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Da "Umanità Nova" n.25 del 9 luglio 2000

Mappatura genetica
In nome del profitto

Si è parlato di nuovo della mappatura genetica, in quanto, con una conferenza satellitare (che sarà costata un sacco di soldi) Clinton, Blair e i due scienziati che sono stati i protagonisti della scoperta, hanno annunciato al mondo ufficialmente che la grande maggioranza delle sequenze di basi che sono nei nostri cromosomi sono note.

Ci sono alcune osservazioni da fare, che cercherò di fare nel modo più lapidario possibile.

I due scienziati rappresentano uno la parte privata (praticamente vittoriosa nella corsa) e l'altro la parte pubblica. La solita storia, la solita competizione. E già qui non è semplice schierarsi: il privato è antipatico, puzza di padronato e capitalismo lontano un miglio. Ma anche il pubblico non è gran che: trattasi infatti sostanzialmente di alcuni stati consorziati. Forse, mi viene in mente, non è poi così necessario schierarsi. Sia detto tra parentesi, l'Italia è rimasta praticamente fuori da questa vicenda, per incapacità di organizzarsi e organizzare la partecipazione alla ricerca... ma non soffriamo certo di quella malattia che risponde al nome di nazionalismo.

La cosa è stata presentata per varie ragioni con più enfasi di quanto meritasse. Principalmente ragioni politiche: Clinton deve uscire alla grande da otto anni di presidenza degli Stati Uniti, ma soprattutto non dimentichiamoci che è ancora giovane; poveretto, nella sua vita dovrà ancora combinare qualcosa, per tirare a campare! Quanto a Blair, deve far passare il suo governo laburista come uno dei più illuminati del Novecento e seguenti. Dunque l'occasione era troppo ghiotta per entrambi: citazioni poetiche, luoghi comuni, demagogia politica, mistificazione scientifica, buoni propositi a pomodoro, tutto quanto di peggior retorica ci si possa immaginare è stato usato in questo frangente.

Si è detto che la mappatura genetica non verrà brevettata, che si tratta di patrimonio dell'Umanità, mentre si sa benissimo che l'intenzione è esattamente quella di avere l'esclusiva su tutte le conseguenze farmacologiche, e dunque economiche, che la scoperta avrà. In effetti è curiosa, questa pretesa dell'esclusiva su un qualche cosa che è contenuta dentro di noi tutti, e che non sembrerebbe essere particolare retaggio di nessuno, con buona pace dei razzisti di vecchia e più recente data... Ma non si può fare a meno di pensare che quando si parla di ricerca scientifica, di solito non si investono miliardi e miliardi per ragioni filantropiche. Rimane pur vero che sarà interessante notare che l'Etica verrà cavalcata a più non posso, viste le enormi cifre e interessi in giuoco.

Qualcuno ha detto che non si possono certo brevettare i cromosomi (eh, no, perdio!), ma che si possono brevettare, casomai, i modi per studiarli. Non posso dimenticare Albert Sabin, che rinunciò a una ricchezza smisurata, rinunciando al brevetto sul vaccino antipoliomielite, per far sì che si diffondesse al meglio possibile in tutto il mondo (ma questo è un altro discorso).

La faccenda è stata presentata, per le ragioni dette e altre, con maggiore enfasi di quanto sia logico. Infatti, è vero che conoscere le sequenze delle basi che costituiscono il nostro patrimonio genetico è fondamentale per pensare di curare parecchi malanni, come dicevo qualche mese fa in un altro articolo sull'argomento. Di genetica tra l'altro si parla anche, e molto bene dal punto di vista tecnico, anche sul numero di UN precedente a questo, e quindi non mi dilungherò sui dettagli. Tuttavia gioverà ricordare alcuni aspetti: il fatto che le sequenze di basi non siano state determinate al cento per cento non è di secondaria importanza; infatti alcune sequenze servono da "interruttore" per l'espressione di altre; quindi, teoricamente, non conoscere anche una sola sequenza "interruttore" può voler dire non potere attivare il funzionamento del giocattolo. Dunque le sequenze andranno conosciute per intero e con certezza, e non è detto che sia solo una questione di tempo...

Inoltre conoscere le sequenze di basi è solo un punto di partenza; poi bisogna capire come si può fare a utilizzare queste informazioni per costruire farmaci o comunque terapie conseguenti. Il problema è grosso, in quanto strettamente collegato all'ingegneria genetica. Non riusciamo, come è logico, a immaginare, infatti, tutta la gamma di usi che potranno essere fatti di queste nozioni, tuttavia uno dei modi è quello di far costruire a determinati batteri molecole particolari, che possono essere carenti nell'essere che si vuole curare, oppure che possono attivare particolari reazioni cellulari, la cui inattività sta alla base di determinate malattie; e questi sono solo esempi semplici semplici; ma l'ingegneria genetica ha "risvolti" estremamente interessanti per l'economia capitalistica e anche per chi si pone in antagonismo con questo sistema di produzione e con l'etica che ne deriva; e di questo si è già scritto e si scriverà.

Non può non farsi strada nelle nostre menti un po' bacate e un po' dietriste il dubbio se queste possibilità verranno usate per emancipare il Genere Umano (e magari anche in generale gli esseri di questo nostro mondo), oppure come al solito per opprimere una gran parte di esso, per sottoporlo a vessazioni, torture, contraddizioni, e quant'altro abbiamo potuto finora vedere come conseguenza delle scoperte scientifiche... Ma quest'ultima, mi rendo conto, è un'impostazione estremamente pericolosa, in quanto si corre il rischio di rimanere nel novero vasto dei conservatori, e molti infatti vi sono...

Soprattutto mi interesserebbe capire: chi si dichiara, come me, come noi, in profondo disaccordo con questo modo di vivere e concepire il mondo, chi insomma si pone in modo antagonista il problema di cambiare modo di vivere e tutto ciò che vi è annesso, che atteggiamento dovrebbe avere di fronte a scoperte scientifiche come questa, che indubbiamente sono di vasta portata nel tempo e nello spazio? Sospettoso conservatore appunto? Entusiasta acritico la scienza è scienza e ha sempre ragione? Non me ne frega niente, penso alla salute? Lottare studiare per il socialismo? Valutare di volta in volta? Non c'è dubbio sul fatto che ogni volta che c'è una grande scoperta, si sviluppano una serie di reazioni standardizzate, che spesso sono egualmente distribuite tra gli esseri umani "rivoluzionari" come tra i "normali", dato che per fortuna esse derivano proprio dal fatto di essere più che dalle etichette che ci si distribuisce, spesso a bella posta.

Non credo si tratti tanto di coniare linee standard di comportamento per i "buoni rivoluzionari", quanto di definire un metodo, un approccio, una forma mentale che possa tenere conto di volta in volta di tutte le grossissime problematiche che ci pongono le scoperte scientifiche. E che ci permetta di essere debitamente elastici in merito, valutando l'utilità per le cose del mondo, e non quella economica o ideologica. E sapendo anche riconoscere indubbi vantaggi di certe scoperte, e rifiutarne altre, in quanto pericolose e di scarso spessore per l'Umanità. Senza con questo rimanere un passo indietro rispetto al Potere della Scienza.

Quanto alla mappatura genetica, staremo ben attenti, e ci possiamo contare, a vedere che cosa succederà...

Paolino



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