|
Da "Umanità Nova" n.26 del 3 settembre 2000
I funerali di un golpista
Un uomo di stato
"Sogno Edgardo. Torino. Pubblicista". In questo modo Licio Gelli aveva
laconicamente descritto negli elenchi della Loggia P2 sequestrati a Castiglion
Fibocchi il partigiano e patriota appartenente alla nobile famiglia dei Conti
Rata del Vallino.
Di Edgardo Sogno, medaglia d'oro al valore nella Resistenza, sappiamo, in
verità, molte cose. Nel 1944 il giovane tenente di origine piemontese
dirige l'Organizzazione Franchi, una rete spionistica collegata al servizio
segreto di sua maestà britannica, passata alla storia come formazione
partigiana "bianca" - cioè non legata ai gruppi anarchici o comunisti,
che al pari di molte altre agisce con il consenso e i denari degli Alleati
nelle città del nord Italia.
Successivamente il brillante ufficiale dagli indiscutibili propositi
anticomunisti passa a collaborare con l'intelligence statunitense e stringe una
buona amicizia con Allen Dulles, uno dei grandi protagonisti dello spionaggio
alleato nell'Europa di quegli anni. Dopo aver diretto a Londra il "Planning and
Coordinating Group" della NATO, nell'estate del 1953 Sogno segue a Parigi i
corsi del "NATO Defense College" per la guerra psicologica. Ritornato in Italia
fonda il movimento "Pace e Libertà" (per l'esattezza Comitato Nazionale
"Pace e Libertà") nell'ottobre dello stesso anno. In una lettera ad Aldo
Moro, citata nella relazione di Giovanni Pellegrino alla Commissione Stragi del
Parlamento, Sogno precisava che "..Nel Luglio del 1953, per iniziativa della
Presidenza del Consiglio (governo Scelba) mi veniva nuovamente proposto un
incarico di carattere eccezionale e riservato (organizzazione della difesa
psicologica delle istituzioni democratiche) in ripresa di una operazione
avviata nel 1948 per iniziativa del ministro Sforza nel quadro
dell'attività svolta in base al piano Marshall. Accettai tale incarico".
Scelba aveva infatti tentato di coinvolgere il cadetto della democrazia sin dal
periodo immediatamente successivo alla fine della guerra, proponendogli la
direzione della cosiddetta "Difesa civile". Ma l'organismo progettato da Scelba
non pareva soddisfare le smanie guerriere del Conte del Vallino, giacché
l'intervento della "Difesa civile" avrebbe potuto essere soltanto successivo ad
un eventuale tentativo da parte dei comunisti di agire con la forza contro le
istituzioni della neo-nata repubblica. Per Sogno l'attivismo politico, la
militanza, ma sarebbe più giusto dire lo squadrismo, erano affari per
soldati disposti a prendere fin da subito l'iniziativa senza indugi.
Comunque sia, gli anni portarono consiglio e Sogno convenne sul fatto che i
tempi non erano forse ancora maturi per riprendere le armi in mano in una
improbabile guerra civile senza il consenso di amicizie nazionali ed
internazionali. L'attività del gruppo venne così distinta in
almeno tre fasi diverse: "in un primo periodo" spiega Sogno nella stessa
lettera a Moro "essa si concretò (fino all'ottobre 1954) nella
realizzazione del progetto che gli onorevoli De Gasperi e Pella avevano
ripetutamente sostenuto in Consiglio atlantico e consistente nel contrapporre
l'azione degli organi promotori e coordinatori della propaganda occidentale
alla costante iniziativa sovietica nel campo della informazione. Nel secondo
periodo (ottobre 1954 - giugno 1955) il Comitato assolse funzioni specifiche
nel quadro dei provvedimenti adottati dal governo Scelba per la difesa delle
istituzioni, assumendo compiti di punta che non potevano essere affidati ad
organi governativi. Nel terzo periodo (dopo il giugno 1955) il Comitato ridusse
progressivamente l'azione esterna per concentrarsi su compiti di carattere
riservato sempre nel campo della difesa psicologica."
Tuttavia l'organizzazione di Sogno si dedicò anche a questioni
più prosaiche, diciamo così, rivelando una sorprendente
duttilità. Nel corso degli anni Settanta, infatti, i legami con la Fiat
degli Agnelli si fecero stretti e Sogno, a sentire Roberto Fabiani, giornalista
dell'Espresso e massone di Giustizia e Libertà nemico acerrimo della P2
di Gelli, ricevette nel 1974 per mezzo del consigliere particolare di Giovanni
Agnelli, Vittorino Chiusano, democristiano di ferro, la bellezza di 400
milioni. In cambio di tanta generosità "Pace e Libertà"
schedò gli attivisti del PCI e le maestranze comuniste in fabbrica, e
costituì squadre antisciopero.
L'Italia reazionaria, dalla Confindustria agli apparati dello Stato più
conservatori - tra i quali spiccano certamente il ministero della Difesa e
degli Interni di allora - contribuì largamente al sostentamento di Sogno
e dei suoi miliziani, un vero e proprio corpo occulto che si muoveva con
estrema disinvoltura negli ambienti istituzionali e non della Repubblica, con
obbiettivi ben definiti e propositi bellicosi altrettanto dichiarati.
