![]() Da "Umanità Nova" n.23 del 25 giugno 2000 Merce UmanaDover, città di ingresso della ricca Inghilterra socialista. Il flusso di merci è senza sosta: macchine, frutta, animali... Ogni merce ha il suo valore e ad ogni valore la cura e l'attenzione nel trasporto. Ma la vita umana è una merce dal valore molto basso e sarà trattata con meno cura di quanta ne sarà dedicata ad un carico di banane. Oggi a Dover 58 persone sono morte. Morte soffocate, chiuse in un camion frigorifero mentre cercavano di entrare in Inghilterra alla ricerca di un luogo per vivere, dove sfuggire alla povertà che li inseguiva da sempre. Hanno trovato la morte per asfissia, come, ma più raramente, accade agli animali nel carro bestiame, come gli schiavi che venivano portati in America nelle navi negriere e di cui solo pochi arrivavano a destinazione. Nessuno li ha sentiti urlare, nessuno ha avuto il cuore di perdere per loro alcuni preziosi minuti per controllare che stessero bene. L'autista non ha sentito; aveva altro da fare. Anche per gli immigrati è cominciata la selezione naturale; solo i più forti sopravvivono. Come i profughi al confine con l'Etiopia, come le donne stuprate e mutilate in Sierra Leone... Ma lo spettacolo deve continuare e la notizia di questi 58 morti disperati occupava al telegiornale una briciola del tempo dedicato alle partite di calcio. Non tutte le merci hanno lo stesso valore.... R.P.
|
Redazione: fat@inrete.it
Web: uenne@ecn.org