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Da "Umanità Nova" n.25 del 9 luglio 2000

cronacAnarchica

Imola convegno su Merlino

Sabato 1 luglio a Imola, presso la Sala delle Stagioni, si è svolto, come da tempo preannunciato, il convegno dedicato a Francesco Saverio Merlino, militante anarchico di fine Ottocento passato poi al partito socialista.

La giornata di studi si è aperta con un'introduzione di Gianpiero Landi che, a nome della associazione ''Arti e Pensierì', ha illustrato il significato dell'iniziativa. Sono poi intervenuti Nico Berti (''Merlino nella storia del socialismo") e Massimo La Torre (''Merlino tra anarchismo e democrazià) commentando brevemente il percorso politico del teorico libertario. Ha concluso la mattinata una relazione di Emilio Papa (''Merlino avvocato dei malfattori"), nel corso della quale è stata analizzata l'attività militante svolta da Merlino in qualità di avvocato, con particolare riferimento alla difesa di Gaetano Bresci.

Nel pomeriggio hanno relazionato: Bruno Bongiovanni (''La revisione del marxismo tra fine Ottocento e primi decenni del Novecento"),

Paolo Favilli (''La discussione di fine secolo sui concetti di ortodossia, revisionismo e marxismo") e Raimondo Cubeddu (''Merlino, i marginalisti austriaci e i teorici dell'individualismo"). Quest'ultimo ha sottolineato la profondità e l'originalità delle vedute di Merlino nel campo dell'economia politica.

Sono poi intervenuti: Natale Musarra (''Merlino e la rivoluzione nel Mezzogiorno d'Italia"), che ha approfondito la fase anarchica del pensatore napoletano, Nadia Urbinati (''Il cooperativismo in Merlino e in Stuart Mill''), Enrico Voccia (''La formazione giovanile di Merlino a Napoli"), che ha inquadrato le idee merliniane all'interno delle correnti di pensiero presenti all'epoca nell'Italia Meridionale.

Gianpiero Landi, infine, (''Aldo Venturini studioso e continuatore dell'opera di Merlino") ha reso omaggio alla memoria del compagno che, più di ogni altro, ha mantenuto vivo il ricordo delle opere del maestro.

L'iniziativa ha coinvolto quasi un centinaio di persone e si è conclusa con un vivace dibattito cui hanno partecipato, tra gli altri, Luciano Lanza, Michele Massarelli, Franco Melandri, Gaetano Bucci.

A tutti i partecipanti, e in particolare ai compagni dei Gruppi Anarchici Imolesi che hanno garantito, con il loro lavoro, la buona riuscita del convegno, un sincero ringraziamento da parte degli organizzatori.

Luciano Nicolini

Livorno festa di Comunismo Libertario

Domenica 25 giugno i compagni della redazione della rivista "Comunismo Libertario" hanno organizzato a Livorno una discussione che prendeva le mosse da alcuni recenti scritti di Pietro Adamo sul rapporto fra anarchismo, comunismo e liberalismo e dalle risposte che a questi scritti e ad altri di analogo contenuto hanno ritenuto di dare diversi compagni.

Alla discussione non sono stati presenti Pietro Adamo e Francesco Berti che hanno, comunque, inviato dei contributi scritti mentre sono intervenuti Adriana Dadà (Federazione dei Comunisti Anarchici), Guido Barroero (Collegamenti), Cosimo Scarinzi (Sindacalismo di Base), Cristiano Valente (Comunismo Libertario).

Si trattava, come è evidente, di un tema delicato perché riguarda la natura stessa della proposta anarchica e, nel contempo, problematico visto che a molti compagni può sembrare lontano dalle urgenze più immediate.

L'assenza di due compagni che hanno con più determinazione e ricchezza di argomentazioni criticato il comunismo anarchico ha, nonostante la lettura dei loro testi, reso la discussione diversa da quanto probabilmente i compagni che l'avevano organizzata si aspettavano ma non sono mancati spunti interessanti.

Tiziano Antonelli ha, sinteticamente, posto l'accento sui caratteri propri del modo di produzione e delle relazioni sociali capitalistiche e sul loro carattere "rivoluzionario" a fronte di precedenti forme di dominio.

