![]() Da "Umanità Nova" n.18 del 21 maggio 2000 inform@zionePietrasanta Il 30 aprile 2000, dopo trent'anni di giunte di sinistra, il voto dei pietrasantini ha aperto la strada ad una giunta e ad un sindaco di destra, e con essi, a noti personaggi del fascismo nostrano, becero ed intollerante. Già poche ore dalla disfatta, mentre lorsignori del Club di Forza Italia e affini concedevano sorrisi a venti denti ai giornalisti e brindisi con lo champagne più raffinato nelle hall dei loro alberghi e ristoranti, contemporaneamente negli scantinati della sinistra locale ci si iniziava a scannare, offendere ed additare come i responsabili di una tale disfatta. Che il voto delle persone interessi e coinvolga i politici solo in termini di poltrone ottenute, lo dimostra quanto accaduto a Pietrasanta, dove all'indomani delle elezioni nessuno, proprio nessuno, si è interrogato sui motivi della scelta dei cittadini, sottoponendosi ad un minimo di scelta autocritica, per rendersi finalmente conto che questa sconfitta era non solo meritata ma inevitabile. Rimpallarsi a vicenda la colpa di questo tracollo altro non è stato che continuare una politica giocata sempre più a livello di immagine, in una dimensione virtuale tanto lontana dal mondo materiale da non aver nessun residuo punto di contatto con la realtà. Nessuno fra gli illuministi della sinistra pietrasantina sembra essersi reso conto che oggi come sempre le elezioni le vince chi meglio finge di basare la propria politica sui fatti e non su discorsi autocompiaciuti ma inconcludenti. Non basta essere professori universitari o di vasta cultura, dichiararsi antifascisti, avere un sorriso rassicurante, una formazione cattolica e buonista e indiscusse capacità retoriche e diplomatiche. Arriva il momento in cui tutti si stufano delle chiacchiere e delle promesse, del vuoto contenutistico, degli appelli contro la destra per pretendere qualcosa di più concreto, che magari sia veramente di opposizione a quei valori conservatori, razzisti e autoritari propugnati dalla destra ma che purtroppo, nei fatti, sono penetrati nel programma politico di questa sinistra. In quattro anni di sinistra, con sei assessori di Rifondazione in giunta comunale, a pietrasanta non è stato fatto niente che si possa definire di sinistra. Le 460 schede elettorali riconsegnate all'ufficio elettorale e le migliaia di astenuti sono prima di tutto una risposta a questi errori. Alcuni di noi, in quanto anarchici, hanno solo confermato la loro scelta politica di non delegare la volontà preferendo alla legittimazione del politicante di turno una partecipazione attiva e diretta alla vita politica e pubblica. Per molti altri tenere, probabilmente la maggioranza degli astenuti, la decisione di non votare non proveniva da una scelta ideologica a priori, quanto dalla presa di coscienza che dopo tante menzogne e meschinità, l'astensionismo rimaneva l'unica soluzione dignitosa a disposizione. Il caso dell'inceneritore del Pollino, che in queste elezioni ha avuto un peso immane, verrebbe sbrogliato dalla destra vincitrice spostando l'impianto in un altro luogo, magari dove non pregiudichi i ricchi profitti dei loro alberghi e delle loro attività legate al turismo. La posizione sicuramente più arrogante ed idiota che ci si poteva aspettare anche se dirsi stupiti di questa levata sarebbe falso. A certi nuovi geni della politica locale non importa niente di chi un domani respirerà la diossina dell'inceneritore; nella loro visone della politica rimane costante l'egoismo, il disprezzo delle minoranze (in questo caso gli abitanti di un comune abbastanza piccolo ed appartato da non riuscire a opporsi all'impianto) e naturalmente l'imposizione. Dal canto nostro noi del Coordinamento contro l'inceneritore e la repressione ci opponiamo non solo ai politicanti rossi o neri che bruceranno i rifiuti, ma anche e soprattutto a chi i rifiuti li produce, a tutte le fabbriche inquinanti ed a tutte le nocività, a tutti i bisogni indotti che finiscono per ritorcersi sotto forma di smog, onde elettromagnetiche, inquinamento di ogni genere. Non è sufficiente opporsi all'inceneritore del Pollino, al bricchettaggio a Montignoso, all'impianto di Pioppogatto e a tutti gli inceneritori vicini o lontani da casa nostra. È importante capire prima che sia troppo tardi che questa logica del profitto porterà sempre alla scelta di un imballaggio più economico benché più inquinante o al mantenimento di un posto di lavoro quand'anche pregiudichi la salute di tutti e comunque alla subordinazione della salute alle esigenze dei bilanci economici; un'economia che continua incontrastata a mietere vittime ed a controllare i nostri destini. Per questo non votare è stato importante ma ancora non basta. Per questo ci sentiamo chiamati tutti, ad opporsi in prima persona, tutti i giorni, sul luogo di lavoro, in piazza ed ovunque, all'inceneritore del Pollino, a tutti gli inceneritori, a tutte e nocività. Coordinamento contro gli inceneritori e a repressione
