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Da "Umanità Nova" n.15 del 23 aprile 2000

informa@zione

Torino: una roulotte contro...

Per due settimane, dal primo al 15 aprile, davanti al centro di detenzione per immigrati di c.so Brunelleschi a Torino, è stata sistemata una roulotte che ha costituito un punto di osservazione sul lager per immigrati, ed è stata fulcro di una serie di iniziative di controinformazione, lotta e festa. Lo scopo era quello di entrare in contatto, sia pure in modo indiretto, con gli immigrati reclusi, con i parenti e gli amici tentando di catalizzare l'attenzione del quartiere e della Torino antirazzista sull'esistenza di un luogo e sull'irrinunciabile necessità di chiuderlo subito e senza compromessi.

In queste due settimane sono state distribuite centinaia di volantini, si è tenuto un concerto con Lalli e Alessio Lega, un'assemblea con un avvocato impegnato nella difesa degli immigrati, una grigliata di solidarietà e una serata con sound system, si è assicurata per due settimane una presenza costante di compagni davanti al lager. Si è inoltre solidarizzato con Moustapha, un immigrato marocchino che ha fatto lo sciopero della fame e si è arrampicato su un palo per protestare contro il decreto di espulsione impostogli per il "grave" precedente penale costituito dal furto di una bottiglia d'olio. Grazie alla presenza della roulotte, che l'infame leghista Borghezio, in un'apposita interrogazione parlamentare, ha pomposamente definito "camper-squot", la protesta di Moustapha non è passata sotto silenzio, perché è stata avvertita la stampa, sono stati chiamati gli avvocati ed è stata effettuata una diretta radio. Purtroppo, nonostante le promesse fatte, Moustapha è stato deportato in Marocco il giorno successivo.

L'iniziativa è stata promossa da un tavolo antirazzista attivo da vari mesi a Torino. Vi aderiscono la Federazione Anarchica Torinese, i CSOA Murazzi e Askatasuna, Zone di Conflitto, la LOC, Assopace ed altri.

Red TO

Le calunnie de "Il manifesto"

Nell'edizione di domenica 16 de 'Il Manifesto'è apparso un articolo dedicato alle proteste che, da Seattle a Washington, hanno caratterizzato le recenti riunioni del WTO, del G7. ecc.. L'articolo, a firma di Luciana Castellina, ha come titolo 'L'adunata dei refrattari', un titolo che richiama la ben nota testata edita negli USA da un gruppo di anarchici italiani per diversi decenni. Poiché nel testo si fa il solito, calunnioso, riferimento all'anarchia, un compagno ha ritenuto di dover inviare un messaggio di protesta alla redazione de 'Il Manifesto'. Quello che segue è il testo del messaggio.

Cara Castellina

se mi permetti, trovo semplicemente scandaloso che nel tuo articolo titolato, saccheggiando nel patrimonio storico del movimento anarchico, 'L'adunata dei refrattari' (che, ti ricordo, era la testata storica del periodico curato dagli anarchici italiani di tendenza antiorganizzatrice negli USA per più decenni), si trovi un'affermazione - 'l'anarchia che giova al più forte' - tanto falsa ed insultante. Falsa perché la concezione anarchica , negando il potere, combatte il principio stesso di gerarchia per una società di liberi ed eguali; insultante per quanti, militando o riconoscendosi in questo movimento, hanno contribuito e contribuiscono, come e, forse, più di altri, al processo di emancipazione proletaria e di liberazione umana.

Se non è una novità che negli articoli che appaiono su 'Il Manifesto' spesso e volentieri si usi delle parole 'anarchia' e 'anarchico' in termini dispregiativi e mistificanti, ritengo che l'accoppiamento odierno con quel titolo sia del tutto inaccettabile e mi auguro che vorrai porre rimedio.

Saluti libertari,

Massimo Varengo della Federazione Anarchica Italiana - Milano

Spezzano un comizio memorabile

Il Comizio tenuto il 14 Aprile dalla Federazione Municipale di Base nella centrale P. Matteotti è destinato senza dubbio a rimanere scolpito nella memoria collettiva.

La giornata di chiusura della campagna elettorale si preannunciava in loco alquanto monotona, dal momento in cui la F.A. "G. Pinelli" e la FMB avevano pubblicamente dichiarato che non era loro intenzione confondersi nella passerella dei vari candidati alla carica di consiglieri regionali.

I comizi in programma erano comunque tre e tutti nella centrale P. Matteotti. Nella mattina di venerdì, intanto, da più parti, si diceva in paese che il candidato locale alla regione dell'asinello, ovvero l'ex sindaco PCI, che per un ventennio dominò con intrallazzi e ruberie sulla comunità, aveva spostato il suo comizio dalle ore 19,00 alle ore 22,00, in quanto, aveva deciso che l'ultima parola fosse la sua, dal momento in cui doveva "liquidare una volta per sempre il qualunquismo anarchico e la FMB". Raccolta la notizia, la FMB e gli anarchici decidono di prenotare Piazza Matteotti, qualora non l'avessero trovata di già occupata dalle ore 23,00 alle ore 24,00 per avere possibilità di replica all'eventuale sproloquio dell'ex dittatore locale.

Prenotata la Piazza, nessuna pubblicità ufficiale venne però fatta del loro comizio delle ore 23,00 dalla FMB e dagli anarchici: comunque tutti ufficiosamente lo sapevano in paese, tranne l'ex sindaco-dittatore ed i suoi fedelissimi. Infatti, gli asinelli giunti in piazza per dare avvio al comizio e trovandola piena di gente strabiliavano di felicità non riuscendo a spiegarsi il perché di tanto pubblico dopo un'intera campagna elettorale deserta. Ma purtroppo la loro gioia era destinata a durare veramente poco: un vigile si avvicina all'asinello candidato e gli comunica che alle ore 23,00 deve terminare il comizio perché la piazza è stata prenotata dagli anarchici e dalla FMB. Apriti cielo! L'asinello va su tutte le furie e tra bestemmie e minacce afferma che lascerà la piazza solo allo scoccare delle ore 24,00.

Iniziato il comizio, dopo un'ora e dieci minuti di sproloquio tutto dedicato agli anarchici, un boato si innalza dal pubblico presente per chiedergli di lasciare la piazza, ma ecco che mentre i carabinieri si avvicinano per annunciargli lo stop, l'asinello oratore dimentica gli anarchici e se la piglia con l'arma minacciandola di far scendere a Spezzano il ministro Bianco qualora gli verrà tolta la piazza.

Fatto sta, comunque, che saliti i carabinieri sul palco, si convince, mette fine al comizio e se ne va dalla piazza invitando il pubblico ad abbandonarla. Effetto contrario: la piazza si riempie ulteriormente di persone, tutte assorte ed attente ad ascoltare gli anarchici e la FMB che ancora una volta, come un anno fa in occasione delle amministrative, riescono con un colpo a sorpresa a fare in modo che l'ultima parola sul teatrino elettorale dei politicanti sia quella dei libertari.

L'incaricato



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