Da "Umanità Nova" n.24 del 2 luglio 2000
Carte di credito
Una rivoluzione silenziosa
Una vera rivoluzione silenziosa, contrassegnata da assenza di sangue, dalla
assenza di assemblee, di dibattiti accesi, dalla carenza pressoché
assoluta di studi e saggi presentati al pubblico dei non addetti, di
discussioni, di commento sui giornali, trascurata dai dibattiti televisivi e
radiofonici.
Nulla.
Non un intervento di un opinionista, che mi risulti, né di uno dei tanti
sociologi abituati con i loro saggi e le loro analisi illuminanti a sondare i
temi, anche i più vuoti, anche i più futili, dei più
minuti fenomeni sociali.
Nulla.
La progressiva esplosione del fenomeno delle carte di credito, la sostituzione
sempre più lampante del denaro come mezzo universale di intermediazione
nello scambio di beni e servizi a favore di una assunzione di debito garantita
da una firma e da un rettangolino di plastica è ormai una realtà
mondiale.
Il denaro, questo mitico strumento millenario, già esautorato nelle
grandi dimensioni da semplici operazioni bancarie, vede un inopinato, e
silenzioso, tramonto anche nei livelli più modesti delle relazioni
commerciali tra le persone.
Nessuno si sorprende più a vedere qualcuno, un piccolo cliente, una
casalinga, un giovane uscire da un supermercato con qualche pacco di pasta, una
busta di latte, qualche panino, dopo aver formalizzato con la sua firma e la
esibizione di questa tessera miracolosa, i suoi acquisti, la sua "spesa".
Non ci si sorprende neanche che quella tessera e quella firma gli consentirebbe
lo stesso risultato in un altro continente.
Si sa la "spesa" vera e propria gli verrà addebitata in seguito, circa
un mese dopo, spesso con un prelevamento, leggermente maggiorato ("per il
servizio"), sul suo conto corrente.
Spesso è lo stesso conto dove è stato accreditato il suo
stipendio, e da cui vengono detratti gli ammontari delle fatture, ecc. ecc.
Qualcosa ha spinto noi tutti a sottovalutare, a trascurare questa rivoluzione
così generalizzata e profonda delle nostre abitudini anche se ha avuto
per oggetto qualcosa di molto ma molto popolare e sentito come il denaro.
Ho cominciato con le librerie.
In Italia. sul tema delle carte di credito: solo qualcosa di molto specifico e
collaterale della Giuffre, editrice specializzata in testi giuridici, circa la
natura delle obbligazioni che sorgono da esse.
In Inghilterra ho reperito solo un costosissimo manuale tecnico che descrive
come sono fatte, l'alta tecnologia che le protegge, ed il sistema di
memorizzazione della loro banda magnetica.
In Spagna: niente.
Ma su cosa esse hanno rappresentato e rappresentano, su come stanno modificando
la nostra vita, le nostre concezioni ed i nostri valori, su come
presumibilmente hanno modificato e stanno modificando la economia mondiale, su
cosa hanno rappresentato per il consumismo, lo dicevo all'inizio: nulla!
La mia ricerca nelle librerie risale ad un paio di anni fa, ed allora,
recentemente, ho cercato qualcosa su Internet però se si esclude tutta
la pubblicità (delle carte stesse, e degli enti ed istituti che le
promuovono o le accettano) devo dire che ancora una volta mi sono ritrovato a
mani vuote.
Se mi rivolgo alla fiction, che è sempre e comunque un importante
segnale dell'attenzione che un argomento può suscitare, posso solo
ricordare uno strano e bel film sulla nascita della Diner`s Club (mi pare
addirittura con James Stewart) ed un paio di racconti di uno stesso,
conosciutissimo, autore, Stephen King.
In entrambi questi racconti si ingigantisce a livello di genere horror l'ansia
del debito che l'uso smodato delle carte di credito comporta (in uno si parlava
dei castighi gravissimi che una diabolica "ultima" carta procurava agli
inadempienti abituali, e nell'altro il protagonista stesso era un riscossore
particolarmente convincente per i morosi...).
Da vecchio militante anarchico c'è da dare stimolo alle mie paranoie
più riposte...
Perché tanto generalizzato silenzio nei confronti di un accadimento
sociale, direi epocale, relativo alla nostra vita ed ai nostri costumi?
C'è un forse un Grande Fratello nascosto dietro questi rettangolini di
plastica all'apparenza così innocui (anche se legati sicuramente a
requisiti di Alta Tecnologia non solo e non tanto nelle loro componenti
tecniche, quanto soprattutto nella loro gestione centralizzata)?
Negli Stati Uniti il processo di integrazione indotta , un meccanismo
normalizzante che stritola ogni ambizione "eversiva", si vale della gestione di
due sentimenti, Desiderio e Paura.
Si cerca di indirizzare il desiderio della gente verso il consumo, li si
proietta a raggiungere beni e standard di vita sempre più lussuosi,
quanto futili, e nello stesso tempo si cerca di ingigantire nella gente la
paura di perdere tutto.
Il metodo dell'indebitamento è perfetto per questi fini. Dai venticinque
anni in su un americano medio è già indebitato sino al collo,
dalle rate della casa, della macchina, dell'assicurazione sulla salute, degli
studi, e da una vita che non deve somigliare a quella di un perdente
(looser).
Non c'è tempo per sognare un mondo diverso, per criticare il sistema,
per combatterlo, c'è così poco tempo che non resta altro che
produrre e consumare.
E sappiamo che il piano ultimo della globalizzazione e del liberismo prevede
per noi tutti che in tempi brevissimi, chi non si adegua a questa
"realtà", a questo "american nightmare", venga tagliato fuori (nel senso
letterale del termine: viene scagliato o lasciato nell'abisso della
povertà assoluta, nella impossibilità di sopravvivenza).
In questo contesto apocalittico il servigio reso dalle carte di credito non
è di poco conto.
Esse spesse ci permettono di raggiungere oggi quello che oggi non potremmo
permetterci di avere, ma non solo, sempre più spesso ci permettono di
avere non solo un mese di tempo per adempiere, ma consentono "comode"
rateazioni per continuare a pagare quello che molto probabilmente già
non avremo più...
Persino se passo un momento dall'uomo medio americano (o mondiale),
sufficientemente normalizzato, indebitato, spaventato , infoiato per l'ultimo
modello di tostapane ecc.ecc., ai nostri lidi, e se solo mi soffermo a pensare
a cosa significhino le carte di credito a livello di controllo diffuso, una
schedatura con tanto di informazioni, su nomi, luoghi, e gusti. ed all'alto
grado con cui esse riescono a simbolizzare, a rappresentare il mondo
consumistico, la società liberista e globalizzata contro cui
combattiamo, non riesco proprio a capire come nemmeno un granello della
avversione che portiamo a Mac Donald sia mai stato avvertito nei confronti di
Visa o American Express...
Alfredo Salerni
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