Sciopero generale nazionale autorganizzato Libertà di licenziamento, un salto nel passato, un sogno nel cassetto degli uomini della Confindustria per chiudere un cerchio che in questo ultimo decennio a fatto tabula rasa di tanti diritti conquistati dai lavoratori e svenduti con l'aiuto complice delle organizzazioni sindacali di stato e i loro partiti di riferimento. Mercoledì 10 maggio le organizzazioni del sindacalismo di base e autorganizzato hanno indetto 8 ore di sciopero in tutti i luoghi di lavoro. Circa 5000 persone hanno aderito allo sciopero contro "la libertà' di licenziamento" e per l'astensione organizzata alla partecipazione dei referendum antisociali proposti dal partito radicale, oggi avanguardia del liberismo più sfrenato e truppa cammellata della Confindustria. Il corteo che si è andato gonfiando durante il percorso, ha visto la partecipazione di tanti cittadini che, stanchi delle sceneggiate delle organizzazioni sindacali di CGIL, CISL, UIL (vedi patto sul lavoro al comune di Milano, vedi l'insistenza quasi paranoica alla partecipazione della farsa elettorale che lascia dubbi sulla reale volontà di costoro sui loro desideri), ha visto anche centinaia di lavoratori organizzati sotto gli striscioni della CUB, USI, COBAS, RdB e altri . Lo sciopero indetto era chiaramente tutto politico, e proprio per questo la partecipazione è stata un successo. Inoltre l'iniziativa è andata ad accavallarsi con altri scioperi già in programma. Venerdì 12 maggio i lavoratori dell'ATM milanesi aderenti ai COBAS e al COMU hanno organizzato uno sciopero che ha avuto una grande adesione e messo in ginocchio la rete dei trasporti pubblici. Nonostante la campagna di stampa che tendeva alla criminalizzazione dei lavoratori, messa in atto dai media pubblici e privati, l'iniziativa ha avuto la solidarietà della maggioranza delle persone che hanno subito lo sciopero, i quali hanno capito che le condizioni di lavoro del personale ATM non sono del tutto rosee. Il corteo è sfilato per le strade di Milano, per arrivare davanti alla sede della Confindustria, veri mandanti dei referendum radicali antisociali, dove si sono svolti i comizi dei lavoratori intervallati dalle note dell'ultimo dei cantastorie sociali Franco Trincale. La lotta è appena cominciata!!! Antonio D'Errico
Bologna 10-15 giugno 2000 Si é svolta a Bologna, il 14 maggio, l'annunciata assemblea nazionale per preparare le manifestazioni contro l'OCSE del prossimo giugno. Come avevamo già evidenziato si sono formati a Bologna due coordinamenti che stanno preparando la mobilitazione di giugno. I compagni che si sono riuniti nell'assemblea di domenica fanno riferimento agli anarchici e all'autonoma di classe. Dell'area delle tute bianche e di Rifondazione non si é visto nessuno. Sono state confermate le indicazioni che erano emerse nelle riunioni cittadine fra il Comitato Cittadino Antirazzista ed il Circolo Anarchico "Berneri". Erano presenti compagne e compagni di Bologna, Modena, Imola, Parma, Cremona, Genova, Torino e Roma. Gli appuntamenti di giugno saranno così articolati. Sabato 10 giugno si svolgerà una manifestazione nazionale anticapitalista e contro il dominio globale con concentramento in piazza dell'Unità (dietro la stazione centrale). La manifestazione sfilerà fino a piazza Maggiore dove ci saranno comizi e microfono aperto. Domenica 11 giungo si svolgerà un convegno contro la globalizzazione nella sala dei Notai in piazza Maggiore. Da lunedì 12 giungo, giorno dell'inaugurazione della conferenza intergovernativa OCSE, a giovedì 15, giorno della sua conclusione, sono annunciate variopinte e molteplici iniziative di contestazione e boicottaggio dei lavori della conferenza. Per i compagni e le compagne che ci auguriamo giungano numerose da tutte le parti d'Italia e d'Europa verrà allestito un campeggio nell'area che l'anno scorso ha ospitato il meeting anticlericale. Vi sarà quindi la possibilità di dormire, lavarsi, mangiare a poco prezzo, socializzare e costituire un'assemblea permanente di opposizione alla conferenza dell'OCSE. Il campeggio sarà in funzione da venerdì 9 giugno. Da una serie di incontri con le realtà del sindacalismo di base bolognese é emersa la volontà e la necessità di un coinvolgimento dei lavoratori e delle lavoratrici nella contestazione di questo Forum del capitalismo globale. È possibile che si arrivi, nei giorni dal 12 al 15, all'organizzazione di uno sciopero intercategoriale a livello provinciale e/o regionale con manifestazioni organizzate da USI, Cobas, CUB-RdB, Slai. Nell'assemblea é emersa la contemporanea necessità della partecipazione di tutte le compagne ed i compagni alle manifestazioni contro i poteri sovrastatali e multinazionali che terranno incontri al vertice, fiere e conferenze ad Ancona, Firenze e Genova. Consolidando e rafforzando così la rete delle relazioni fra soggetti individuali e collettivi che si muovono contro il dominio globale e preparando le giornate bolognesi che sono (per ragioni di calendario) la conclusione di questa mobilitazione internazionale contro i governi e le multinazionali che vengono a tenere le loro riunioni politiche in Italia. Le compagne ed i compagni anarchici bolognesi si sono attivati, attraverso i canali del nostro movimento per far giungere il nostro appello alla mobilitazione anche ai compagni europei. In rete (ecn, no-ocse, a-infos) stanno circolando documenti da noi prodotti e tradotti in inglese, spagnolo, tedesco e francese. redb
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