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Da "Umanità Nova" n.24 del 2 luglio 2000

Gay Pride: al Colosseo!

Roma 8 luglio - Gay pride
Tutte e tutti al Colosseo

Nelle manifestazioni di piazza gli "obiettivi" sottostanno al simbolico. Per la manifestazione conclusiva del gay pride l'obiettivo del Colosseo é divenuto simbolicamente determinante. Non potendo vietare la manifestazione, le autorità (sindaco, prefetto, questore, prelati e politici dell'opposizione e del governo) la vogliono restringere dentro steccati delimitati dalle autorizzazioni e dalle disposizioni.

Mentre scriviamo non sappiamo ancora se la manifestazione che parte da Porta S. Paolo (vicino alla Piramide) sarà autorizzata fino al Colosseo. Certo é che, in barba alle autorizzazioni, la manifestazione si concluderà al Colosseo.

Tutta la vicenda del Pride dimostra come l'esercizio della libertà e l'affermazione del principio di libertà sia un sottile gioco di disubbidienza ai divieti ed alle disposizioni.

Il Vaticano avrebbe voluto impedire la manifestazione. Se ci fosse riuscito avrebbe coronato con successo un anno giubilare improntato alla esibizione di potenza della gerarchia cattolica ma al papa, il giubileo, "non gli dice bene".

Il governo, per bocca del primo ministro, avrebbe voluto che i manifestanti si piegassero alla primazia cattolica. Giudicando "inopportuna" la manifestazione l'aspettativa governativa era che i manifestanti accettassero le condizioni dal governo dettate per esercitare il loro diritto "costituzionale" a manifestare in un recinto, relegato nella campagna romana.

La sinistra e la destra cattolica vogliono impedire la manifestazione, delegando alla formazione fascista di Forza Nuova la provocazione della piazza, riproducendo in questo contesto logiche antiche che vogliono gli scherani fare il "gioco sporco" ed i signori fare la politica.

Eppure, di fronte al potente schieramento avverso, la manifestazione si farà.

La pure importante questione omosessuale viene, nel contesto del luglio romano, travalicata dalla contrapposizione fra un movimento libertario ed uno autoritario, conformista ed oscurantista.

Nella parade del pride si determina la sconfitta del disegno papale di informare a sé la vita pubblica italiana nonostante il patto di ferro che ha legato Vaticano, governo e opposizione parlamentare, nella definizione delle manifestazioni pubbliche nel corso del 2000, nell'elargizione di lauti compensi all'organizzazione cattolica al fine di esibire una sua pretesa egemonia, nella costruzione di un immaginario mass-mediatico che avrebbe voluto vedere l'Italia contemporanea convertita e piegata alla dottrina del Vaticano.

Come già le giornate di febbraio hanno dimostrato, anche il gay pride sarà un'occasione significativa dell'antigiubileo che come anticlericali abbiamo lanciato per contestare la logica di dominazione che emergeva dalla strategia messa a punto da Carol Woytila e congregati.

Di fronte alle contraddizioni ed alle mediazioni di cui si era fatto specchio il movimento omosessuale, non abbiamo esitato ad esercitare la nostra libertà di critica. Solidali con la battaglia di libertà di chi vuole affermare la propria esperienza di sessualità, abbiamo messo in evidenza le logiche di compatibilità che alcune componenti di questo movimento andavano perseguendo, logiche che avrebbero portato ad espressioni di sudditanza nei confronti del potere il quale non esprime comprensione, rispetto e riconoscimento delle libertà ma, anzi, quotidianamente le nega attraverso i dogmi della fede, della patria, dello stato, dell'economia, eccetera.

Oggi, la pluralità dei soggetti individuali e collettivi che compone il movimento omosessuale, si fa portatore di una nuova iniziativa che afferma non solo la libertà di amare, comportarsi secondo le proprie inclinazioni, esprimersi secondo le proprie convinzioni ma che, contemporaneamente, esprime l'antagonismo con il potere che vuole regolare, controllare e annientare tali libertà.

La manifestazione sarà, quindi, come avevamo auspicato, non solo la manifestazione delle donne e degli uomini omosessuali ma anche di tutte le donne e di tutti gli uomini che ribadiscono il principio della libertà contro le ingerenze di ogni potere.

Per portare tali contributi, l'Associazione per lo sbattezzo, parteciperà al corteo, con un proprio spezzone e solleciterà i manifestanti a tutte le forme di disubbidienza necessarie affinché l'8 luglio sia una giornata che vede Roma liberata dalle ingerenze della chiesa, dello stato e dell'infame borghesia.

Invita tutte le compagne e tutti i compagni, anarchici, libertari, anticlericali a partecipare a tale manifestazione. Organizza per la sera di sabato 8 luglio un concerto presso il centro sociale "Ricomincio dal Faro" (quartiere Trullo, via Portuense). Sarà presente con stand di propaganda ed agitazione nelle piazze romane già venerdì 7 luglio e all'inizio ed alla fine del corteo.

Associazione per lo sbattezzo



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