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Da "Umanità Nova" n.24 del 2 luglio 2000

Appello ai sindacati di base
No al transgenico!

Invitiamo tutte le organizzazioni del sindacalismo di base a prendere posizione contro la diffusione delle biotecnologie a scopo alimentare.

Nel fare quest'appello non vogliamo contraddire ciò che ha distinto il movimento dei lavoratori nella sua storia. Nessuno pensa di fermare il progresso né di porre i limiti morali tipici delle logiche mistiche o religiose. L'uomo è sempre intervenuto sull'ambiente e sui suoi prodotti vegetali e animali: tecniche di selezione e ibridazione sono sempre state utilizzate nell'attività produttiva (agricoltura, allevamento). Oggi invece la qualità degli interventi cambia radicalmente: l'uomo si pone come creatore della vita vegetale e animale. Perché? Per quali logiche etiche? Ed economiche?

-- La scienza non è imparziale perché finanziata e gestita quasi esclusivamente dagli stati e dal capitale che investono non certamente a scopo filantropico ma per il profitto.

-- Il mondo è divenuto un gigantesco laboratorio: noi tutti siamo cavie per la sperimentazione di tecniche che vengono applicate senza badare alle possibili, incontrollabili esternalità negative. Ci spacciano per sicure tecnologie per le quali siamo sia animali da sperimentazione sia ignari acquirenti. Questo criterio di valutazione criminale è alla base delle scelte di molte ditte farmaceutiche e chimiche.

-- La scienza non è mai neutrale. Non vogliamo prendere una posizione antimoderna ma della modernità vogliamo assumere i valori di emancipazione sociale e di salvaguardia dell'ambiente, negando invece l'attenzione privilegiata allo sviluppo della produzione ed all'allargamento dei mercati. La ricerca scientifica deve essere al servizio della collettività e non del capitale.

-- Non vi è alcun "progresso" nella commercializzazione selvaggia di Organismi Geneticamente Modificati la cui unica funzione è rendere più ricchi i ricchi e più poveri i poveri, più irreversibilmente inquinato l'ambiente e più rigido il controllo del centro sulle periferie.
Gli agricoltori, contadini poveri del sud (ma anche i meno poveri del nord) si trovano legati a filo doppio alle multinazionali dell'agrochimica, che detengono in esclusiva i brevetti di sementi che la modificazione genetica ha reso sterili. Di anno in anno i contadini sono obbligati ad acquistare i semi "suicidi" delle varie Monsanto e Novartis.

I sindacati di base, tra i primi a comprendere le devastazioni della mondializzazione non possono non scendere in campo.

Il nostro appello alla mobilitazione contro gli OGM è frutto anche di una certezza: non possiamo realmente sapere quali siano le incontrollate ed incontrollabili conseguenze sul territorio. Proponiamo perciò a tutti i sindacati di base di intraprendere una campagna di controinformazione sulle industrie italiane che non danno garanzie rispetto all'utilizzo di OGM. La controinformazione deve altresì investire gli inganni della legislazione italiana che salvaguarda le industrie e non la salute dei lavoratori.

Quella che segue è una lista di ditte italiane che non si sono impegnate a commercializzare prodotti liberi da OGM:

  • Argel: Arena surgelati, Brina, Marepronto, distr. Haagen-Dazs;
  • Galbani -Danone: Galbani, Bel Paese, Star, Saiwa, Mellin, Orzo Bimbo, Santa Lucia, Lu, Prince, Tigullio, Vitasnella.
  • Malgara - Quaker Oats: Cruesli, Gatorade, Ocot, Quaker Corn Flakes, Snapple.
  • Mars- Dolma: Bounty, Mars, milky Way, Snikers, Twix, Uncle Ben's.
  • Novartis Consumer Health: Cereal, PesoForma, Novosal, Ovomaltina, Lecinova, Leciplus, Lievito Vit, Isostad.
  • Socabe (da Novartis): Dietro, Frizzina, Fruttil, Idrolitina, Dietorelle, Vantaggio.
  • Unichips: Chipspai, Sancarlo, Pai, Slim, Stics.
  • Unilever: Vanderberg, Calvé
  • McDonald: commercializza i polli della Sun Valley nutriti con mangimi OGM

IIa Fiera dell'Autogestione del Nord Ovest
Frisolino di Né, Valgraveglia, 25 giugno 2000



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