![]() Da "Umanità Nova" n.21 del 11 giugno 2000 Precisazioni e integrazioni all'intervista a Gianni Carrozza, un compagno da anni residente a ParigiL'intervista a Gianni Carrozza realizzata il 1deg. maggio di quest'anno a Parigi da Claudio Venza, a causa di un disguido con la posta elettronica dell'intervistatore, è stata pubblicata su UN n. 19 senza le correzioni apportativi dall'intervistato. Pubblichiamo quindi una revisione di parte del testo concordata tra Venza e Carrozza. (NdR)
La sintesi della lunga conversazione con Gianni Carrozza, svoltasi il Primo Maggio a Parigi, purtroppo ha fatto perdere la complessità del discorso e in qualche punto ne ha stravolto il senso. Tra l'altro va ricordato, come hanno giustamente rilevato vari compagni, che attualmente esistono in Francia due organizzazioni che usano la sigla della CNT, una delle quali è riconosciuta dalla AIT, mentre quella che ha promosso la settimana di iniziative "per un altro futuro" è quella non riconosciuta. La rottura, avvenuta nel 1993, ha avuto come punto centrale la questione della partecipazione alle elezioni sindacali, che offrono una copertura contro la repressione padronale ai delegati eletti. Intorno al problema della partecipazione esistono ovviamente molte altre questioni che riguardano il modo di organizzarsi, di concepire l'azione sindacale, le relazioni con altri sindacati, in particolare di area libertaria, ecc. Nel corso dell'intervista si dava qualche esempio delle polemiche che hanno diviso le due CNT. Cercherò di riparare allo spiacevole errore di rappresentazione del pensiero dell'intervistato riportando alcune risposte con le integrazioni pervenutemi.
Domanda: Alcuni sindacalisti libertari restano comunque nella CGT?
Risposta: Sì. Vi sono sindacati di categoria, a forte presenza anarchica, che decidono di non uscire dalla CGT, come per esempio quello dei correttori di bozze, all'interno della CGT della stampa. La particolarità di questo sindacato era - come quello dei portuali in Francia o dei sindacati inglesi - di avere il "monopolio" delle assunzioni; essendo composto in buona parte da libertari, questi spesso hanno aiutato altri compagni in difficoltà, trovando per loro dei lavori nel settore. Questo ha permesso a volte forme di solidarietà concreta con vari rifugiati politici o persone che avevano perso il lavoro a causa della loro attività militante. (.)
D: Mi pare che anche nelle iniziative di questi giorni, intitolate "Un altro futuro", i correttori di bozze abbiano avuto un ruolo particolare.
R: Sì. Sono stati loro a chiedere una sala della Borsa del Lavoro di Parigi per un incontro sul futuro del sindacalismo rivoluzionario. La CNT ha mandato nel modo più ufficiale due lettere per avere una sala e ha ricevuto due risposte che cominciavano con "egregi signori.", come se la CNT non fosse neanche un sindacato. Va detto che la CNT francese, diretta prosecuzione della CGT-SR che fino al 1939 aveva una sede all'interno della Borsa del lavoro, rivendica il diritto di utilizzare l'edificio costruito con le sottoscrizioni e il lavoro volontario anche degli operai sindacalisti rivoluzionari.
D: Ci sono stati anche altri punti di polemica ?
R: Sì e riguardano il fatto che in un volantino la sigla della CNT sarebbe apparsa accanto a quella di un sindacato giallo. Ora, se ci si trova alla fine di un'assemblea infuocata, in cui viene deciso uno sciopero per il giorno dopo, mi sembra difficile far passare tutti i volantini al vaglio degli organi centrali. Questo tipo di situazione è quindi un rischio normale che si pone a qualsiasi sindacato si sviluppi sul piano numerico. È praticamente impossibile per gli organi centrali controllare tutte le firme che vengono messe dai militanti delle varie sezioni. Ovviamente è un tipo di problema che non si pone in un gruppo anarchico omogeneo e composto da militanti esperti.
A cura di Claudio Venza
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