unlogopiccolo

Da "Umanità Nova" n.24 del 2 luglio 2000

Rimini: dalla provincia più "ospitale" d'Italia
La giostra gira (e non si ferma mai)

A qualche settimana dall'inizio dell'isteria collettiva che ogni anno porta centinaia di migliaia di persone nel divertimentificio più grande d'Italia, la cosiddetta terra dell'ospitalità scopre l'altra faccia della medaglia: Signore e Signori, Gentili e Affezionati Clienti, benvenuti a Rimini.

La giostra...

Cos'è necessario affinché la giostra possa continuare a girare, portando a tutti noi divertimento e felicità? Presto detto: primo elemento è la fonte energetica, non importa se rinnovabile e/o riutilizzabile ma comunque al minor costo possibile, poi un po' di pulizia per essere presentabile al cospetto dei visitatori di turno ed infine - ma non ultima, se vogliamo rendere perpetuo il moto della giostra - una preghiera al buon dio!

...gira...

Come insegnano diverse leggi della termodinamica, della meccanica e dell'economia la forza lavoro, in quanto fonte energetica, deve essere sfruttata al meglio: poco importa poi se negli ingranaggi della giostra qualcuno si fa male!

Ecco allora i dati relativi agli infortuni sul lavoro denunciati all'INAIL di Rimini: 6.194 nel 1999, 5.994 nel '98 e 5.784 nel '97. Le statistiche relative al '99 (incomplete, deve essere definito ancora il 25% delle pratiche) riportano 5 morti e 79 infortuni con inabilità permanente, a fronte delle 9 morti e delle 167 inabilità permanenti del '98. E questo 2000, per non essere da meno, ha già "prodotto" 5 morti nei primi tre mesi.

Questa analisi è senza dubbio sotto stimata rispetto alla realtà, vedi tutto ciò che è collegato al "lavoro nero" e "sommerso": dalle indagini ufficiali emerge che 1/3 del lavoro svolto nelle 731 aziende controllate era irregolare.

È importante sottolineare che i settori in cui si sono avuti il maggior numero di infortuni che hanno causato inabilità permanenti - costruzioni (33 nel '98) e alberghi/ristoranti (20 nel '98) - sono sicuramente quelli che più si ingrassano con lo sfruttamento del "lavoro nero"; inoltre è curioso notare che proprio nel settore alberghiero, grazie al prodigarsi dei parlamentari riminesi, c'è stato uno dei più lunghi periodi di proroga nell'applicazione della legge 626/94 per la sicurezza sui luoghi di lavoro.

...gira...

Un sindaco della zona, citato ad esempio dall'Espresso per i risultati ottenuti nel controllo del territorio e della sicurezza, dichiara: "Trattare con sospetto gli immigrati, senza i quali le piccole e medie aziende ormai non camperebbero, è sbagliatissimo". Ma un gruppo di profughi kosovari una volta giunto nella ridente cittadina - non illegalmente, ma in seguito ad un programma di ospitalità predisposto dalla UIL - si è trovato sbattuto fuori in men che non si dica: Thank You, Sindaco! Bye Bye, Bellaria!

...gira...

Prima sfruttati e poi sfrattati. Qualche giorno fa numerosi poliziotti hanno proceduto allo sgombero di una settantina di lavoratori senegalesi, molti di loro a Rimini da oltre 10 anni; qualcuno è stato portato, non si sa perché, in Questura. Non vogliono assistenza ma soltanto una casa con un affitto umano. In una città con migliaia di case sfitte, loro non trovano posto; nel regno dell'affitto in nero a loro nessuno affitta niente. Sfrutta & Sfratta: forse è proprio questa l'originalità della via riminese ai problemi dell'immigrazione, dell'accoglienza e dell'integrazione rivendicata, con ottimo tempismo, dal sindaco di Rimini.

...gira...

Protagonisti, in ordine di apparizione: il Coro (massa informe), Io (l'ingenuo), Tu (quello che capisce sempre prima di tutti), l'Assessore ai Servizi Sociali (ex braccio destro di Don B.), Don B. (il prete buono per eccellenza).

Coro (urlante): - gli zingari non producono, non lavorano, non fanno niente, rubanooo!

Io (rivolto a Tu): - ma scusa, non è vero: non ci hanno sempre detto che sono loro i veri giostrai?

Tu (rivolto a Io): - è che non si fanno sfruttare, non sono funzionali alla giostra riminese!

Io (facendo finta di capire): - ah, ecco!

l'Assessore (a mezzo stampa): - diamogli venti/trenta milioni purché se ne vadano.

Coro (inferocito): - agli zingari 30 milioni e agli italiani quanto?

Silenzio.

Coro (perplesso): - quanto lontano dovrebbero andare?

Don B. (assieme a una donna di colore): - non è razzismo, si tratta di una proposta valida: io stesso l'avevo fatta un anno fa.

Io e Tu (insieme): ah, ecco... allora si capisce tutto.

(a maggio Don B. è su tutti gli schermi televisivi: provate a riconoscerlo, mentre nascosto in mezzo a tanti altri vi sta chiedendo l'otto per mille!)

...e, sempre uguale a sé stessa, continua a girare.

Bott - Rimini



Contenuti UNa storia in edicola archivio comunicati a-links


Redazione: fat@inrete.it Web: uenne@ecn.org