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Da "Umanità Nova" n.22 del 18 giugno 2000
Gay pride
Roma città aperta
E' del tutto opportuna la scelta del movimento gay di manifestare a Roma in
occasione del giubileo per denunciare la persecuzione della chiesa cattolica
contro gli omosessuali. Non c'è stato nessun pentimento per i roghi dei
sodomiti, nessuna parola di autocritica per il caso di Alfredo Ormando, il
ragazzo siciliano bruciatosi a Piazza San Pietro per denunciare le pesanti
angherie a cui era sottoposto dalla chiesa del suo paese, nessuna
volontà di modificare il proprio atteggiamento sul problema delle coppie
di fatto, su quello dell'inseminazione artificiale per coppie lesbiche o sulla
lotta alla discriminazione per orientamento sessuale.
Inopportuno è il giubileo, autocelebrazione cattolica pagata con i soldi
(13.000 miliardi solo a Roma) presi, attraverso le tasse, a tutti, anche agli
atei, ai divorziati, agli omosessuali, alle donne, agli innamorati che hanno
rapporti prematrimoniali, agli immigrati mussulmani, ai seguaci delle altre
religioni, agli ebrei, ai mariti ed alle mogli con amanti, agli studenti ed ai
professori delle scuole pubbliche, ai medici che praticano aborti ed alle donne
che sono costrette a ricorrervi, a chi usa il profilattico ed all'operaio che
lo fabbrica, ai non battezzati e agli sbattezzati, al 68% di chi fa la
dichiarazione dei redditi e non da l'otto per mille alla chiesa cattolica, a
quelli che leggono gli oroscopi, ai 40.000 maghi e fattucchiere ed a chi si
rivolge loro e a tutti gli spiriti liberi ed ai liberi pensatori.
Inopportuni sono tutti i neo-liberali italiani di tutti gli schieramenti
politici che, quando si tratta delle libertà politiche delle minoranze,
delle libertà sindacali dei lavoratori, delle libertà civili e
popolari, quando si tratta della libertà "degli altri" dimostrano come
il loro liberismo sia solo la libertà per il più forte di
sopraffare il più debole.
Inopportuni sono gli sbandati di una sinistra governativa che non riesce
neanche a comprendere che quest'atteggiamento di acquiescenza alle più
retrive richieste vaticane non gli porterà neanche un voto cattolico e
gli farà perdere gli ultimi illusi che ancora li votano.
Inopportuni sono i fascisti (neo e post) italiani cui auguriamo presto di fare
la fine dei loro predecessori che gli omosessuali li rinchiudevano nei lager
con un triangolo rosa appuntato sul petto.
Inopportuna è l'Unione Europea che condanna Haider in Austria e non
scrive una riga su una così palese violazione dei diritti umani in
Italia.
Inopportuno, ed indecente, è il governo italiano che dichiara che
"purtroppo" in Italia c'è la costituzione. Purtroppo in Italia abbiamo
questi uomini buoni per tutte le stagioni, disposti a tutto pur di rimanere
attaccati alla propria poltrona: l'altro ieri con Craxi, ieri con un governo di
sinistratrattinocentro, oggi con i clericali e fascisti.
La nostra solidarietà va al movimento gay e, per questo, parteciperemo
da anticlericali etero ed omo, con un nostro spezzone festoso ed ironico, alla
gay parade ed invitiamo tutte le associazioni, gruppi, sindacati di base,
organizzazioni politiche a fare altrettanto. Ci auguriamo che la parade
sarà così non solo la manifestazione dell'orgoglio omosessuale ma
diventerà anche la manifestazione di tutte le donne e di tutti gli
uomini omo o etero che amano la libertà.
Contemporaneamente rivolgiamo la nostra critica per la logica compromissoria e
subalterna che taluni hanno perseguito nell'organizzazione del pride, con la
richiesta di finanziamenti al comune di Roma (prima concessi e poi negati), con
l'accettazione di una localizzazione all'esterno del Raccordo Anulare per il
campeggio ed il concerto, con lo spostamento della data del pride (avrebbe
dovuto tenersi il 28 giugno) per "non infastidire il papa" che nella settimana
successiva avrebbe dovuto essere assente da Roma, con la richiesta di
patrocinio a quelle stesse istituzioni che si sono distinte nella spartizione
dei fondi giubilari. Ciò non per ideologismo o per rivendicare una
purezza antagonista ma perché l'atteggiamento dialogante ed i
compromessi con le autorità politiche, amministrative e religiose non
garantiscono l'esercizio della libertà di espressione che, giustamente,
il movimento gay rivendica. Un atteggiamento più battagliero è
indispensabile per dare nuova autonomia al movimento delle e degli omosessuali.
La libertà si esercita, non si mendica.
Associazione per lo sbattezzo
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