![]() Da "Umanità Nova" n.18 del 21 maggio 2000 Il Cavaliere dalla triste figura e la figura triste della sinistra al governoSembra proprio che le vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi debbano finire in gloria. Non sono passati che una sparuta manciata di anni da quando bastava soltanto la parola per suscitare nei teleutenti conati di vomito giustizialista -- ricordate? "Craxi", "Berlusconi", "De Lorenzo", "Andreotti"... --, che ora le stesse persone sottoposte al pubblico ludibrio, non solo non sono più tacciate delle peggiori nefandezze politiche e morali, ma per alcuni di loro è spuntata l'aureola del santo, del martire, del perseguitato. Dire che sia cambiato il vento, è dir poco. La sinistra (sebbene quella centrista che più centro non si può) è al governo, quello stesso governo (nel suo spirito e -- per alcuni -- nella sua carne) dal quale la destra fu scalzata grazie ad alcuni rumori nella piazza ed ai tanti clamori nei palazzi di giustizia. Una giustizia che per i teleutenti aveva finalmente fatto il suo corso, accusando i potenti del loro potere, promettendo dinanzi agli schermi televisi che d'ora in avanti la musica sarebbe cambiata, perché -- come direbbe Aldo Biscardi -- sine qua non, ci siamo qua noi. Nei fatti, e come sempre, l'adagio gattopardesco ha funzionato alla perfezione, nella finzione di cambiare tutto per non cambiare nulla. O poco più. Ma è proprio quel "poco più" ad indicare una nuova stagione della politica italiana, dei suoi mestieranti, dei suoi teleutenti. Il vento giustizialista è cambiato, anzi non tira più. Anche metereologicamente l'estate avanza, di modo che alla calura, all'appicicaticcio ci si abitua. Eppoi è sempre più dura da credere che gli uomini di stato della "seconda repubblica" siano diversi, alieni. A meno di non considerare i vari Amato ed Intini (tanto per far dei nomi) i cloni dei tanti politicanti di mestiere. C'è da dire, in verità, che l'uso politico della giustizia ha sempre caratterizzato la sinistra al governo, fin dai tempi del guardasigilli Togliatti. Che da buon stalinista sapeva come servirsene. Certo, i suoi nipotini, si sono dimostrati un pò troppo avventati, non capendo che i nemici da sbattere in galera son soltanto quelli che stanno --politicamente parlando -- alla propria sinistra, e che soprattutto non hanno nessun potere da spartire. Gli altri, "basta la parola" -- Berlusconi, Craxi, De Lorenzo -- e poi tutti a casa. E amici come prima. Perché le galere non son certo fatte per quelli che... Jules Élysard
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