![]() Da "Umanità Nova" n.23 del 25 giugno 2000 Inform@zioneTreviso/Roma: odio razziale Martedì 6 giugno il tribunale di Treviso ha assolto il sindaco Gentilini dall'accusa di "istigazione all'odio razziale" per aver pubblicamente dichiarato che agli immigrati dovevano essere forniti dei "costumini da coniglio" per far da bersaglio ai cacciatori della Marca; si conclude così, tra gli applausi leghisti, con un autogol l'iniziativa politica-legale promossa da alcuni esponenti della cosiddetta "società civile", tra cui Dario Fo e l'immancabile portavoce dei centri sociali del Nord Est, che avevano denunciato il sindaco-sceriffo. In tal modo quella che doveva essere un'iniziativa volta ad incrinare il vasto consenso elettorale e politico si cui può contare questo personaggio nella provincia trevigiana, si è tramutata in un ulteriore ed eclatante legittimazione e non per caso Gentilini può oggi cantare vittoria assieme ai razzisti d'ogni colore, confermando la sua linea "ordine e disciplina". Paradossalmente, si può dire che la magistratura ha espresso una valutazione per certi versi "democratica", ossia in sintonia con il sentire della maggioranza dei trevigiani che per ben due volte hanno affidato il mandato di sindaco a Gentilini e, d'altra parte, è stupefacente la persistente fiducia di certa sinistra nella giustizia dei tribunali, capace solo due giorni prima a Roma di non incriminare per "odio razziale" dei noti neonazisti che avevano derubato e aggredito con coltello e manganello d'acciaio due immigrati. Davanti ad un razzismo diffuso che i politici e i media interpretano, esasperano e usano come e quando vogliono, la sentenza di Treviso conferma che la società ha bisogno di ben altri anticorpi, sia sul piano dell'azione antirazzista che della capacità di comprendere i meccanismi dell'immaginario xenofobo e populista. Il razzista, quello che si presenta dicendo "Io non sono razzista ma...", tende sempre a ritenersi vittima non solo dell'immigrazione e della criminalità, ma anche di uno stato che non fa abbastanza per difendere la sua sicurezza e la sua "comunità"; per cui se si vuol incrinare tale paradigma bisognerebbe non delegare la nostra opposizione al potere costituito, con la sua polizia e le sue leggi, ma dimostrare piuttosto che esiste un'assoluta convergenza, seppur con diversi ruoli, tra il razzismo di stato e quello "spontaneo" pilotato da leghisti e fascisti, tra i lager democratici e la politica della discriminazione sostenuta dagli amici di Haider. Un altro elemento di forza dell'affermazione dell'ideologia razzista è il suo connotarsi come protesta "antimondializzazione" e quindi contro i poteri forti che la governano, per cui al fine di cortocircuitare tale visione è controproducente esaltare l'inserimento degli immigrati nel sistema produttivo italiano o veneto, ma evidenziare come sono proprio le posizioni contro la "regolarizzazione" degli immigrati a rivelarsi funzionali al mantenimento di quello stato di "clandestinità" utile a padroni e padroncini per imporre le proprie condizioni di sfruttamento e lavoro nero, così come è utilizzato - vedi numerosi recenti casi in varie città - da agenti e funzionari delle cosiddette forze dell'ordine per vendere con il ricatto permessi di soggiorno o autorizzazioni agli immigrati. Analogamente, di fronte al dilagare in molti comuni, di guardie padane o ronde tricolori variamente mascherate, sovente persino con l'appoggio anche finanziario di alcune amministrazioni locali e la collaborazione della polizia, è quantomeno perdente contrastare questo nuovo squadrismo sul piano della loro legittimità o costituzionalità, mentre invece potrebbe essere più interessante rivendicare il diritto all'autodifesa degli immigrati ed organizzare allo stesso modo delle ronde antirazziste che non deleghino alle istituzioni statali la difesa delle libertà sociali. Altra informazione
Palermo sentenza per il rogo del Vulpitta Samir Ben Hedi Al Faoui, 30 anni, accusato di aver materialmente provocato il rogo del 29 Dicembre all'interno del CPT "Vulpitta" di Trapani che costò la vita a 6 immigrati lì rinchiusi, è stato condannato col rito del patteggiamento a 2 anni di reclusione e alla contestuale espulsione dall'Italia. La sentenza è stata emessa venerdì 9 giugno dal giudice per le indagini preliminari che ha accolto la richiesta del patteggiamento avanzata dal difensore dello stesso. Samir era accusato di omicidio plurimo colposo, incendio aggravato e lesioni personali colpose. nel momento in cui la sentenza veniva emessa, i Coordinamenti Antirazzisti di Trapani e Palermo organizzavano un sit-in con relativa conferenza stampa nella piazza antistante la prefettura e la questura, per chiedere l'accertamento di tutte le responsabilità esterne (criteri organizzativi del "Vulpitta", rispetto delle norme di sicurezza, tempestività ed efficacia dei soccorsi) che hanno oggettivamente aggravato le conseguenze di quel gesto disperato. Alla luce di questo sconcertante esito dell'udienza che soddisfa in questo modo la sete di "giustizia" di opinione pubblica e istituzioni, è necessario rilanciare la lotta contro i CPT e contro le attuali politiche di repressione ed esclusione nei confronti dei migranti. Si rende ancora più urgente, dunque, la messa in moto di una campagna di Verità e Giustizia per fare in modo che a pagare non siano sempre e solo i più deboli. Alberto La Via
