![]() Da "Umanità Nova" n.19 del 28 maggio 2000 Senza frontiere. Brevi dal mondoNew York - 8 maggio : migliaia in piazza per Mumia Migliaia di persone hanno manifestato a New York per chiedere un nuovo processo a Mumia Abu Jamal, giornalista ed ex membro delle 'Pantere nere', condannato a morte nel 1982 per l'uccisione di un poliziotto bianco a Filadelfia, nel 1981. Durante il raduno è stato ascoltato un messaggio registrato dello stesso Mumia. Il 7 maggio in una pagina a pagamento sul 'New York Times' un gruppo di personalità della cultura, della società e dello spettacolo - tra i quali Noam Chomsky, la scrittrice Toni Morrison e la militante per i diritti umani Angela Davis - avevano chiesto un nuovo processo per Mumia. L'esecuzione di Mubia Abu Jamal è momentaneamente sospesa in attesa della pronuncia di un tribunale federale della Pennsylvania, che deve decidere se concedergli o no un nuovo processo.
Birmania - gli studenti "sospetti" non possono più accedere all'Università Pesanti restrizioni all'accesso universitario colpiranno gli studenti birmani: la polizia e i servizi segreti militari hanno iniziato un'accurata opera di controllo sui cittadini che si sono iscritti all'Università Nazionale dello Sviluppo, i cui corsi inizieranno a giugno. Questa azione è volta ad impedire l'accesso universitario non solo a chiunque ha avuto contatti diretti con gruppi politici di opposizione, ma anche a chi ha partecipato ad attività studentesche di varia natura o chi ha avuto parenti più o meno vicini che in passato hanno svolto attività politiche.
Burundi - il genocidio dimenticato continua Muoiono almeno in 260 ogni giorno i civili hutu rinchiusi nei 53 "Campi di protezione (Concentramento)" allestiti dai militari governativi nei comuni di Kabezi, Kanyosha, Isare, Mugaruro e Mutambu, nella Provincia burundese di Bujumbura Rural. Lo denuncia un rapporto pubblicato dagli stessi civili reclusi in quelli che non si esita a definire veri e propri 'lager'. Il documento ribadisce che la situazione umanitaria continua ad essere disastrosa. I militari dell'esercito regolare burundese picchiano i civili senza motivo. Le condizioni alimentari e sanitarie sono insostenibili. Acqua e cibo scarseggiano, non esistono servizi igienici e si diffondono a macchia d'olio malattie mortali come la malaria. Le donne, stremate dalla fame, non riescono ad allattare i propri figli, vengono violentate dai militari e sono costrette a partorire in condizioni disumane. All'interno dei campi sono sempre la miseria e la povertà a farla da padrone. Ancora una volta sono i soldati a derubare le povere cose che i civili possiedono o ad inviare gruppi di giovani a saccheggiare le fatiscenti abitazioni e farsi consegnare tutto ciò che trovano. Difficile, al momento, fare una stima del numero dei civili rinchiusi nei campi, che ad ottobre dello scorso anno erano stati censiti in 250.000, così come ancora poco chiare rimangono le ragioni invocate dalle autorità burundesi per l'allestimento di questi centri. Il governo sostiene che sono finalizzati da un lato a proteggere la popolazione dai ribelli armati, dall'altra a facilitare le operazioni antiguerriglia condotte dall'esercito, in altri casi a 'punire' chi ha fornito supporto ai ribelli. Sta di fatto che vi sono 2000 morti alla settimana, nel silenzio generale.
Turchia - condannati al carcere anche i bambini Sono cinque e hanno dagli 8 ai 16 anni. Sono i bambini che il 14 aprile scorso il Tribunale Speciale di Diyarbakir ('capitale' della regione a maggioranza kurda, Sud Est della Turchia) ha condannato a pene da un minimo di 2 ad un massimo di 12 anni e 6 mesi di carcere per collaborazione con il Pkk. L'accusa era di separatismo, per avere scritto sui muri della scuola di Diyarbakir frasi come "basta con la guerra, vogliamo la pace", "la rivoluzione arriva dove non c'è umanità", "abbasso il fascismo" e "viva la fratellanza del popolo". L'avvocato della difesa, Muharren Erbey, si prepara a fare appello in cassazione ed eventualmente alla Corte Europea dei Diritti Umani. Erbey sostiene che i ragazzi sono stati incarcerati per oltre un anno prima del processo. In carcere avrebbero subìto torture con scariche elettriche per indurli ad attribuirsi la paternità delle scritte e del furto di alcuni computer. In Turchia è considerato legale processare e condannare i bambini superiori agli 8 anni : i dati ufficiali del Ministero della Giustizia turco parlano di 221 casi di bambini condannati, nel solo 1999, per reati di vario genere nel Sud Est del paese. Tra loro anche ragazzi giudicati per reati politici. Un bambino dagli 8 ai 17 anni può essere incriminato per motivi politici con diversi capi d'accusa. Ad esempio, per avere parlato e cantato in pubblico in lingua curda, oppure per avere distribuito volantini o giornali proibiti. Il solo tribunale di Diyarbakir ha già condannato a morte 68 ragazzini, oggi la loro pena è stata commutata a 20 anni di carcere. Nella fase istruttoria del processo non hanno avuto diritto ad un avvocato; si sono difesi da soli. Incarcerati nelle celle degli adulti, spesso subiscono le medesime torture; la più usata è la scarica elettrica perché non lascia segni sul corpo. Gli interrogatori durano anche due settimane di fila.
Paraguay - violentissimo sgombero dei contadini diretto dal Ministro degli Interni Ammontano a 45 i feriti e a 320 gli arrestati in seguito agli scontri registrati nel latifondo "Tarumá", situato nei dintorni di Caazapá, nel corso dello sgombero. Diverse centinaia di poliziotti, appoggiati da tre aerei che effettuavano voli radenti intimidatori e da un elicottero che lanciava lacrimogeni, hanno caricato i contadini, dopo aver allontanato dalla zona tutti i giornalisti. I primi testimoni giunti dal luogo della carica hanno parlato di un vero e proprio massacro, diretto personalmente dal Ministro degli Interni e dal capo della Polizia. Un primo tentativo di sgombero della proprietà, che conta 16.000 ettari improduttivi, era stato respinto mercoledì scorso dai contadini, armati di machetes, bombe molotov, fucili e pistole. I contadini arrestati sono stati trasferiti nel carcere di Villarrica, dove "per ordine superiore" nessuno di loro ha potuto essere intervistato dai giornalisti. Uno dei pochi giovani rilasciati ha dichiarato di aver visto il Ministro degli Interni Walter Bouwer sparare sui contadini da un elicottero. Il giovane ha anche denunciato torture e maltrattamenti subiti dai detenuti.
Bolivia - si allarga la protesta dei detenuti Sarebbero 3.500, secondo i fautori della protesta, 1.500 secondo le autorità, i detenuti entrati in sciopero della fame il 12/5 in 9 diversi penitenziari della Bolivia. La protesta contro le condizioni disumane in cui vivono i prigionieri, è partita dal carcere di Palmasola, uno dei più degradati, dove circa l'80% dei reclusi è in attesa di giudizio. I detenuti chiedono il 'rispetto della loro dignità', condannando la lentezza dell'apparato giudiziario.
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