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Da "Umanità Nova" n.13 del 9 aprile 2000

Senza Frontiere
Brevi dal mondo

Mozambico - le alluvioni riportano a galla le mine italiane
Le alluvioni che hanno messo in ginocchio il Mozambico hanno riportato in primo piano la questione delle mine. Durante i 16 anni di guerra tutte le parti in conflitto ne fecero uso. In Mozambico sono state trovate mine terrestri prodotte nei seguenti Paesi: URSS, Cecoslovacchia, Repubblica Democratica Tedesca, Jugoslavia, Cina, Italia, Belgio, Francia, Gran Bretagna, Portogallo, Sudafrica, Rhodesia, Zimbabwe, Brasile, Austria. Nicoletta Dentico, coordinatrice della Campagna italiana per la messa al bando delle mine, ricorda che mine italiane giunsero in Mozambico via Sudafrica (all'epoca ancora sotto embargo).
La Commissione nazionale per lo sminamento stima in 500.000 il numero delle mine disseminate in tutte le province del paese (nel 1992, anno della firma dell'accordo di pace e dell'intervento delle Nazioni Unite, erano 2 milioni di pezzi ).
Mine italiane sono presenti in tutta l'Africa australe. Mine prodotte da tre piccole aziende (Valsella e Misar di Brescia e Tecnovar di Bari). La Valsella (fino al '94 partecipata dalla Fiat), che negli anni delle sue scorribande miliardarie nel mercato internazionale delle armi, con la vendita di milioni di mine tuttora disseminate in aree di conflitto, dal Kurdistan iracheno alla zona dei Grandi Laghi in Africa, godette di ampi e diversificati appoggi nel mondo bancario: dalla Banca San Paolo di Brescia al Banco di Roma (ora Banca di Roma), alla Banca Commerciale Italiana, al Credito Bergamasco, alla Banca Nazionale del Lavoro, all'Istituto San Paolo di Torino, alla Cariplo, al Credito Italiano.
Dalla firma del Trattato di Ottawa (3 dicembre 1997) per la messa al bando delle mine, trentotto paesi tradizionalmente produttori di mine hanno definitivamente sospeso la fabbricazione, anche se ne restano 16 attivi. 8 dei 12 paesi maggiormente responsabili per la proliferazione di queste armi - tra di essi l'Italia - hanno sottoscritto il trattato di Ottawa, e due non firmatari, Israele e Finlandia, hanno comunque cessato la produzione.
Oltre 12 milioni di mine sono state eliminate dagli arsenali di oltre 30 paesi. Oggi che la produzione di mine in Italia è una pagina definitivamente chiusa, restano alcune questioni aperte. La Campagna Italiana per la messa al bando delle mine segnala con preoccupazione la questione delle esportazioni di componenti delle mine, soprattutto esplosivi, che possono nascondersi all'interno di alcune voci doganali.


