la giornata di lotta del 24 marzo:

"Altissima adesione allo sciopero indetto dalla RSU dell'ospedale San Raffaele - assemblea delegati sanità Milano
Oggi circa 1000 lavoratori dell'area sanitaria e amministrativa dell'ospedale San Raffaele, hanno preso parte al presidio davanti alla portineria dell'ospedale e dato vita ad un corteo nella via d'accesso all'ospedale stesso, creando disagi al traffico in via Olgettina e zone adiacenti, e infine alla simbolica, con assemblea, occupazione della Direzione Sanitaria.
Lo sciopero di 4 ore (7.30 - 11.30) è stato proclamato dalle RSU dell'Ospedale contro gli intralci posti dall'amministrazione alla RSU, per la difesa della piena applicazione del CCNL della sanità pubblica, per l'applicazione di istituti contrattuali (ad es. art; 45 comma 3 CCNL 94/97) che non si potevano disattendere come invece è avvenuto all'Ospedale San Raffaele.
La RSU smentisce la notizia fornita dall'Amministrazione dell'Ospedale San Raffaele che da una settimana si é resa disponibile per la trattativa, mentre è vero che in seguito alla denuncia al pretore del lavoro per condotta antisindacale in quanto nega l'informazione, ha chiesto un rinvio dell'udienza, impegnandosi a fornire, finalmente, l'informazione.
L'adesione dei lavoratori allo sciopero (il terzo nell'arco di 14 mesi) è stata più numerosa del solito: moltissimi lavoratori non hanno potuto scioperare o perché precettati o per garantire (per senso di responsabilità) le presenze minime nei reparti di degenza o l'erogazione di servizi minimi essenziali.
Al termine dello sciopero si é tenuta, nell'aula sindacale, un'assemblea provinciale delle RSU sanità. Il tema del dibattito è stata la possibilità di rilanciare mobilitazioni di iniziative di lotta sui problemi che vivono i lavoratori della sanità e sull'applicazione decentrata dei contratti integrativi.
All'assemblea hanno partecipato delegati di Osp. San Paolo, Osp. San Carlo, Osp. Niguarda, Osp. Maggiore -Policlinico, Ist. Geriatrico Redaelli, Clinica San Pio X, comitato per la difesa della salute - distretto 3 di Milano; osp. San Gerardo e ASL 3 di Monza, osp di Melegnano e osp. di Rho"

San Miniato "doppiopetto e manganello"

Alla fine di marzo, nel centro storico di San Miniato, antica e bigotta cittadina tra Pisa e Firenze, Gianfranco Fini, munito di codazzo giornalistico e ciak imprenditoriale, è venuto a battezzare il nuovo circolo di Alleanza Nazionale. Fin qui niente di male, ci mancherebbe: la democrazia, in quanto tale, garantisce libertà di espressione anche alle organizzazioni non democratiche. Anche Bakunin pensava qualcosa di simile. Il fatto però che la nuova sede degli ex missini sanminiatesi sia stata intitolata a Giuseppe Pellicini, podestà della Città della Rocca a cavallo tra gli anni '30 e '40, non può che far rabbrividire quei cittadini che ancora hanno a cuore gli ideali di giustizia e di libertà.
L'evento, pressoché ignorato dall'appisolato popolo, ci insegna però una cosa: il Lupo Nero cambia il pelo ma non il vizio mentre quello Rosso, oltre al pelo e al vizio, perde anche il senso e la memoria.

La destra nostrana, ancora una volta, riluce minacciosa nell'antica tradizione della Premiata Ditta "Doppiopetto e "Manganello": da un lato manda in Consiglio Comunale simpatici e capaci cittadini, che "si interessano dei problemi della gente" e votano ordini del giorno contro il "pericolo Haider", dall'altro ricorda commossa i tempi di "quando c'era Lui", l'alleanza con Hitler, la legislazione razzista, la carneficina bellica e "i treni che arrivavano in orario".
Non resta che vigilare, per quanto possibile...
Pilade Cantini



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