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Da "Umanità Nova" n.26 del 3 settembre 2000
Roma 8 luglio 2000: gay pride
Una piazza anticlericale
Si é svolta l'annunciata (e discussa) manifestazione del World Gay
Pride. La commentiamo a distanza di tempo, alla ripresa delle pubblicazioni di
Umanità Nova, dopo la pausa estiva. Ma il commento non può essere
distaccato, vista la rilevanza che tale manifestazione ha avuto. In altra parte
del giornale la confrontiamo con le manifestazioni papaline, altrettanto
rilevanti. Qui vogliamo sottolineare i caratteri specifici dell'appuntamento
dell'8 luglio.
Chi ha seguito la vicenda su U.N. sa che, come anarchici e Associazione per lo
Sbattezzo, abbiamo spinto affinché i caratteri di quest'appuntamento
fossero ancor più marcatamente antiecclesiastici di quanto già
non lo fosse il semplice fatto di un corteo che rivendicava ed esponeva
l'orgoglio omosessuale. La Chiesa Cattolica aveva fatto tutto ciò che
era in suo potere affinché la manifestazione non si svolgesse, fino a
strappare un giudizio di "inopportunità" da parte del capo del governo
ed il ritiro del patrocinio del Comune di Roma al World Gay Pride. Il
presidente della Regione Lazio, il fascista Storace, si era sbragato per
fermare "l'offesa ai sentimenti cattolici". I fascisti di Forza Nuova, in
tandem con la Fiamma Tricolore, avevano annunciato contromanifestazioni per
porre le questioni di ordine pubblico in primo piano.
La quantità di gente che si é riversata in piazza di Porta S.
Paolo e ha, poi, dato vita ad un corteo senza fine ha, però, vanificato
tutte le intimidazioni e le ingerenze che si erano esercitate divenendo una
grande festa liberatoria. Il carattere di una manifestazione che non fosse solo
del movimento gay specifico ma che vedesse scendere in piazza uomini e donne
eterosessuali che si affiancavano agli omosessuali in nome della libertà
e dell'autodeterminazione, carattere tutto politico sul quale avevamo puntato,
é stato confermato dai fatti. Decine di migliaia le persone che si sono
accodate allo striscione dell'Associazione per lo Sbattezzo, della Federazione
Anarchica Italiana, dietro il camion con le bandiere nere dell'anarchia, rosse
dei Cobas e dei gruppi autonomi romani, rosse e nere della FAI e dell'USI.
Questa componente del corteo, la più "politica" e la più
caratterizzata "contro il potere papale azione diretta anticlericale" (come
recitava lo striscione dell'Associazione per lo Sbattezzo) é stata anche
la più applaudita sia dai manifestanti che dai passanti assiepati lungo
gli oltre dodici chilometri di corteo. L'organizzazione del nostro spezzone
faceva invidia anche ai circoli dell'ARCI: ci eravamo premuniti di frigoriferi
dai quali abbiamo distribuito birra, acqua e gelati ai manifestanti (la
manifestazione si é svolta in una temperatura di 35 gradi all'ombra e di
quasi 45 gradi al sole). Il sound system montato sul camion ha accompagnato i
balli di un folto gruppo di viados che si erano uniti al nostro spezzone,
intervallando salsa e tecno con le più amate "A las barricadas", "Figli
dell'Officina", "Stornelli anticlericali" ed anche "L'Internazionale".
Oltre 200 mila in complesso i manifestanti. Venti, forse 30 mila la componente
esplicitamente antagonista ed anticlericale. Di fronte alla forza della piazza
nulla avrebbe potuto impedire la manifestazione che, come ho detto, si é
trasformata in una grande festa danzante per tutto lo svolgimento del corteo.
Alla sera, stanchi ma contenti, le migliaia di compagne e compagni hanno
ripreso la strada di casa.
L'8 luglio rimarrà una data storica perché é stata la
più imponente manifestazione in aperta rottura con i voleri della
gerarchia cattolica che si sia svolta nell'anno del giubileo.
Le contromosse papaline le abbiamo viste in agosto con le Giornate Mondiali
della Gioventù che hanno sopravanzato di molte lunghezze la già
imponente manifestazione dell'8 luglio.
Le manifestazioni segnano il dato reale, una volta tanto: nonostante il
risvegliarsi ed il rendersi sempre più visibile un dignitoso movimento
anticlericale (ricordiamo le giornate romane di febbraio ed il Primo Maggio
autoorganizzato) che l'ingerenza papalina non può annullare, la forza
dei cattolici é preponderante. La battaglia, su questo terreno, che
é battaglia per la libertà di pensiero, azione e
autodeterminazione, sarà senza dubbio ancora lunga e difficile. Ma le
contromanifestazioni giubilari, di cui abbiamo fatto il perno della nostra
azione nel 2000 così come avevano concordato al meeting anticlericale di
Bologna, ci autorizzano a rivendicare come positiva la linea di intervento e di
azione che si sono determinate con il contributo fondamentale dell'Associazione
per lo Sbattezzo, della Commissione Anticlericale della FAI, dei circoli
anarchici romani, della Federazione Anarchica Siciliana, dell'Unione Anarchica,
in una parola di buona parte del movimento anarchico.
W.S.
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