Olanda - Solidari@s con Itoiz
La nuda verità del forum mondiale sulle acque
Venerd“ 17 marzo, alle ore 10, sei membri del gruppo Solidari@s con Itoiz hanno bruscamente interrotto la cerimonia inaugurale del World Water Forum al Centro Congressi de L'Aia, per protestare contro la diga di Itoiz, nei Paesi Baschi.
Due persone del gruppo arrivate al tavolo della presidenza si sono levate i vestiti e si sono ammanettate assieme. Sui loro corpi erano dipinti questi slogan: "stop itoiz dam" e "no to water privatisation" ("Stop alla diga di Itoiz" e "No alla privatizzazione delle acque"). Le due persone sono poi state portate via dalla sicurezza del Centro Congressi e dalla polizia.
Dopo la prima interruzione, ci sono state ulteriori ripetute interruzioni per oltre 45 minuti: due membri del gruppo in tenuta da scalata si sono arrampicati per le mura ed hanno srotolato striscioni con gli stessi slogan.
Due altri dimostranti, situati in posti diversi della Amazon Hall si sono ammanettati alle sedie ed hanno iniziato a lanciare volantini in aria ed ad urlare slogan. Altri due militanti si sono spogliati, mentre altri ancora mostravano magliette con gli stessi slogan. Allo stesso tempo sono state lanciate delle bombe puzzolenti che hanno creato un'atmosfera insopportabile/irrespirabile nella sala. Dopo le ripetute interruzioni del discorso di inaugurazione gli ultimi contestatori sono stati allontanati violentemente dalla security del Centro Congressi e dalla polizia.
é l'ennesima azione del Tour Europeo "S.O.S.Itoiz", in atto dal settembre dello scorso anno per denunciare l'irrazionale progetto della diga di Itoiz e l'ingiusta condanna a cinque anni di carcere per otto membri del Collettivo, per aver difeso la Terra fermando la costruzione della diga con l'azione diretta pubblica e nonviolenta.
Anche questa azione  stata pubblica e nonviolenta. Questo Forum non  altro che un mezzo per spianare la strada alla privatizzazione di una risorsa essenziale per la vita, che non dovrebbe essere di proprietˆ di nessuno, con il fine di farla diventare una merce ed uno strumento di potere.
Mascherano i loro colossali investimenti per questi progetti con una vuota retorica circa l'aumento della qualitˆ della vita nei paesi in via di sviluppo, proclamando di voler conservare e ripristinare l'ecosistema e promettendo il controllo delle acque attraverso costruzioni mostruose. Questo non significa altro che lo sgombero di milioni di persone dalla loro terra, enormi distruzioni ambientali ed uno spreco scandaloso di denaro pubblico in progetti inutili ed irrazionali. La corruzione, inevitabilmente, accompagna la costruzione di queste opere devastanti, cos“ come la repressione contro chi si oppone e resiste. La diga di Itoiz  solo una delle tante dighe insensate che si stanno costruendo, e sono state costruite, in tutto il mondo.
Il sistema di controllo delle acque che provano ad imporre non farˆ altro che rendere i ricchi sempre pi ricchi ed i poveri sempre pi poveri, eliminando per le comunitˆ la possibilitˆ di essere autosufficienti e distruggendo il pianeta.
(A cura di A. D., da una traduzione di Tactical Media Crew)
Per contattare il Collettivo: solidarios@ythis.zzn.com
Ulteriori informazioni sulla diga di Itoiz ed il Tour europeo:
UK e Olanda: http://www.s-o-s-itoiz.org.uk
Germania: http://www.nadir.org/nadir/initiativ/itoiz
Italia: http://www.tmcrew.org/int/itoiz


Cile - mentre si disseppelliscono i cadaveri le camere votano l'immunità al boia Pinochet
Sono saliti a 11 i cadaveri di presunti "desaparecidos" rinvenuti fino ad ora nel corso delle operazioni di scavo nel cimitero di Concepción (500 km a sud di Santiago del Cile) volute dal giudice Juan Guzman Tapia. Secondo fonti ufficiali, tutti i corpi disseppelliti presentano numerose ferite di arma da fuoco e segni di torture. L'obiettivo di Guzman, che istruisce tra l'altro 76 denunce per violazioni dei diritti umani contro l'ex-dittatore cileno Augusto Pinochet, è, al momento, quello di identificare 24 presunti desaparecidos sepolti a Concepción tra il settembre del 1973 ed il settembre del 1974. Nel cimitero sono presenti complessivamente 4 fosse comuni che potrebbero, quindi, celare un numero di desaparecidos più elevato del previsto.
Intanto il generale Augusto Pinochet non dovrà più temere procedimenti penali nei suoi confronti. Il parlamento cileno a camere riunite ha, infatti, approvato una legge che accorda l'immunità agli ex presidenti. Si tratta di una normativa di natura costituzionale, votata con 113 sì, 29 no e 3 astensioni, che non prevede eccezioni perché questa possa essere revocata. In base al precedente ordinamento, promulgato quando ancora Pinochet era presidente, gli ex capi di Stato godevano dell'immunità, sebbene la Corte suprema potesse su richiesta della magistratura procedere a revocarla. Il nuovo testo prevede che gli ex presidenti si dimettano dalla carica di 'senatori a vita' per assumere lo status ufficiale di 'ex presidenti'. Secondo i promotori della legge - tra cui alcuni partiti che compongono la maggioranza di 'centro-sinistra' - ciò dovrebbe indurre Pinochet a rinunciare ad ogni ruolo politico. Va ricordato che contro l'ex dittatore cileno sono state presentate in Cile 73 denunce che riguardano omicidi e torture avvenuti mentre egli era al potere, dal 1973 al 1990.


