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Da "Umanità Nova" n.15 del 23 aprile 2000
Carabinieri ed eversione
La messa è finita
Nell'immaginario collettivo degli italiani, non c'è niente da fare, i
Carabinieri vengono associati alla parte buona e non corrotta delle forze di
polizia impegnate nella tutela della sicurezza, dalla vigilanza nelle strade
alla lotta contro la Mafia. Comunque vada.
Per questo il COCER dei Carabinieri si autorappresenta come una sorta di
sindacato integerrimo, attivissimo nel difendere gli interessi dei suoi
associati, i militi dell'Arma pronti a dare il meglio di se stessi per la
maggior gloria della nazione. Potrebbe non essere esattamente così.
"Sullo stato del morale e del benessere dei cittadini" è il
documento-scandalo che il colonnello Pappalardo, responsabile fino a un paio di
settimane fa proprio del COCER, ha distribuito in giro per le caserme. Il
voluminoso dossier, e questo è un primo punto nodale della
querelle svoltasi in questi giorni tra vertici dell'Arma, COCER,
governo, partiti e Presidenza del Consiglio, arriva nel primo comando
regionale, se non ricordo male quello della Lombardia, il 9 febbraio. Si tratta
di 150 pagine piene zeppe di articolate osservazioni su struttura dell'Arma,
compiti, funzioni, ruoli, trattamento economico, carriere, stato del personale,
taglio delle divise. C'è praticamente tutto, nell'opera omnia che
Pappalardo ha approntato con un minuzioso lavoro di alcuni mesi. Non è
nuovo il colonnello in rivolta permanente alla scrittura polemica: nel 1989 un
altro pamphlet dal sapore ribellistico - si intitolava "Lo stato del
morale e del benessere dell'Arma" - era stato considerato eversivo.
È un'idea fissa, questa di Pappalardo, su morale e benessere. Eppure
sotto ai toni della denuncia quasi-sindacale e dello scandalizzato interrogarsi
sull'Italia, paese in cui si assiste a, cito testualmente, "dittatura sul
popolo, scardinamento di ogni valore morale, disoccupazione, criminalità
mafiosa e terroristica, corruzione e faziosità politica", cova ben
altro. Da un confronto sinottico, si direbbe con linguaggio alto, di alcuni
passi del documento Pappalardo con alcuni altri tratti dal decreto approvato
con modificazioni dalla Camera il 24 febbraio scorso e divenuto legge due
giorni più tardi, emergono incredibili analogie. In un articolo de Il
Manifesto del 7 aprile, ne vengono pubblicate le più significative.
Vediamone almeno una: "Realizzazione di una efficace ripartizione delle
funzioni di comando e controllo, mediante la definizione dei livelli generali
di dipendenza delle articolazioni ordinamentali e con la previsione del ricorso
a provvedimenti amministrativi per i conseguenti adeguamenti che si rendessero
necessari."
Qui la faccenda si complica. Se la stesura della legge numero 78/2000 che
colloca in maniera autonoma i Carabinieri, con rango di forza armata,
nell'ambito del Ministero della Difesa, è in parte desunta dalle note
del rappresentante del COCER, per non dire copiata, il ruolo di Pappalardo, e
dello stesso governo D'Alema, finirebbero per incrociarsi nella ridefinizione
non soltanto dell'Arma in quanto tale ma dell'intero modello della sicurezza
previsto nei prossimi anni per il nostro paese. Aveva detto il Presidente del
Consiglio che i Carabinieri non sono né di destra, né di
sinistra, sono dell'Italia. Viene da chiedersi se non sia vero il contrario e
cioè che è l'Italia che finisce per essere dei Carabinieri.
Proverò a spiegare perché. Nella citazione precedente avrete
certamente osservato il riferimento esplicito sia alle funzioni di comando che
ai provvedimenti amministrativi di volta in volta necessari. In sostanza con la
nuova legge i Carabinieri sono a tutti gli effetti operativi anche, e proprio,
in direzione di una ristrutturazione complessiva del corpo. In proposito
Pappalardo qualche idea ce l'ha: l'Arma verrebbe articolata in tre divisioni -
una con comando a Milano per il Nord Italia; una con comando a Roma per il
Centro-Sud e le isole; l'ultima, infine, sarebbe riservata alle Operazioni
Speciali. Nello schema presentato la divisione Operazioni Speciali raggruppa
insieme numerosi e conosciuti corpi dei Carabinieri, dai Ros (Raggruppamento
operativo speciale) ai Corazzieri. Un potere illimitato, dunque, verrebbe a
concentrarsi nelle mani di una persona sola, vale a dire del comandante della
terza divisione. C'è di più: nel progetto anche il Ministero
degli Esteri dovrebbe dipendere dall'Ispettorato di Polizia Militare, ragion
per cui il dicastero finirebbe per essere controllato da un comando dei
Carabinieri, come già accade per quelli attivi presso la Marina
Militare, l'Aeronautica, lo Stato Maggiore dell'Esercito e della Difesa, i Sios
(Servizi informazioni operazioni speciali, presenti in tutti e tre i gradi
delle Forze Armate). In questo modo l'Arma potrebbe controllare tutto il
territorio nazionale eludendo la presenza della Polizia di Stato e del
Ministero degli Interni. Non c'è male davvero.
Sarebbe inutile, quanto vano, rispolverare da qualche vecchio archivio alcuni
eclatanti esempi dell'abbandono da parte dei Carabinieri della retta via
istituzionale. Se non altro perché, nel caso presente, siamo in presenza
di una sorta di contaminazione reciproca addirittura con una intera
nomenclatura politica.
Un documento lasciato girare per le caserme con tanto di visto dell'ufficio del
comandante generale; nessun intervento del Sismi (Servizio informazioni
sicurezza militare, a fortissima presenza di ufficiali dell'Arma); un
Parlamento che si lascia cogliere alla sprovvista e anzi risulta fortemente in
sintonia con le valutazioni espresse nel testo del COCER fino ad assumerne ampi
stralci; difesa ad oltranza della fedeltà e delle buone intenzioni
dell'Arma anche da parte del Presidente della Repubblica: ecco in breve gli
elementi chiave dell'intera vicenda. Elementi inquietanti.
Nella più italiana delle tradizioni, il colonnello Pappalardo si
è ritirato per il momento nel privato; pittore, poeta, compositore,
l'ufficiale più discusso d'Italia ha di recente assistito alla
prima romana della sua missa humilis per orchestra sinfonica.
Autore di una precedente missa militum, Pappalardo, la cui vocazione
romantica e classicamente aristocratica tradisce una cultura dalle origini
ottocentesche, ha detto al giornalista che lo intervistava che i Carabinieri
hanno a cuore soprattutto le sorti della gente umile, della gente comune. E
quando verrà il tempo, ha aggiunto, ci sarà anche una messa per i
potenti: minaccia o avvertimento? Nessuno lo può dire, ma sarà
meglio vigilare con attenzione; perché stiamo inaugurando una stagione
nuova di quello che in altri anni chiamavamo sistema di potere.
Mario Coglitore
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