Guido Barroero ha criticato l'astrattezza e le derive idealistiche di alcune recenti ricostruzioni storiche della teoria anarchica che non ne colgono il legame con la lotta di classe ed una precisa progettualità rivoluzionaria.

Cristiano Valente ha inquadrato la discussione nella necessità di rivendicare la tradizione classista, rivoluzionaria e comunista dell'anarchismo a fronte di derive liberali o comunque genericamente umaniste.

Adriana Dadà ha letto alcune recenti posizioni liberaleggianti di settori del movimento come espressione di una continuità delle componenti antiorganizzatrici ed individualiste che sono sorte già alla fine del 1800.

Cosimo Scarinzi ha posto l'accento sulle contraddizioni del liberalismo e sul fatto che l'anarchismo ne può rivendicare l'eredità solo se intesa come radicale superamento.

Insomma una discussione non priva di interesse nella varietà delle posizioni che pure si richiamavano alla tradizione classista e comunista e, si spera, l'occasione per una ripresa del confronto su di un tema importante.

CMS

Alessandria sit-in contro il carcere

Nella serata di mercoledì 28 giugno una trentina di anarchici appartenenti al Forte Guercio Occupato, individualità FAI e del centro sociale Subbuglio hanno dato vita ad un vivace sit-in di solidarietà ai detenuti in lotta nel carcere cittadino "don Soria", luogo tristemente famoso fin dai tempi della dittatura fascista. Qui sono stati reclusi e successivamente mandati al confino o ai campi di concentramento nazisti molti antifascisti della città e della provincia alessandrina. Nel 1974 questo istituto diviene teatro di una grande rivolta di detenuti soffocata poi nel sangue. Da alcuni giorni, come in numerose carceri italiane, gli "abitanti" di questa struttura insieme a quelli rinchiusi in quella più recente (situata fuori città) di san Michele, hanno iniziato una protesta assai decisa non solo per l'applicazione dell'amnistia ma per un generale miglioramento delle condizioni di vita all'interno di questi nefasti edifici. Sovraffollamento, mancanza dei più elementari requisiti igienici e di assistenza medica, problema ignorato dell'AIDS e della tossicodipendenza . Queste sono le più gravi emergenze che lo stato continua colpevolmente a rimuovere. La maggioranza della popolazione carceraria è costituita da extracomunitari condannati (o in attesa di giudizio) per reati minori, spesso commessi per sopravvivere in una società che li vuole schiavi e clandestini. Per avere maggiore visibilità e coinvolgimento dei cittadini gli anarchici hanno deciso di convocare la propria iniziativa fermandosi al centro (all'interno di una spaziosa aiuola) di una strada frequentata situata presso l'edificio di reclusione. Contemporaneamente ad un diffuso volantinaggio è stato dispiegato uno striscione con la frase: "Vi vogliamo tutti liberi" con la A cerchiata a lato. L'interessamento dei passanti e degli abitanti dei palazzi limitrofi è stato buono, così della stampa locale. Non molto distante la risposta gioiosa, sonoramente esplicita da alcuni detenuti. L'azione di solidarietà è durata per circa un'ora ed è stata seguita da un cospicuo numero di poliziotti e di carabinieri con l'immancabile Digos. Ultimata l'iniziativa, alcuni compagni sono stati pedinati fino ai parcheggi dove avevano lasciato le proprie automobili e nel momento della partenza fermati, identificati e perquisiti. Nonostante questi controlli di rito poliziesco non ci sono stati atti provocatori. La manifestazione è riuscita pienamente: da anarchici ribadiamo la disumanità e l'atrocità della st4ruttura carceraria e sosteniamo che nessuna amnistia e nessun indulto può offrire dignità a chi è stato privato di un bene fondamentale come la propria libertà. L'esistenza del carcere che deve essere negata alla radice, è il "frutto perfetto" di una società autoritaria, dominata ferocemente dallo stato e dal capitale. Solo in una società di liberi ed uguali le galere saranno soltanto un triste ricordo.

FAI di Alessandria



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