San Benedetto VI festival Leo Ferré Ai più attenti lettori di UN non sarà certo sfuggito come l'anno scorso di questi tempi, appariva un mio resoconto del V festival Ferré di San Benedetto del Tronto: fu una grande kermesse di poesia libertaria che mi permise di avvicinare alcune leggende viventi come Paco Ibañez per riaffermare che "alla scuola della poesia non si impara, ci si batte!" IL "grido di dolore" non lasciò insensibile il mitico Gennari vecchio complice di Leo e organizzatore di tutta la baracca, ed eccomi quest'anno "promosso" dai pericolanti palchi (e i compagni di Torino ne sanno qualcosa!) degli spazi sociali di mezza Italia, alle "rassicuranti" assi del teatro Calabresi; detto questo mi sono applicato nelle stesso sporco lavoro di sempre cantando lo schifo con cui io (e anche il buon vecchio Leo mi pare) identifico il concetto di società contemporanea... hai, hai poveri villeggianti marchigiani capitati per caso lì, magari chiedendosi se questo Ferré non fosse per caso un cugino dello stilista! A dare manforte c'era il poeta Mauro Macario, che, posto nell'ingrato ruolo del presentatore, si è riinventato il mestiere di Pippo Baudo introducendo gli artisti con versi la cui forza espressiva mi fa pensare alla verve con cui Geronimo teneva bada il generale Croock, salvo poi, come tutti i forti, essere tenerissimo nella rievocazione del maestro di chi non ni Dieu ni Maitre, anzi, ni Dieu ni mestre, come ci ha insegnato a dire in occitano Joan Pau Verdier, straordinario interprete ferreiano, che alle tre di notte mi ha regalato l'emozione più forte cantando per pochi intimi intorno a un tavolo una sublime rievocazione di Louise Michel nel dolce idioma dei trovieri (ho ancora i brividi, bisognava esserci per credere). Che dire allora di Keiko Wacabiaiasci - l'impronunciabilità del nome ha provocato gli stranguglioni al povero Macario - che ci ha folgorato con un impensabile Ferré in giapponese, magnetica nel suo meraviglioso kimono nero bordato di rosso (sarà un caso?). Troppi i partecipanti per poter rendere giustizia a tutti, Lucio Matricardi e la sua tastiera infuocata hanno dato prova del virtuosismo di sempre, Lalli si è prodotta in una prestazione ai massimi vertici aggiungendo alle sue splendide canzoni, voce scura e accompagnamento ipnotico in resta, versioni vibranti di De Andrè e Ferré; e poi Celine Caussimon, Nicolas Reggiani, etc... come al solito imperdibile! Messier Léo, ça va?... Alessio Lega
Espianti la libertà di scelta alla sbarra A seguito di un volantino diffuso nel '95, dove fra l'altro si affermava che l'AIDO nasconde troppe determinanti informazioni, in particolare che l'espianto avviene su persone a cuore battente e sangue circolante, l'AIDO denunciava Nerina Negrello per diffamazione e chiedeva riparazione pecuniaria di 100 milioni. Nello specifico il capo d'imputazione era: "da vent'anni l'AIDO diffonde malainformazione e inganna le persone di buonafede.....quindi l'AIDO è messaggera di morte e non di vita. È una lobby politico-economica di copertura dell'industria trapiantistica. Usa il voto di scambio per ottenere leggi infami per il procacciamento di organi....". L'8 Giugno 2000 la presidente della Lega Nazionale contro la predazione di organi e la morte a cuore battente, Nerina Negrello, è stata condannata dal Tribunale di Bergamo alla sola pena pecuniaria di 1 milione avendo riconosciuto che l'accusata "ha agito per motivi di particolare valore morale o sociale". RedMi
Rom a palermo Venerdì 16 presso la libreria "I Fiori Blu" di Palermo si è tenuto un incontro-dibattito che, prendendo come spunto il dossier "Gli zingari della città normale" pubblicato su A rivista anarchica, ha sviluppato una serie di riflessioni sulla condizione dei Rom al campo nomadi della Favorita e più in generale sui problemi che tali popolazioni incontrano in questa città "normalizzata" dalle istituzioni comunali in seguito ad un progetto di vivibilità e di pulizia a tutto svantaggio delle minoranze più povere. All'incontro hanno partecipato Fulvio Vassallo Paleologo, che si occupa della parte legale per quanto concerne la richiesta dei permessi di soggiorno, e Irene Abbate che da molti anni si occupa dei Rom a Palermo soprattutto per la scolarizzazione dei bambini. Interessantissimi sono stati gli interventi di alcuni esponenti degli zingari che hanno portato la testimonianza della loro esperienza di profughi kosovari perseguitati in Albania prima e ora in Italia. L'incontro, durato dalle 19.00 alle 21 si è concluso con un piccolo concertino tenuto dal gruppo musicale Bali Rom che ha poi replicato la serata al Malox arricchendo lo spettacolo con danze tradizionali tzigane in costume tipico. Prossimo appuntamento sarà una festa al campo nomadi della Favorita il 24 giugno alle 21,30. Vittorio Vizzini "Scintilla" boxuno@iol.it
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