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Da "Umanità Nova" n.18 del 21 maggio 2000

Cresce il movimento contro l'economia globale
Una valutazione sul 16 aprile a Washington

È troppo presto per arrivare ad una conclusione sulla dimostrazione di Washington del 16 aprile (A16), ma possiamo ugualmente congratularci con noi stessi.

Le scelte del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale impongono povertà, assenza di diritti, una devastazione ecologica e sociale che diventano economicamente e moralmente positive. Il dissenso sul FMI e la Banca Mondiale riguarda anche la povertà nel terzo mondo, la situazione degli agricoltori e dei lavoratori dentro e fuori gli USA, i prigionieri politici, il debito, il consumismo, l'ecologia, i problemi di razza e di genere, e molto di più. Durante le manifestazioni i gruppi con pochi aderenti lavoravano fianco a fianco con quelli che hanno una base militante più ampia. C'erano mutua comprensione ed aiuto reciproco. L'AFL-CIO (il sindacato americano), le principali organizzazioni verdi, il gruppo U.S. Jubilee 2000, l'A 16 ed i gruppi del <<blocco nero>> hanno differenze politiche, sicuramente, ma sono stati ben diretti da organizzatori di tutti i gruppi. Anche questo è un grande progresso.

Le varie ali tattiche del movimento hanno lavorato meravigliosamente insieme. Le diverse tattiche non si sono ostacolate a vicenda. La tensione è stata minima, la comunicazione tra i gruppi considerevole. I raggruppamenti sono stati rafforzati più che indeboliti dalle dispute tattiche. C'è stato aiuto reciproco nelle strade, un'attenta pianificazione degli eventi ed un concordare gli obiettivi prima delle manifestazioni. I Black Blocks hanno portato alle azioni tattiche energia, creatività e coraggio, come a Seattle, ma anche una considerevole disponibilità a riversare queste capacità nel movimento, rispettando i desideri degli altri manifestanti e difendendo ripetutamente i loro meno preparati compagni. È stata una lodevole trasformazione avvenuta in un periodo molto breve. Nello stesso tempo gli attivisti del movimento non violento hanno rispettato le idee di quelli che avevano visioni tattiche diverse. Le differenze tattiche restano, e si inseriscono nel mosaico, così come le differenze politiche, ma tutte sono maneggiate costruttivamente, e questo è anch'esso un grande progresso.

Il numero delle persone attivamente coinvolte in azioni illegali o nel loro supporto è stato grande, c'erano più disobbedienti civili a Washington che a Seatttle. Durante gli anni '60, la dimostrazione di Washington aveva adoperato anch'essa la disobbedienza civile per paralizzare la città. Il 16 di aprile c'è stata la seconda grande manifestazione negli USA sull'economia globale. Non è stata il prodotto di una lunga ed intensa lotta profonda nel suo sviluppo, ma almeno ventimila persone si sono recate nel distretto di Columbia.

La disobbedienza civile del Movimento contro l'economia globale continua ad essere presente. Molti dei partecipanti alla manifestazione potrebbero ritenere la logistica dei giorni di confronto una sconfitta per i dimostranti. È un errore cercare la sconfitta dentro una vittoria. Nessuno dovrebbe essere sorpreso dalla capacità del governo degli USA di ammassare una forza coercitiva in grado di controllare gli eventi nelle strade di Washington. Sicuramente la polizia di Washington aveva una strategia veramente efficace. Ha utilizzato degli arresti preventivi ed illegittimi. Ha circondato la Banca Mondiale ed il FMI con aree pesantemente sorvegliate, tenendo gli attivisti molto distanti dall'obiettivo del loro dissenso. Ha invaso e chiuso il Centro di Convergenza come forma di intimidazione, utilizzando un misto di arresti, aggressioni e talvolta anche di paziente attesa in un efficace tentativo di canalizzare le proteste, lavorando duro per instradare la protesta, benché senza successo. Gli attivisti facevano conto su una lieve ma costante crescita della "armata" non violenta, mobile, determinata, decentrata, antiautoritaria, che impara facendo. Senza dubbio abbiamo imparato molte lezioni per il futuro. Siamo riusciti ad elevare il livello di coscienza, incrementare il dissenso, consolidare obiettivi e consapevolezza, creare legami e solidarietà. La vittoria nelle strade di Washington è stata l'organizzazione disciplinata, la fermezza, la creatività e la visione dei dimostranti che facevano del loro meglio contro una forza potentemente armata, mobile, ben addestrata, il cui solo obiettivo era tenerli a distanza e demoralizzarli. La vittoria è stata nel raggiungimento degli obiettivi prioritari, nell'accrescimento della coscienza e della solidarietà e nella visibilità pubblica degli obiettivi.

