![]() Da "Umanità Nova" n.27 del 10 settembre 2000 La verità su UsticaA vent'anni dall'abbattimento del DC9 nel cielo di Ustica, si torna a parlare di quella strage, anche se il "muro di gomma" che circonda i responsabili politici e militari di tale azione di guerra sembra resistere davanti ad ogni prova ed accusa, mentre i vertici dell'aeronautica e il Polo rilanciano puntualmente, e a dispetto di innumerevoli perizie tecniche, l'ipotesi della bomba a bordo dell'aereo fin da allora usata dai servizi segreti per depistare la ricerca della verità. Per noi anarchici, così come per tutte le persone con un'intelligenza non-asservita, i colpevoli sono ancora da ricercare tra le gerarchie della NATO, in particolare statunitensi e italiane, ma dubitiamo che il loro operato sarà mai sottoposto ad un processo, sia perché, con tutta evidenza queste obbedivano ad "ordini superiori" sia perché, come è facile intravedere, quel giorno, con la complicità di governi formalmente democratici, si consumò un'operazione di politica internazionale attuata con metodi terroristici, propri di una guerra non dichiarata, che probabilmente aveva come ultimo obiettivo la Libia di Gheddafi. A riguardo, ricordo piuttosto bene una strana testimonianza raccolta una decina di anni fa in un campeggio elbano da un ex ufficiale-pilota dell'aeronautica olandese; questo simpatico signore, ormai in pensione, aveva prestato servizio presso l'aeroporto NATO di Villafranca, in provincia di Verona, e parlava perfettamente l'italiano. Fu così che una sera, davanti a una birra, mi decisi a chiedere al mio "vicino di tenda" cosa ne pensava di quanto era successo a Ustica; lui si fece immediatamente serio e, dimenticando di colpo il suo buon italiano, si mise a parlare in inglese. Anche se con i miei ricordi liceali la comunicazione in tale lingua diventò alquanto problematica, riuscii a comprendere che, invece di rispondermi direttamente, l'olandese preferì intrattenermi sulle caratteristiche tecniche del caccia americano F.16 che; secondo lui; era una macchina da guerra perfetta, dotata di sofisticati sistemi di arma e di apparecchiature per il puntamento collegate ai rilevamenti combinati forniti dagli aerei - radar AWACS, dalle stazioni satellitari e dalle postazioni basate a terra. Alla fine di questa sua lunga trattazione, la sua conclusione-risposta fu che un simile aereo non poteva aver sbagliato bersaglio, colpendo erroneamente un aereo civile; detto questo cambiò discorso e poco dopo si ritirò nella sua tenda per dormire, anche se non erano neppure le 22 di una calda serata estiva. "Non poteva aver sbagliato bersaglio...", sul momento non avevo compreso appieno il senso di quella frase, ritenendola un tentativo di assoluzione d'ufficio", poi ripensandoci mi folgorò nella sua terrificante evidenza: Il DC9 non era stato abbattuto per un errore, durante un'esercitazione o un duello aereo tra altri velivoli militari, ma esso era proprio il target. Le ragioni di tale missione possono essere state diverse, liquidare qualcuno che poteva essere a bordo dell'aereo dell'Itavia oppure, ancor più probabilmente, addossare quel barbaro massacro al fantomatico Mig libico poi precipitato nella Sila; ma da quel momento ho maturato la convinzione che se qualcosa andò storto nei piani della NATO, di certo il DC9 non fu colpito per errore e questa inammissibile verità spiegherebbe perché nessuno vuole ammettere come e perché morirono degli innocenti. Altra Informazione
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