unlogopiccolo

Da "Umanità Nova" n.23 del 25 giugno 2000

Bologna
Le manifestazioni contro il vertice OCSE

Oltre agli eventi commentati la settimana scorsa, le giornate di mobilitazione contro l'OCSE hanno prodotto una fitta serie di eventi di piazza. Dopo la manifestazione di sabato 10 giugno che aveva visto sfilare un corteo di 2000 persone e la giornata di domenica dedicata al convegno contro la "globalizzazione", da lunedì 12 sono riprese le iniziative in strada. Dal campeggio autorganizzato da anarchici e autonomia di classe partivano un centinaio di compagne e compagni che a partire dalle 14 iniziavano un blocco stradale sotto le Due Torri. Dopo circa un'ora, sotto la pressione della polizia schierata in forze, si formava un corteo spontaneo di circa 400 persone che proseguiva nelle strade di Bologna senza mai poter raggiungere Piazza Maggiore, protetta da 2000 poliziotti. Il corteo si caratterizzava per una forte capacità di agitazione e propaganda della mobilitazione anti OCSE, con diffusione di volantini, comizi volanti, megafonaggio che attiravano l'attenzione e la simpatia dei passanti. È anche grazie a questa solidarietà se il corteo non é stato mai attaccato dalla polizia.

Nella mattinata del 12, i compagni del Mulino di Lugano avevano dato vita ad una performance con i carrelli della spesa per mettere in evidenza la mercificazione delle politiche dei governi globali. Questa manifestazione era stata immediatamente bloccata dalla polizia che aveva provveduto all'identificazione dei partecipanti.

Il corteo del pomeriggio, dopo aver prodotto diversi blocchi temporanei della circolazione, si scioglieva in via Rizzoli (vicino a Piazza Maggiore, luogo di riunione del vertice OCSE) di fronte ad un massiccio cordone di poliziotti che avevano bloccato un gruppo di compagni di "Contro/verso" che volevano offrire un cocktail ai convegnisti.

Nella serata un gruppo di "tute bianche" inscenava una dimostrazione in via Rizzoli con l'accensione di diversi fumogeni che rendevano il clima del tutto simile al teatro di uno scontro fra manifestanti e polizia.

Nella giornata era iniziata l'azione repressiva della polizia che fermava ed identificava diverse persone sia nelle strade del centro che anche in stazione e lungo la tangenziale. La questura di Bologna, in un comunicato ufficiale, ha reso noto di aver identificato 800 persone nei giorni della contestazione.

Il clou dell'azione di prevenzione/repressione si é avuto martedì mattina, 13 giugno. Alle 6 di mattina un folto gruppo di poliziotti é entrato nella sede dell'autonomia, in via Avesella, procedendo ad una perquisizione ed al sequestro di bandiere. I telegiornali del mezzogiorno ed i giornali del giorno dopo hanno così potuto esibire in prima pagina le "armi" sequestrate nella sede "anarchica" dell'autonomia. Il materiale esibito in questura era sovrabbondante rispetto a quello registrato nel verbale di sequestro essendo questo esiguo per giustificare la campagna di criminalizzazione. Ma l'operazione doveva essere portata a compimento e quindi oltre a gonfiare il materiale da esibire alla stampa ed alle televisioni il questore di Bologna ha dovuto fare ricorso a denunce risalenti alla manifestazione antifascista del 13 maggio per giustificare lo zelo questurinesco. Così i telegiornali e la stampa hanno potuto sbattere il mostro in prima pagina con titoli cubitali di sequestri di materiale "bellico" e denunce. Nel pomeriggio del 13 é stato perquisito anche il "Lazzaretto Occupato", un'altra situazione che partecipava alla componente "antagonista" del movimento. Anche quest'azione sbirresca non ha prodotto esiti ma é servita ad alimentare il clima di intimidazione nei confronti dei dissidenti interni al movimento di protesta.

Nel pomeriggio di martedì 13 i compagni e le compagne del campeggio hanno dato vita ad un ulteriore blocco stradale sotto le Due Torri. Nella mattinata alcuni esponenti della rete "Contropiani" avevano manifestato contro la logica di spoliazione delle politiche di governo globale, spogliandosi di fronte ad un supermercato. Nel pomeriggio il collettivo "Zona lesbica e femminista" aveva manifestato di fronte ad un'agenzia di lavoro interinale.

Le azioni repressive della mattinata ed il clima di intimidazione da parte della polizia che si viveva in città (oltre ai fatti segnalati sono stati innumerevoli gli episodi di intimidazione con volanti, gazzelle e pantere appostate sotto le case dei compagni e davanti ai posti di lavoro ed in alcuni casi con intervento dei carabinieri nei luoghi di lavoro) investivano anche il campeggio autorganizzato, tanto che numerosi compagni e compagne hanno preferito concludere il campeggio e passare la notte in altri luoghi per non doversi trovare l'indomani (giorno delle principali manifestazioni annunciate) circondati da polizia e carabinieri e messi nelle condizioni di non poter partecipare alla contestazione.

