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Da "Umanità Nova" n.25 del 9 luglio 2000

Giubi - RAI
I megafoni del Vaticano

La nauseabonda invadenza dei cosiddetti eventi giubilari sembra aver oscurato le voci del dissenso laico e anticlericale: eppure qualcuno che si oppone allo strapotere vaticano c'è ma non trova spazio sui grandi mezzi di comunicazione troppo impegnati a riferire e amplificare anche il più piccolo avvenimento, spacciandolo per notizia di portata storica. Basta vedere il risalto dato a una immensa banalità quale lo svelamento dei segreti di Fatima per rendersene conto. Interessante a questo proposito anche il tenore con cui si è parlato del vergognoso veto posto da santa romana chiesa alla giornata del Gay Pride: la sfilata degli omosessuali offende le coscienze dei cittadini timorati di dio - dice il papa - quindi non s'ha da fare, tantomeno a Roma nell'anno del giubileo; gli omosessuali sono una banda di esibizionisti e il loro è soltanto folklore - dicono i mezzi di comunicazione - e poi rischia pure di cadere il governo. Pochi hanno approfondito la questione mettendo in evidenza la grave presa di posizione contro una minoranza (sessuale) che non fa altro che alimentare una cultura di esclusione e discriminazione. Chissà cosa ne pensano quelli del Coordinamento di Gruppi di Omosessuali Cristiani in Italia.

Gli esempi non mancano e stimolano una riflessione sull'uso dei mezzi di informazione ai fini della propaganda clericale. È stato celebrato in pompa magna il giubileo dei giornalisti, che ha offerto una buona occasione per comprendere "l'etica nella comunicazione sociale" della premiata ditta Wojtila & C.

"Attraverso i mezzi di comunicazione sociale la gente entra in contatto con persone ed eventi - recita il "messaggio del santo padre" diffuso per l'occasione - formandosi una propria opinione sul mondo in cui vive e configurando un proprio modo di intendere il significato della vita (...). La chiesa deve usare con vigore ed abilità i propri mezzi di comunicazione. I comunicatori cattolici devono essere intrepidi e creativi per sviluppare nuovi mezzi di comunicazione sociale e nuovi metodi di proclamazione. Ma per quanto possibile la chiesa deve approfittare al massimo delle opportunità che le si offrono di essere presente anche nei media secolari". Affermazioni che si commentano da sole: allo stuolo di comunicatori "intrepidi e creativi" si sono volentieri accodati i giornalisti "secolari" al servizio della santa alleanza tra chiesa e stato. Ma non basta. "È necessario una sorta di esame di coscienza che conduca ad una maggiore coscienza critica circa la tendenza ad una mancanza di rispetto per la religiosità e le convinzioni morali della gente" continua il documento, dal quale emerge la presunzione di avere ormai ottenuto il definitivo monopolio sulle "convinzioni morali" del popolo decerebrato. Come se non bastasse: "Proclamare cristo nei mezzi di comunicazione all'alba del terzo millennio non è solo parte sostanziale della missione evangelizzatrice della chiesa, costituisce anche un arricchimento vitale, ispirato e ricco di speranza per lo stesso messaggio dei mezzi di comunicazione" conclude il papa. Già i telepredicatori dispensatori di verità (religiosi o laici che siano) non mancano ma non basta ancora.

Leggiamo in un opuscolo a cura della Direzione Comunicazione Promozione e Immagine della RAI: "Gli ultime giubilei sono stati fenomeni di massa, fatti di costume, eventi globali ed ecumenici (...) Quello del 2000 lo è più di ogni altro proprio per l'amplificazione universale che all'"anno santo telematico" garantiscono i media (o meglio i multi-media)" e continua "la rai ha un ruolo privilegiato nella ripresa, nella diffusione e (soprattutto, ndr) nella commercializzazione degli eventi". Apprendiamo che la televisione pubblica ha stipulato così un contratto con il vaticano per seguire 80 dei 120 appuntamenti giubilari per oltre 200 ore di trasmissione (senza contare i passaggi quotidiani nei vari TG, le rubriche inserite a qualsiasi ora del palinsesto, fiction e cartoni animati per accontentare grandi e piccini), realizzare una collana multimediale sugli eventi e soprattutto sui valori dell'anno santo ed una campagna promozionale sul significato del giubileo. Inoltre: un sito internet http://www.giubileo.rai.it), un mensile (Giubileo Notizie), una pagina su televideo e una videorivista mensile, per non parlare di un ufficio "booking" per la prenotazione dei circuiti di trasmissione internazionale gestito direttamente con il centro televisivo vaticano.

Tutto è diretto dal sig. Claudio Iseppi dagli uffici Rai Giubileo situati a Roma, Borgo Sant'Angelo 23, "a due passi dal vaticano".

Tutto ciò è certamente motivo di vanto per chi ha investito molto per guadagnare molto in termini economici e politici, noi ci permettiamo di denunciare il colossale disegno egemonico messo in atto dalla chiesa con l'intento di escludere e discriminare coloro che rivendicano, pur in forme diverse, la loro alterità rispetto ad una struttura di dis-valori precostituiti ed imposti.

Un'ultima riflessione. Come possiamo noi, con i nostri poveri mezzi, ostacolare tutto ciò? Bastano le nostre urla di rabbia e i nostri cortei colorati? Proviamo ad elaborare nuovi linguaggi, opponiamo alla complessità e sofisticatezza dei potenti media la grande forza ideale che ci sostiene e la semplificazione dei ragionamenti in grado di metterci in comunicazione con la gente, per instillare il dubbio e l'indignazione.

Lele Odiardo



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