Nigeria - prime sentenze dopo l'applicazione della sharia
È stato un rinomato ladro di bestiame di religione musulmana, Buba Bello Kare Garke Jangebe, il primo nigeriano dello Stato di Zamfara ad essere sottoposto all'amputazione della mano destra, come previsto dalla sharia. La sentenza è stata eseguita mercoledì scorso, nella città di Talata Mafara. L'introduzione della sharia in 3 Stati della Nigeria, in primo luogo nello Zamfara, e la prospettiva di adottarla in altri 3, ha recentemente scatenato un'ondata di violenze etnico-religiose costate la vita a centinaia di persone.

Austria - brutalità da parte della polizia
Amnesty International denuncia gravi episodi di brutalità da parte della polizia austriaca nei confronti di arrestati e detenuti. Calci, pugni, ginocchiate, manganellate e gas urticanti sono i metodi comunemente usati. La maggior parte delle vittime sono cittadini austriaci o stranieri non bianchi che, in molti casi, vengono insultati dagli agenti di polizia con epiteti razzisti.
Il caso più grave nel maggio 1999: Marcus Omofuma, un richiedente asilo nigeriano di 25 anni, fu condotto da tre agenti all'aeroporto di Vienna per essere espulso. Imbavagliato e legato al sedile dell'aereo con del nastro adesivo "come una mummia", non sopravvisse al viaggio.
Le indagini in merito ai maltrattamenti ad opera della polizia sono lente, incomplete e spesso inconcludenti. Pochissime finora le incriminazioni di persone colpevoli di violazioni dei diritti umani. Spesso sono le vittime ad essere denunciate dagli agenti per resistenza all'arresto, aggressione o diffamazione.
Amria


Zimbabwe - forze governative aggrediscono manifestanti
Disordini la mattina del 3/4 ad Harare, capitale dello Zimbabwe. Nel corso di una manifestazione indetta da un'organizzazione che riunisce organismi per i diritti umani, centinaia di ex combattenti al soldo del governo hanno attaccato a colpi di manganello e di pietre i dimostranti. Neanche l'intervento della polizia con gas lacrimogeni ed elicotteri è riuscito a bloccare l'aggressione al corteo pacifico. Non si conoscono ancora il numero delle vittime e dei feriti.


Tailandia - il governo tailandese collabora alla repressione dell'opposizione birmana
Un noto esponente dell'opposizione del Myanmar (nuova denominazione della Birmania) è stato messo agli arresti in Tailandia mentre tentava di imbarcarsi su un volo diretto negli Stati Uniti. Moethee Zun, del Fronte Democratico Studentesco "All Burma", è accusato di aver cercato di espatriare con un passaporto falso e sarà sottoposto a processo nelle prossime settimane. Il governo di Bangkok ha recentemente aumentato la pressione nei confronti dei dissidenti del Myanmar presenti in territorio tailandese, a pagarne le conseguenza per primi sono i rifugiati provenienti da Myanmar e le organizzazioni umanitarie preposte alla loro assistenza, che continuano ad essere bersagliati da forti restrizioni operate dalla Polizia Speciale.


Polonia - campeggio contro le frontiere
Dal 13 al 19 luglio si svolgerà in Polonia a Ustrzyki Gorne nella regione di Bieszczady nel sud est del paese il campeggio contro i confini "Nessuno è clandestino". Sono previsti dibattiti per coordinare manifestazioni internazionali, momenti conviviali e provocazioni nei confronti della polizia di confine.
Info:
Maciej Roszak
FA Poznan, skr. 5, 60-966 Poznan 31
tel. 0603 247 245
e-mail: roszak@artemida.amu.edu.pl



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