Per finire un altro punto: l'eccezionale copertura dei media a Washington, superiore a quella di Seattle. Una potente controinformazione ed il lavoro dei media alternativi hanno creato un contesto in cui il pubblico sapeva troppo ed era in grado di ricevere informazioni da troppe fonti perché i media tradizionali potessero distorcere la realtà senza ricavarne una feroce condanna. Questo si poteva vedere ad ogni livello, includendo le coperture delle più grandi reti televisive, la CNN, il Washington Post, il New York Times e, anche se meno, su molti giornali e televisioni locali. La copertura mediatica è stata superiore a quella di Seattle, e ciò è dovuto alla pressione portata sui media dall'attivismo dei militanti, dalle fonti alternative e dalla crescente visibilità che ha il movimento. Questa è un'altra vittoria che potrà fare da carburante a ulteriori pressioni contro i media tradizionali e per la creazione di media alternativi.

Dobbiamo però chiederci perché il numero dei militanti sindacali e dei rappresentanti delle comunità religiose, la cui partecipazione è stata più ampia agli eventi pubblici legali, come il meeting di Jubilee 2000 (9 aprile) e la manifestazione della AFL - CIO/CTC (12 aprile) è stato più basso anziché più alto di quello di Seattle? Questo fatto è stato causato da un diminuito impegno di queste organizzazioni? Oppure è legato alla paura di quello che avrebbe potuto succedere? Se questo era il motivo, cosa si sarebbe potuto fare per diminuire questa paura e garantire sicurezza a gente non abituata a correre nelle strade o a essere arrestata? La presenza di ottomila persone preparate alla disobbedienza e di altre dodicimila come supporto militante potevano ottenere il massimo potere e fermare la repressione solo a fronte di altri centomila preparati a manifestazioni legali e pacifiche. È inutile considerare i militanti la gamba sperimentata del movimento, senza ragionare su una molto più massiccia gamba pacifista. Per stare in piedi bene abbiamo bisogno di entrambe. Perché le comunità di colore erano largamente assenti dalle dimostrazioni legali e pacifiche e completamenti assenti dalle dimostrazioni di disobbedienza civile e dalla leadership del movimento? La conoscenza degli sforzi del movimento A 16 per incorporare queste comunità come partecipanti e come leadership, l'aggiunta della presenza del gruppo di Free Mumia e gli sforzi per comunicare con le diverse comunità di Washington, ancora non bastano e cosa servirebbe in più e in quale modo per ottenere un maggiore successo? È solo una questione di tempo e dobbiamo semplicemente continuare gli sforzi già in atto ed il lavoro porterà a risultati significativi? O non è anche in parte dovuto ad una significativa differenza su cosa ci si aspetta nel cadere nelle mani della polizia, e se così fosse cosa si potrebbe fare per risolvere questo problema?

I gruppi giovanili costituivano nettamente l'ossatura delle dimostrazioni dell'A 16 ed hanno garantito un potente motore per la crescita della radicalizzazione giovanile. Perché dei giovani possono ammassare da 10 a 20 mila attivisti provenienti dai campus e dai gruppi giovanili, disposti a correre rischi sostanziali e non aggregarne centomila dagli stessi gruppi per una partecipazione legale e pacifica di gente appena politicizzata, o che sta imparando, o arrabbiata ma non abbastanza per andare a Washington? Perché i giovani presenti erano tutti veterani, radicali, e c'erano così pochi <<debuttanti>>? Per dei militanti universitari e radicali incontrarsi, manifestare insieme, organizzare insieme ed educarsi insieme è eccellente. Ma dovrebbe essere altrettanto buono, per dei radicali andare nei dormitori, nelle librerie, nelle mense, nelle associazioni studentesche, nei licei, nei bar, nei centri commerciali per organizzare la gente che non è ancora d'accordo. Le organizzazioni religiose e sindacali, i grandi gruppi ecologici, le organizzazioni femminili, i gruppi antirazzisti, hanno bisogno di unirsi e di organizzarsi per raggiungere nuove persone che non sono ancora d'accordo nel vedere l'importanza di partecipare e lo stesso devono fare i giovani.

Raggiungere un certo livello e poi operare nel campo sociale, culturale, politico, ma separati dal resto della propria comunità, università, vicinato, città, posto di lavoro non deve essere tipico del movimento. Entrare in nuovi luoghi dove la gente non è d'accordo con noi è il compito principale della nostra organizzazione.

Così mentre tutti insieme celebriamo i successi dell'A16, nello stesso tempo dobbiamo cominciare a pensare a Praga, Filadelfia e Los Angeles e a come raggiungere le organizzazioni sindacali, religiose, la gente di colore ed i giovani che non sono ancora d'accordo con noi.

Noi già sappiamo che questo movimento è il gradino più alto riguardo alla già due volte dimostrata capacità di pianificare ed organizzare e portare avanti eventi in cui convinti radicali possono impegnarsi con grandi risultati e successi organizzativi. Adesso dobbiamo allargare pesantemente la nostra base.

(liberamente tratto da un articolo di Michael Albert della rivista Zed Magazine)



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