L'instancabile attività di Sogno non cessò di scuotere la
torpidità grigia della politica italiana travolta dal 1969 in poi dalla
strategia della tensione e dal proliferare dell'estremismo di destra. Nel 1971
nasce il "Comitato di resistenza democratica", a seguito anche della ripresa
collaborazione di Sogno con Luigi Cavallo, un personaggio dal torbido passato e
dall'incerto avvenire, allontanato nel 1954 da "Pace e Libertà". Sono
anni intensi e febbrili duranti i quali si delinea a poco, a poco il progetto
golpista che porterà Sogno direttamente nell'inchiesta dell'allora
giudice Luciano Violante. "Solo le FF.AA." si legge nei "Punti programmatici"
sequestrati in casa di Cavallo dai Carabinieri "possono affrontare e risolvere
la crisi politica, economica, morale e sociale dello Stato. A causa di una
classe politica corrotta ed incapace, che ha aperto un processo di paralisi
progressiva e di degenerazione irreversibile del regime, è venuta a
mancare ogni base di legittimità ai massimi esponenti dello Stato e del
Governo che hanno sistematicamente violato ed ignorato le norme ed i principi
non solo della Costituzione, ma del Codice Penale. L'azione va preparata alla
maniera indonesiana, cilena, greca, peruviana, brasiliana, e quindi in modo
complesso, accurato e con tempi che difficilmente potranno essere brevi."
Il 27 gennaio 1975 Violante chiede di acquisire agli atti il carteggio che
riguarda Sogno conservato negli archivi del SID (Servizio Informazioni Difesa);
nel febbraio successivo il documento arriva sul tavolo del giudice torinese
ridotto a poche pagine piene di "omissis", poiché, secondo quanto lo
stesso presidente del Consiglio Moro confermerà alcuni mesi più
tardi, l'intera materia era connessa a specifica attività di
controspionaggio che doveva essere mantenuta segreta. Nel maggio del 1976,
Violante firma il mandato di arresto nei confronti di Sogno e Cavallo; le
accuse vengono confermate il 24 maggio dello stesso anno e vengono emessi altri
due mandati di cattura. Il 19 Giugno il giudice istruttore Filippo Fiore
ritiene, su conforme parere del Pubblico Ministero, che i due imputati possano
usufruire della libertà provvisoria. Il 12 settembre 1978 il giudice
istruttore Francesco Amato proscioglie tutti gli imputati perché il
fatto non sussiste.
Edgardo Sogno, partigiano, ambasciatore, iscritto alla P2, golpista pronto a
morir combattendo, trasforma la sua avventura in persecuzione subita da una
classe politica imbelle che ha ceduto ai "Rossi" subendone i ricatti. "Mi sono
battuto per 50 anni" ha scritto poco prima di morire "per la distruzione dello
Stato che i comunisti con i loro amici e alleati sono riusciti a creare." Deve
essere sulla base di queste affermazioni che l'attuale premier Giuliano Amato
ha ritenuto di concedere al trapassato conte addirittura i funerali di Stato
celebrati lo scorso 8 Agosto. Scortato da un tripudio di bandiere monarchiche e
di tricolori repubblicani, il corpo di Edgardo Sogno è sfilato sotto gli
occhi distratti degli italiani, racchiuso nella bara adagiata sul fusto di un
cannone. Alla presenza delle autorità.
"Coloro che non ricordano il passato" ha lasciato scritto Georges Santayana
"saranno costretti a riviverlo continuamente." Ed è questa totale
mancanza di memoria che comincia davvero a preoccuparmi.
Mario Coglitore
Cosa pensava Violante di Sogno nel '76
Noi dott. Luciano Violante, visti gli atti del procedimento penale contro
1) SOGNO RATA DEL VALLINO Edgardo (...)
2) CAVALLO Luigi (...)
IMPUTATI
del delitto di cui all'art. 305, 1. e 2. comma C.P., in relazione agli
art. 302, 276, 283 C.P., per essersi associati con Borghesio Andrea, Pacciardi
Randalfo, Ricci Ugo, Drago Salvatore, Pecorella Salvatore, Pinto Lorenzo,
Orlandini Remo, Nicastro Maria Antonietta, Pagnozzi Vincenzo e con altre
persone non identificate al fine di mutare la Costituzione dello Stato e la
forma di governo con mezzi non consentiti dall'ordinamento costituzionale; in
particolare mediante un'azione violenta progettata come "spietata e
rapidissima" che non consentisse alcuna "possibilità di reazione",
diretta a limitare la libertà personale del Presidente della Repubblica
per costringerlo a sciogliere il Parlamento della Repubblica per costringerlo a
sciogliere il Parlamento e a nominare un governo provvisorio, espresso dalle
FF.AA., composto da tecnici e militari, presieduto dal Pacciardi ed avente come
programma immediato, tra l'altro, lo scioglimento del Parlamento,
l'instaurazione di un sindacato unico, l'istituzione di campi di
concentramento, l'abolizione dell'immunità parlamentare con effetto
retroattivo e la successiva costituzione di un tribunale straordinario per
processare alte personalità politiche.
A tal fine il SOGNO agendo per il reperimento di adeguamento finanziamenti; per
creare una rete di alleanze, complicità e connivenze negli ambienti
delle alte gerarchie militari, dell'alta burocrazia e dell'industria,
utilizzando anche la organizzazione dei c.d. "Comitati di Resistenza
Democratica" da lui creata al fine apparente di mobilitare, nell'ambito della
legalità, alcuni ambienti di ex partigiani ma in realtà per
acquisire consensi ed appoggi da utilizzare per il programma eversivo.
(Dal mandato di arresto spiccato da L. Violante nel maggio 1976)
| |