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Da "Umanità Nova" n.17 del 14 maggio 2000

Notizie da Mosca
Le attività antimilitariste nella Russia di Putin

L'enorme propaganda antiterrorista non è riuscita a far passare fra la popolazione russa la necessità di una "pulizia" etnica in Cecenia ma è riuscita ad ottenere il consenso della larga maggioranza sulla necessità della guerra. Il forte sentimento antimilitarista che aveva prevalso nel corso della prima guerra cecena è scomparso come mai era accaduto prima.

Il cambiamento radicale dell'opinione pubblica russa dimostra come la retorica antiterrorista sia uno dei migliori strumenti della classe dirigente. Uno strumento altrettanto importante è stato la banalizzazione del conflitto: i media di regime, cioè quasi tutti, hanno cercato di far apparire la guerra come una cosa che riguardava ogni singolo cittadino anche se ben pochi avevano parenti al fronte e ancora meno numerosi erano coloro che avevano morti o feriti nelle loro famiglie. La guerra è così divenuta uno show televisivo: invece di essere considerata come una stupidità umana essa viene fatta passare come un modo per dimostrare che la Russia è ancora una potenza mondiale.

Putin e la sua combriccola sono riusciti a creare una situazione tipicamente orwelliana dove "la guerra è sinonimo di pace e la pace è sinonimo della guerra", "la verità è la menzogna e la menzogna è la verità". I moscoviti possono accorgersi di questo cambiamento grazie agli enormi pannelli posti sulle autostrade che riportano i numeri della polizia e dell'FSB (ex KGB). Si tratta di veri ordigni di propaganda e anche per questo gli anarchici li hanno presi per obiettivi organizzando diverse azioni contro questi "mostri" come quella del 19 marzo quando i membri del Comitato contro la guerra - composto da diverse ONG e da anarchici - hanno coperto uno di questi cartelli con una "bomba per la pace", un enorme striscione alto due metri e mezzo e decorato con citazioni orwelliane.

Altri gruppi hanno attaccato i principali media, tutti schierati a favore della guerra, nel corso di una manifestazione per il boicottaggio delle elezioni organizzata da "Soiuz 2000" e "nuova sinistra". Alcune équipe televisive sono state gli obiettivi dei manifestanti. È bene ricordare che nei media nessuna voce si è levata a criticare la guerra in Cecenia prima del rapimento del giornalista Andrei Babitski. Solo quando si è saputo che responsabili del rapimento e delle torture sono state le autorità militari russe, un gruppo di giornalisti reagì denunciando il fatto e la censura di cui erano vittime nell'esercizio della loro professione.

Numerosi gruppi (anarchici, antifascisti, trotskisti...) hanno organizzato azioni contro la guerra in tutta la Russia. Anche gruppi stalinisti si sono opposti alla guerra ma senza organizzare alcuna manifestazione pubblica. Le "madri dei soldati", molto attive nella prima guerra cecena, sono invece state poco attive, forse perché demoralizzate e non sostenute dall'opinione pubblica. Tuttavia questo gruppo ha continuato a fornire aiuto ai soldati di leva e a diffondere le notizie provenienti dal fronte. Le "madri dei soldati" hanno anche organizzato alcune manifestazioni a S. Pietroburgo, con scarso seguito popolare.

Dall'inizio dell'anno, gli anarchici hanno organizzato sette manifestazioni contro la guerra a Mosca. La più riuscita ha visto l'adesione di un centinaio di persone. Queste manifestazioni erano organizzate da una coalizione che riuniva il Movimento anarchico contro la guerra, il gruppo "Dikobraz", la Kas e il giornale "Utopia". Alle iniziative hanno aderito a livello individuale anche membri di altre realtà anarchiche.

"Abbasso lo stato poliziesco", "Stalin è morto ma Putin è vivo", sono stati alcuni degli slogan di queste iniziative. Prima delle elezioni si è cercato di porre in rilievo come la guerra fosse parte integrante dei programmi elettorali dei vari candidati alla presidenza.

La polizia ha solo marginalmente disturbato le manifestazioni ma due militanti sono stati arrestati con l'accusa di diffondere materiale anticostituzionale. Anche i diffusori del giornale anarchico "Autonom" hanno ricevuto minacce dai poliziotti. È evidente che il largo sostegno popolare a Putin ha reso inutile un'attività repressiva maggiore nei confronti dei "dissidenti".

Sempre a Mosca, nel corso di una serie di manifestazioni svoltesi in marzo, anche trotskisti e aderenti a "nuova sinistra" hanno invitato al boicottaggio delle elezioni. I "presidi" hanno visto la partecipazione di una media di venti persone. Anche gli anarchici hanno naturalmente invitato all'astensione. Da segnalare l'ironica manifestazione organizzata da varie realtà anarchiche il primo aprile a Mosca "per sostenere Putin". Gli slogan esigevano che Putin fosse nominato zar e inneggiavano allo Stato poliziesco e alla guerra.

A S. Pietroburgo anarchici, antifascisti e trotskisti hanno organizzato un grande festival musicale contro la guerra e una manifestazione il 27 febbraio. Ogni sabato il comitato contro la guerra ha organizzato dei picchetti in una piazza centrale della città. Nelle città più piccole, come Novgorod, c'è stata una bassa partecipazione alle manifestazioni antiguerra. Alcuni gruppi sostengono legalmente i soldati di leva e i disertori. In queste località di provincia l'opposizione ha grosse difficoltà: in gennaio due militanti pacifisti sono stati condannati a dieci giorni di prigione per la loro attività contro la guerra. Nella conservatrice Siberia i poliziotti non hanno problemi a reprimere pesantemente le iniziative antimilitariste. In prigione alcuni militanti hanno dovuto ricorrere allo sciopero della fame contro le pene che gli erano state inflitte: quattro giorni dopo sono stati liberati. Nel novembre del 1999 Dimitri Neverovsky, obiettore di Obnisk, è stato condannato a due anni per essersi rifiutato di partire per la Cecenia. In questa regione numerosi soldati di leva si sono rifiutati di partire per la guerra. La dura condanna di Nevrovski è servita di esempio e di avvertimento.

Gruppo anarchico Dikobran

mail to: dikobrazi@lists.tao.ca

(liberamente tratto da "Le monde libertaire" del 20 aprile, traduzione di Denis)



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