La giornata clou della contestazione era mercoledì 14 giugno, giorno di insediamento ufficiale della conferenza OCSE che avrebbe visto gli interventi di Amato, Letta e Guazzaloca. L'indicazione era quella di dare vita a dei blocchi stradali a partire dalle 6 della mattina per impedire ai partecipanti alla conferenza di raggiungere la sala dei lavori.

Verso le 7 della mattina si formavano i primi gruppi di contestatori che riuscivano a produrre il blocco alle Due Torri (anarchici e autonomi), in via Indipendenza (centri sociali) e in via Ugo Bassi (Rifondazione e Verdi). Praticamente tutta la parte nord del centro cittadino era bloccata mentre nella parte sud erano assenti i manifestanti. A nord, come a sud, erano invece numerosi i presidi di carabinieri e polizia con circa 4000 agenti in strada. Intorno alle 9, in via Indipendenza, dove si erano radunati circa 1000 manifestanti, é iniziato uno scontro con la polizia che ha prodotto tre feriti fra i manifestanti ed un ferito fra i poliziotti. I manifestanti sono stati fatti arretrare fino a lasciare libera la circolazione fra alcuni alberghi del centro che ospitavano i congressisti e Piazza Maggiore, luogo del vertice.

In via Marconi, intanto, un gruppo di militanti dei sindacati di base dava vita ad un nuovo blocco stradale. Verso le 10 un gruppo di compagne e compagni anarchici si staccava dal presidio delle Due Torri ed andava ad effettuare un'occupazione simbolica della CGIL. Intanto dal blocco di via Indipendenza partiva un corteo che raggiungeva le 2000 persone e si spostava in via Ugo Bassi. Verso mezzogiorno i blocchi si scioglievano anche perché il vertice si era insediato regolarmente seppure con mezz'ora di ritardo.

Nel pomeriggio, alle 16, partiva il corteo promosso dal sindacalismo di base al quale aderivano anche anarchici ed autonomi. Quasi contemporaneamente (dopo una trattativa in prefettura condotta da Casarini e Cento per i Verdi e da Boghetta per R.C.) partiva un corteo da piazza Malpighi che radunava le componenti neo-riformiste. Il corteo del sindacalismo di base raggiungeva circa 3000 presenze e di circa 1500 persone era la consistenza del corteo che intanto percorreva via Ugo Bassi. Si spargeva la voce che vi fosse la possibilità di raggiungere Piazza Maggiore. Invece il corteo guidato di verdi, RC e tute bianche giunto a ridosso della piazza svoltava per via Indipendenza, allontanandosi dalla piazza stessa. Il corteo dei sindacati di base non riusciva a inserirsi in via Indipendenza per il massiccio schieramento di polizia e quindi deviava passando per la stazione e imboccando via Marconi. Mentre si svolgevano questi due cortei vi erano comunque diversi gruppi di compagni e compagne che giravano in altre strade.

Quando si é reso evidente che i due cortei non si sarebbero uniti e che il più vicino a Piazza Maggiore si dirigeva in direzione opposta, all'interno di questo vi é stata una frattura e, mentre la dirigenza se ne andava dalla piazza, il grosso si é seduto per terra dando vita ad un sit in che é durato fino a tarda sera.

Intanto il corteo del sindacalismo di base, dopo aver percorso via Marconi, imboccava via Ugo Bassi, in direzione di Piazza Maggiore. Qui il cordone di polizia veniva prontamente rinforzato e il servizio d'ordine statale schierava i mezzi a V alle spalle di 10 cordoni. Dopo un breve fronteggiamento, il corteo imboccava via Monte Grappa per potersi sciogliere in via Riva di Reno. Qui i carabinieri tentavano di inserirsi nel corteo alle spalle dello spezzone sindacale per isolare gli anarchici e gli autonomi. La reazione dei compagni é stata immediata ed anche i compagni dei sindacati sono tornati indietro per rintuzzare la manovra dei CC. Il corteo ha potuto quindi defluire. Quando si era ormai sciolto, in via Galliera vi sono stati momenti di tensione per un'altra provocazione poliziesca e vi sono state delle piccole barricate. Molti del corteo che si stava sciogliendo hanno deciso di rimanere in strada ed in parte si sono ricongiunti con il sit in di via Indipendenza. Fino alle 21 vi erano gruppi di manifestanti che continuavano a muoversi per le strade del centro cittadino sorvegliati dagli elicotteri della polizia.

redb



Contenuti UNa storia in edicola archivio comunicati a-links


Redazione: fat@inrete.it Web: uenne@ecn.org